Abd al-Fattāḥ ‘Ike’ al-Sīsī ordina la risposta egiziana allo Stato Islamico: bombardamento sull’ISIS in Libia

Scattata la rappresaglia di autodifesa, nel quadro dell’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, del difensore della Libertà in Africa, l’Ike Eisenhower d’Egitto, di fronte alla barbarie jihadista. Il presidente egiziano ha reso visita al Papa copto-ortodosso Tawadros II: “non permetteremo una guerra contro il Cristianesimo”

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Il Cairo – L’Egitto ha annunciato di aver bombardato obiettivi dello Stato Islamico in Libia dopo la diffusione del video della decapitazione di 21 cittadini egiziani di religione copta che erano stati rapiti a Sirte tra dicembre e gennaio.

A darne notizia è l’emittente di stato egiziana, spiegando che i raid compiuti all’alba dall’aviazione del Cairo hanno colpito campi di addestramento e siti di stoccaggio delle armi. In precedenza il presidente egiziano Abd al-Fattāḥ al-Sīsī aveva detto che l’Egitto aveva il “diritto di rispondere” contro Ansar al-Sharia. La rappresaglia – atto consentito dal diritto internazionale – avviene nelle piena legalità internazionale, perché rientra tra gli atti legittimi previsti come auto-difesa e rientranti nel vigore dell’Articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite.

Il primo bilancio dell’attacco parla di almeno quaranta i jihadisti dello Stato Islamico neutralizzati.

L’aviazione egiziana condurrà domani nuovi raid. Su al-Arabiya un comandante dell’aviazione libica, Saqer al-Joroushi, ha dichiarato che “l’Egitto e la Libia stanno combattendo la stessa guerra‘ confermando che gli attacchi sono fatti in coordinamento con le autorità legittime di Tripoli. Il militare ha quindi aggiunto che “altri raid verranno condotti oggi e domani in coordinamento con l’Egitto“.

In azione anche gli aerei libici – È di almeno sette morti, tra cui purtroppo sembra anche tre bambini, il bilancio dei raid condotti dall’aviazione militare libica sulla città di Derna, in Cirenaica, sotto il controllo dei jihadisti .

Il presidente egiziano Abd al-Fattāḥ al-Sīsī ha fatto visita oggi al Papa della Chiesa copto-ortodossa Tawadros II per porgergli le sue condoglianze per l’uccisione dei 21 cittadini copti da parte dei jihadisti dello Stato Islamico, i quali secondo l’Ike Eisenhower d’Egitto – difensore della libertà e della laicità in patria così come in Libia – “vogliono una guerra contro il Cristianesimo”, ha dichiarato il portavoce della Chiesa cattolica egiziana, Rafiq Greish. In un’intervista ad Aki-Adnkronos International, Greish ha definito l’esecuzione dei copti da parte dei terroristi islamici “un crimine efferato. Non ci sono parole – aggiunge – per descrivere la terribile scena di quei giovani meno che trentenni morti senza colpa“.

L’invito, da parte degli religioso, è che gli attacchi dell’esercito egiziano in Libia “servano a eliminare lo Stato islamico e non solo a placare l’opinione pubblica” dell’Egitto.

Assassinio 21 egiziani: condanna di Washington – La Casa Bianca ha intanto condannato l’uccisione dei 21 copti, definendola “spregevole e vile” ed esortando i libici a respingere i gruppi islamisti ed ogni atto di terrorismo. “Questo massacro gratuito di innocenti è solo l’ultimo di molti atti brutali sferrati dai terroristi affiliati allo Stato islamico contro la popolazione della regione“, ha affermato Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca. Questo atto “efferato – ha aggiunto Earnest – sottolinea ancora una volta la necessità urgente di una soluzione politica del conflitto in Libia“.

(Credit: Adnkronos)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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