Gb, Telegraph: Italia impedisce presenza Scaramella in inchiesta su morte Litvinenko

Il consulente della Commissione Mitrokhin è vincolato al segreto, se deponesse presso la commissione di inchiesta sulla morte di  Litvinenko potrebbe essere perseguito in Italia. Servirebbe uno svincolo ad hoc da parte della Presidenza del Consiglio, che glissa. Perché? Forse perché solo in Italia il Dossier Mitrokhin non ha prodotto alcuna conseguenza per i personaggi citati dall’ex colonnello archivista del Kgb e c’è il timore che emerga qualche nome scomodo?

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Londra – I tentativi di Scotland Yard di chiamare a testimoniare Mario Scaramella davanti alla commissione di inchiesta sulla morte di Alexander Litvinenko sarebbero “frustrati” dalle autorità italiane. Lo ha scritto l’edizione domenicale del quotidiano britannico The Telegraph, secondo cui la polizia britannica starebbe incontrando difficoltà a ottenere dalle autorità italiane rassicurazioni sul fatto che Scaramella, ex consulente della Commissione Mitrokhin, non venga perseguito in Italia per quanto potrebbe rivelare agli inquirenti britannici in relazione ai suoi rapporti con l’ex agente del Kgb, morto a Londra avvelenato dal polonio nel 2006.

Secondo Sir Robert Owen, ex giudice dell’Alta Corte che presiede l’inchiesta sulla morte di Litvinenko, Scaramella potrebbe giocare un “ruolo importante” nel procedimento che prenderà il via martedì prossimo.

Scaramella incontrò Litvinenko in un ristorante londinese lo stesso giorno che l’ex agente del Kgb fu avvelenato con il polonio 210. Litvinenko e Scaramella collaborarono insieme per la Commissione Mitrokhin istituita dal Parlamento italiano per indagare i legami tra il Kgb sovietico e gli ambienti politici, diplomatici e giornalistici italiani, commissione che fu presieduta dal senatore Paolo Guzzanti.

In veste di ex consulente della Commissione Mitrokhin, Scaramella è vincolato alla segretezza. Secondo quanto scrive il The Telegraph, una fonte vicina all’inchiesta sulla morte di Litvinenko ha riferito che Scaramella teme di poter essere perseguito dalla magistratura italiana per le rivelazioni che potrebbe fare in Inghilterra riguardo alle indagini condotte insieme a Litvinenko sui politici italiani. Scaramella in passato ha già subito diversi procedimenti giudiziari e condanne in Italia.

Secondo la fonte del quotidiano britannico, Scotland Yard negli ultimi due mesi si è rivolta in più occasioni alle autorità italiane per ottenere un salvacondotto per Scaramella, senza però avere risposte. Gli agenti britannici avrebbero anche proposto di recarsi in Italia per discutere la questione, ma anche su questa evenienza non avrebbero ricevuto alcuna indicazione sull’incontro.

Non certo un bel modo di collaborare con la magistratura di uno Stato membro dell’Unione Europea, partner essenziale per la sicurezza europea, Nord-Atlantica e su svariati scenari internazionali. Soprattutto non un modo intelligente di cooperare in un settore che potrebbe riverberare effetti negativi sullo scambio di informazioni tra servizi di sicurezza contro la minaccia jihadista sull’Europa.

Perché il Governo Renzi non ha ancora risposto alle autorità britanniche? Perché sfugge alla richiesta di cooperazione proveniente da Londra? 

Forse la risposta è più semplice di quanto si pensi. La Commissione Mithrokin si concluse il 16 marzo 2006 senza un voto sulla relazione finale. Andreotti propose di lasciare tutto sospeso, lasciando a una successiva commissione la valutazione del documento finale del lavoro di indagine sul ‘Rapporto Impedian”, la certosina opera di classificazione di contatti, collaboratori, fonti confidenziali del Kgb in Italia.

Forse Renzi teme che Scaramella possa parlare troppo e dire qualcosa su circostanze precise acclarate dalla Commissione o sentite direttamente e riguardanti personalità politiche o istituzionali ancora in vita e attive.

Tuttavia è un fatto che solo in Italia non vi sia stata alcuna indagine della magistratura sui nomi che vengono fatti nel Dossier redatto in modo certosino dal colonnello Vasilii Mithrokhin fino alla sua fuga in Gran Bretagna. 

Negli altri Paesi informati dall’Mi6, la magistratura ha indagato e ha proceduto contro chi è in quel dossier e di cui è stata provata la responsabilità penale. In Italia tutto questo non è accaduto, anche perché il Sisde e il Sismi non trasmisero allora i risultati di una prima indagine ai magistrati, come obbligo giuridico derivante dalla normativa vigente allora.

Dunque, il Governo può avere il timore che emerga il ruolo e la responsabilità di uomini politici citati nell’informativa dei servizi britannici o, perfino, di personalità ricoprenti ruoli di governi, ma insensibili alle questioni di sicurezza nazionale.

E in tempi di elezione del presidente della Repubblica, a qualcuno potrebbe andare di traverso che Scaramella deponesse a Londra rivelando in parte quanto scoperto durante l’indagine. Insomma, una sorta di ostacolo silente che blocchi di fatto la volontà britannica di “sentire” il consulente Scaramella .

(Credit Adnkronos, The Telegraph) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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