Obama e Modi trovano accordo sul nucleare civile, ma non ne rivelano i particolari

Dopo anni di stallo, le due potenze “d’accordo su un passo importante” per mettere in pratica una legge americana del 2005 sulla fornitura di strumentazioni per il nucleare civile. Il leader Usa accorcia la visita nel sub-continente per volare in Arabia Saudita. Pechino convitato di pietro della storica visita

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New Delhi – Dopo dieci anni di stallo, il presidente americano Barack Obama e il premier indiano Narendra Modi hanno superato una lunga impasse sul nucleare civile, salutando “una nuova era di amicizia tra le due maggiori democrazie del mondo”.

Il primo ministro nazionalista, per anni nella lista nera di Washington per il suo coinvolgimento nei pogrom anti-musulmani in Gujarat, ha accolto l’ospite con un abbraccio alla sua uscita dall’Air Force One e ha lodato “l’alchimia” dello suo rapporto con Obama. Dal canto suo, il presidente americano ha detto che la loro amicizia “rispecchia l’affinità tra i due Paesi“, accomunati dal desiderio di limitare l’influenza cinese in Asia.

Al di là dello sblocco della questione nucleare – che comunque non è stato spiegato – non ci sono stati grandi annunci, ma la firma di una “dichiarazione di amicizia” che prevede l’apertura di una linea diretta tra i due leader e vertici regolari.

Modi ha detto che la scelta di Obama di  visitare due volte l’India durante il suo mandato – una prima assoluta nella storia della Casa Bianca – “ha una grande valenza simbolica“. I due leader hanno firmato insieme un editoriale per il Washington Post, hanno partecipato a una trasmissione radiofonica diffusa in tutta l’India e in conferenza stampa hanno fatto riferimento più volte alla loro “forte amicizia personale” e ai “valori comuni dei loro due popoli“.

Al di là della retorica, si tratta di un enorme passo avanti. Due anni fa, a causa di una disputa diplomatica, per le strade della capitale indiana si bruciavano le bandiere americane; allo stesso modo, una grande manifestazione popolare aveva convinto il Congresso Usa a inserire Modi nella lista dei “non desiderati” a causa delle sue posizioni nazionaliste e razziste nei confronti dei non indù (posizioni che peraltro non sono cambiate: Obama lo sa?).

Il vertice sembra aver spazzato via queste incomprensioni. Nei colloqui di Delhi l’attenzione è stata posta soprattutto sullo stimolo delle attività commerciali e degli investimenti bilaterali in un gran numero di settori (industria, energia nucleare e rinnovabile, difesa, protezione dell’ambiente). I due hanno cercato anche di sciogliere i nodi esistenti che bloccano una crescita più importante dell’import-export.

Un posto di rilievo è stato riservato ai dossier generali sulla sicurezza e il terrorismo e a quello sulla possibile strategia comune per contenere la penetrazione e l’aumento della sfera di influenza della Cina in Asia.

Obama sostiene in maniera aperta della necessità” di affrontare Pechino anche con la forza per limitarne l’espansione, mentre New Delhi cerca di convincere i cinesi ad investire di più nell’economia indiana per ridurre il proprio forte deficit nella bilancia commerciale bilaterale.

Al termine della tre giorni indiana, che si chiude oggi, il presidente americano ha deciso di rinunciare alla “mini vacanza” nel Paese, che prevedeva una visita ai luoghi più suggestivi del sub-continente. L’Air Force One ripartirà infatti oggi per Riyadh, dove Obama incontrerà il nuovo re saudita Salman bin Abdul Aziz, succeduto venerdì al fratello Abdullah, come atto di omaggio al monarca (assoluto) alla guida del più ricco e potente alleato Usa in Medio Oriente. 

(Credit: AsiaNews)

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