Il Papa contro la tratta delle persone: “una vergognosa piaga, indegna di una società civile”. Pensiero ai malati

Nella giornata contro il traffico e lo sfruttamento delle persone, in occasione della giornata in cui si ricorda santa Giuseppina Bakhita, la suora che sperimentò sulla sua pelle la schiavitù, Francesco chiede ai governanti di adoperarsi “con decisione” a rimuovere “questa piaga”. Portare “la luce della Parola di Dio e la forza della grazia” ai malati e a coloro che li assistono. Anticipando la Giornata Mondiale del Malato, il Pontefice ha ricordato che “curare un malato, accoglierlo, servirlo è servire Cristo, è la carne di Cristo, il malato” – VIDEO

20150208-papa-angelus


Città del Vaticano – Lo sfruttamento delle persone è “una vergognosa piaga, indegna di una società civile”. L’ha detto Papa Francesco prima dell’Angelus di oggi memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, “la suora africana che da bambina fece la drammatica esperienza di essere vittima della tratta”. Una giornata che, ha ricordato, le Unioni delle superiore e dei superiori generali degli Istituti religiosi hanno voluto dedicata alla preghiera e alla riflessione contro la tratta delle persone. “Incoraggio – ha detto – quanti sono impegnati ad aiutare uomini, donne e bambini schiavizzati, sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere e spesso torturati e mutilati. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo si adoperino con decisione a rimuovere le cause di questa vergognosa piaga, è vero, una piaga vergognosa, una piaga indegna di una società civile. Ognuno di noi si senta impegnato ad essere voce di questi nostri fratelli e sorelle, umiliati nella loro dignità. Preghiamo tutti insieme la Madonna per loro e per i loro familiari”.

Prima della recita della preghiera mariana, alle 50 mila persone presenti in piazza san Pietro, il Papa ha parlato del dovere di portare “la luce della Parola di Dio e la forza della grazia” ai malati e a coloro che li assistono. Il Vangelo di oggi, infatti, “ci presenta Gesù che, dopo aver predicato di sabato nella sinagoga, guarisce tanti malati. Predicare e guarire: questa è l’attività principale di Gesù nella sua vita pubblica. Con la predicazione Egli annuncia il Regno di Dio e con le guarigioni dimostra che esso è vicino, è in mezzo a noi. Entrato nella casa di Simon Pietro, Gesù vede che sua suocera è a letto con la febbre; subito le prende la mano, la guarisce e la fa alzare. Dopo il tramonto, quando, terminato il sabato, la gente può uscire e portargli i malati, risana una moltitudine di persone afflitte da malattie di ogni genere: fisiche, psichiche, spirituali. Venuto sulla terra per annunciare e realizzare la salvezza di tutto l’uomo e di tutti gli uomini, Gesù mostra una particolare predilezione per coloro che sono feriti nel corpo e nello spirito: i poveri, i peccatori, gli indemoniati, i malati, gli emarginati. Egli così si rivela medico sia delle anime sia dei corpi, buon Samaritano dell’uomo. E’ il vero salvatore, Gesù salva, Gesù cura, Gesù guarisce”.

“Tale realtà della guarigione dei malati da parte di Cristo, ci invita a riflettere sul senso e il valore della malattia. A questo ci richiama anche la Giornata Mondiale del Malato, che celebreremo mercoledì prossimo 11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes. Benedico le iniziative preparate per questa Giornata, in particolare la Veglia che avrà luogo a Roma la sera del 10 febbraio. E qui mi fermo per ricordare il presidente del Pontificio consiglio per la salute, monsignor Zimowski, che è molto malato in Polonia. Una preghiera per lui, per la sua salute, perché è stato lui a preparare questa giornata e lui ci accompagna con la sua sofferenza”.

“L’opera salvifica di Cristo non si esaurisce con la sua persona e nell’arco della sua vita terrena; essa continua mediante la Chiesa, sacramento dell’amore e della tenerezza di Dio per gli uomini. Inviando in missione i suoi discepoli, Gesù conferisce loro un duplice mandato: annunziare il Vangelo della salvezza e guarire gli infermi (cfr Mt 10,7-8). Fedele a questo insegnamento, la Chiesa ha sempre considerato l’assistenza agli infermi parte integrante della sua missione. ‘I poveri e i sofferenti li avrete sempre con voi’, ammonisce Gesù (cfr Mt 26,11), e la Chiesa continuamente li trova sulla sua strada, considerando le persone malate come una via privilegiata per incontrare Cristo, per accoglierlo e servirlo. Curare un malato, accoglierlo, servirlo è servire Cristo, è la carne di Cristo, il malato. Questo avviene anche nel nostro tempo, quando, nonostante le molteplici acquisizioni della scienza, la sofferenza interiore e fisica delle persone suscita forti interrogativi sul senso della malattia e del dolore e sul perché della morte. Si tratta di domande esistenziali, alle quali l’azione pastorale della Chiesa deve rispondere alla luce della fede, avendo davanti agli occhi il Crocifisso, nel quale appare tutto il mistero salvifico di Dio Padre, che per amore degli uomini non ha risparmiato il proprio Figlio (cfr Rm8,32). Pertanto, ciascuno di noi è chiamato a portare la luce della Parola di Dio e la forza della grazia a coloro che soffrono e a quanti li assistono, familiari, medici, infermieri, perché il servizio al malato sia compiuto sempre più con umanità, con dedizione generosa, con amore evangelico, con tenerezza. La Chiesa madre, tramite le nostre mani cura i malati, e lo fa con tenerezza. Preghiamo Maria, Salute dei malati, affinché ogni persona nella malattia possa sperimentare, grazie alla sollecitudine di chi le sta accanto, la potenza dell’amore di Dio e il conforto della sua tenerezza paterna”.

(AsiaNews)

Se hai gradito questo articolo, clicca per favore “Mi piace” sulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie in anticipo!