Coalizione contro lo Stato Islamico. Dagli Usa conferma uccisione Abu Malik, esperto armi chimiche 

L’US Central Command conferma che tra i dirigenti jihadisti neutralizzati in un attacco aereo su Mosul c’è l’esperto di armi non convenzionali di Saddam Hussein, poi transitato nelle fila dell’Isil autoproclamatosi e sedicente ‘califfato’


Tampa – L’US Central Command degli Stati Uniti ha confermato che il 24 gennaio scorso Abu Malik, esperto di armi chimiche già al servizio del regime baathista di Saddam Hussein, è stato ucciso nel corso di un attacco aereo su Mosul, nell’Iraq settentrionale infestato ancora delle milizie nazisilamiste dell’autoproclamato e sedicente Stato Islamico. 

“Malik era un ingegnere esperto di armi chimiche dell’Isil”, afferma il comunicato emesso da Tampa in cui si precisa “che aveva lavorato presso l’impianto di armi chimiche di Muthana del regime di Saddam Hussein, prima di affiliarsi  ad Al-Qaeda in Iraq nel 2005″. “Successivamente – si spiega nella nota – si era unito all’Isil e le sue passate esperienze e formazione avevano fornito al gruppo una specializzazione per acquisire una capacità di armamento chimico”.

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Più volte le intelligence occidentali e alleate in Medio Oriente (egiziana in primis, israeliana in secundis) hanno elevato l’allarme per attacchi con armi chimiche in Europa, sulla falsa riga di quanto avvenuto già in Siria, dove i jihadisti hanno usato armi chimiche artigianali, secondo quanto riportato anche dalle Nazioni Unite. 

“La sua morte (di Abu Malik, ndr) si ritiene che riduca e abbatta temporaneamente l’abilità del network terrorista dal produrre e usare armi chimiche contro la popolazione innocente”, continua la nota dell’US Command, che anticipo anche la continuazione dei bombardamenti contro l’Isil con attacchi condotti con aerei tradizionali e droni, sia in Iraq che in Siria. 

“L’azione – conclude il comunicato – è stata condotta a supporto della Operation Inherent Resolve, l’operazione volta a degradare e sconfiggere i terroristi dell’Isil”, nonché per porre fine alla “la minaccia che rappresentano per la regione e la comunità internazionale”.

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