Motovedetta della Guardia Costiera sotto tiro di armi dei trafficanti di immigrati nel Mediterraneo. Atto di guerra

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha confermato l’episodio con una nota in cui ammette l’incapacità del Governo di agire nel modo adeguato per difendere il Paese. Ma l’aggiornamento cambia lo scenario. Agire secondo il diritto internazionale in autodifesa

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Roma – AGGIORNAMENTO 3, 16/02/2015

Da fonti qualificate citate da Paola Saluzzi, su Sky TG24 Pomeriggio, si apprende che gli uomini armati che ieri hanno avuto un ‘approccio’ con la motovedetta della Guardia Costiera hanno sparato a pelo d’acqua in direzione del natante italiano, senza però attingere nessun membro dell’equipaggio. La circostanza, se confermata ufficialmente, cambia lo scenario e si concreta come un atto ostile verso lo Stato italiano, che può reagire secondo il diritto internazionale con azioni di auto-difesa, procedendo al contempo in ambito Onu per la convocazione immediata del Consiglio di Sicurezza.

I fatti. Ieri pomeriggio uomini armati su un barchino hanno minacciato una motovedetta della Guardia Costiera italiana che stava soccorrendo un’imbarcazione con migranti a bordo, a circa 50 miglia da Tripoli. Gli uomini armati hanno intimato agli italiani di lasciare loro l’imbarcazione dopo il trasbordo dei migranti.

E così è avvenuto. Il personale della Guardia Costiera a bordo delle motovedette che fanno operazioni di ricerca e soccorso migranti nel Canale di Sicilia non è armato.

La notizia è stata commentata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, cui fanno riferimento le Capitanerie di Porto e la Guardia Costiera in questo sgangherato Paese. 

“Nella tragedia dei migranti e dell’azione di soccorso della nostra Guardia Costiera oggi è successo un fatto allarmante, che segna un ulteriore salto di qualità nell’orrendo traffico di donne, uomini e bambini nel Mediterraneo“, ha scritto Lupi. “Nel pomeriggio, mentre l’equipaggio di una motovedetta della Guardia Costiera traeva in salvo dei migranti da un barcone davanti alle coste libiche, si è avvicinato un barchino veloce con a bordo quattro persone armate di kalashnikov che hanno minacciato i marinai italiani per riprendersi il barcone vuoto e riportarlo indietro per poterlo riutilizzare” Siamo vicini agli uomini e alle donne della Guardia Costiera – sottolinea ancora Lupi – che si prodigano da anni per salvare da morte certa migliaia di persone e che per questo rischiano la vita. Oggi a maggior ragione riteniamo, come sostiene il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che per affrontare adeguatamente questo dramma sia indispensabile un intervento delle istituzioni internazionali in Libia“.

Certo se le istituzioni italiane non sono in grado di affrontare la difesa del Paese, ci dobbiamo appellare a quelle internazionali.

Il Governo Renzi – anche con Maurizio Lupi – si conferma inadeguato al ruolo e con ministri incapaci.

Nonostante la responsabilità di quanto accaduto sia del Governo – quindi anche di Maurizio Lupi – per non aver dato regole di ingaggio precise alla Marina Militare e alla Guardia Costiera, il Comandante Generale delle Capitanerie di Porto, Felicio Angrisano, ha ringraziato via Twitter il “Sig. Ministro Lupi” (con eccesso di titoli e di maiuscole, ma si sa, l’ortografia è un’opinione…) per la “condanna espressa”. Un messaggio che indica in modo incontrovertibile quale sia la partecipazione dei vertici delle FFAA e delle FFOO nella tutela della sicurezza nazionale.

Il Capo dello Stato intervenga in modo attivo per modificare questo stato di cose, visto il momento di particolare gravità.

AGGIORNAMENTO 3, 16/02/2015, ORE  16:35:32| © RIPRODUZIONE RISERVATA

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