“C’est un classique!” Anche a Forlì arriva Giovanni Boldini

Da oggi al 14 Giugno prossimo, presso il Complesso Monumentale San Domenico in mostra circa 200 opere per raccontare la lunga e multiforme carriera dell’artista ferrarese che incantò Parigi

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Forlì – Definito da Francesco De Pisis “il classico di un genere di pittura”, Giovanni Boldini sarà in mostra ai Musei San Domenico di Forlì da oggi, 1° febbraio, al 14 giugno 2015 come proseguzione ideale di una ricerca sull’arte figurativa tra ‘800 e ‘900 intrapresa già con le precedenti rassegne sul Novecento e sul Liberty, realizzate in sinergia con il Musee d’Orsay e l’Orangerie.

Circa 200 opere del pittore ferrarese – morto a Parigi nel 1931 per una broncopolmonite – tra dipinti, acquarelli, disegni, incisioni sono state selezionate dai curatori Francesca Dini e Fernando Mazzocca per rappresentare la straordinaria e variegata produzione di Boldini, conosciuto principalmente per il periodo dei ritratti mondani parigini – principalmente femminili – in cui la pennellata sicura e sfuggente, la luminosa tavolozza di toni bruni e neri, il virtuosismo del disegno immortalarono l’eleganza e la sensualità dell’affascinante e cangiante società della Ville Lumière.

20141113-Banner-Totelia(300pxx250px)biancoLa lunga carriera di Giovanni Boldini iniziò a Ferrara, dove si formò nella bottega del padre Antonio – restauratore, copista di opere cinquecentesche e pittore purista – che lo guidò nello studio e nella riproduzione di tele rinascimentali per poi iscriverlo all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Proprio durante il periodo fiorentino, trascorso tra l’Accademia e il Caffè Michelangelo, l’artista conobbe Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Diego Martelli – esponenti della corrente dei Macchiaioli – realizzando, tra il 1864 e il 1870, piccoli dipinti – soprattutto ritratti – di grande qualità e originalità tra cui il ciclo murale di tempere stese a secco per la Villa detta “La Falconiera” di Collegigliato (Pistoia).

Le vedute toscane, le scene di vita agreste per la residenza della famiglia inglese dei Falconer rivelano la contaminazione “a macchie” di Giovanni Boldini ma anche la presenza di uno stile già personale – con già un tratto veloce in grado di cogliere la psicologia del soggetto attraverso la posa o l’ambiente circostante – che, da lì a qualche anno, si sarebbe fortificato con il trasferimento prima nella Parigi di Coubert e degli impressionisti, e poi a Londra.

La lezione fiorentina sul colore, sui toni, sulla composizione dell’opera non venne mai dimenticata ed è questo il perno del racconto espositivo forlinese che, nelle prime sezioni del percorso, guida il visitatore nella biografia del pittore – tra autoritratti e opere sull’atelier, sulle persone e sui luoghi frequentati – e nella stagione macchiaiola, mentre nelle sale successive riflette sull’emancipazione di Boldini mediante i luminosi paesaggi, le scene di genere e quelle legate alla metropoli parigina in costante mutamento, effervescente e intrigante nella sua ascesa come capitale mondiale dell’arte e della mondanità.

In quelle stesse strade si muovevano altri artisti italiani come De Nittis, Corcos, De Tivoli e Zandomeneghi e proprio le loro opere sono in mostra a Forlì per dialogare con quelle di Giovanni Boldini insieme a dipinti di Van Dyck, Goya, Degas, Modigliani, Signorini mentre le ultime sale sono dedicate alla fortuna internazionale dei ritratti mondani del pittore di Ferrara accostati, per la prima volta, a 40 marmi dello scultore Paolo Troubetzkoy.

Tra piume e sete, i tessuti leggeri e colorati delle vesti delle dame dell’alta società parigina emergono da uno sfondo grigio attraverso pennellate veloci, sicure, nervose, “a fuoco d’artificio” – come dichiarò lo stesso Boldini – che, proprio come in una esplosione di colori squillanti, creano una figura dinamica, mossa – ora allungata ora in torsione – all’interno di uno spazio semplicemente accennato.

I particolari di un morbido braccio, di una scollatura ampia o di una gonna maliziosamente sollevata a mostrare le gambe incantano l’osservatore rimbalzato magicamente nell’atmosfera civettuola e raffinata dei salotti e dei grandi balli in cui la leggerezza era una regola della buona creanza e dove la libertà artistica – divertita e audace – di Giovanni Boldini divenne presto una moda.

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Informazioni

Musei San Domenico: Piazza Guido da Montefeltro, 12 – Forlì


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Orari: da martedì a venerdì: 9.30 -19.00; sabato, domenica, giorni festivi: 9.30-20.00. Lunedì chiuso. 6 aprile e 1 giugno apertura straordinaria. La biglietteria chiude un’ora prima.

Biglietti: Intero € 11,00 Ridotto € 9 . Speciale € 5,00. Biglietto speciale aperto € 12,00

Info: mostraboldini@civita.it – mostrefondazioneforli.it