Il Telegraph lancia l’allarme: ‘i Jihadisti libici dell’Isis attaccheranno sud Europa e navi crociate’

Il quotidiano britannico cita fonti jihadiste rinvenute dal Gruppo Quilliam, un’organizzazione britannica che monitora i gruppi jihadisti nel Regno Unito, secondo cui i miliziani del sedicente Stato Islamico si infiltreranno nei barconi che trasportano i migranti in arrivo in massa sulle coste della Sicilia per attaccare ‘compagnie marittime e navi’. I porti del Meridione punto debole della catena. Tunisi collaborerà all’evacuazione degli egiziani verso la Tunisia

20150218-telegraph-655x545


Londra – Allarme del quotidiano britannico ‘The Telegraph‘ lancia l’allarme ‘invasione’ dei jihadisti del sedicente Stato Islamico, che intenderebbero utilizzare la Libia per portare “il caos nel sud dell’Europa. Il Telegraph cita documenti segreti dei miliziani islamisti e, in particolare, uno di uno dei reclutatori dell’Isis in Libia, secondo il quale l’infiltrazione avverrà mischiandosi tra gli immigrati che arrivano sui barconi in Sicilia.

Il documento è stato rinvenuto dagli 007 privati del Gruppo Quilliam, un’organizzazione britannica impegnata a scovare nel web i movimenti jihadisti che operano nel Regno Unito. 

Successivamente i jihadisti – secondo le parole del jihadista che si fa chiamare Abu al-Arhim Libim, il quale descrive la Libia come avere “un potenziale immenso” per Isil, facendo notare la disponibilità di armi ai miliziani provenienti dagli arsenali libici. 

Alcune di queste armi sono di provenienza britannica, fornite al regime di Gheddafi. Si tratterebbe di mitragliatrici, fucili di precisione e munizioni, che la Gran Bretagna avrebbe dato al regime libico negli ultimi anni – prima dell’attacco nel 2011 – quando si erano normalizzate le relazioni tra Tripoli e Londra (post attentato all’aereo Pan-Am sulla Scozia), in considerazione del ruolo giocato dal colonnello contro il terrorismo islamico. 

Il Telegraph cita le dichiarazioni rilasciate lunedì scorso da Sir John Sawers, ex capo del MI6 (Il Servizio Segreto estero della GB), il quale ha affermato che la Gran Bretagna dovrebbe considerare di inviare truppe di terra per fermare il dilagare dei jihadisti in Libia.

Va detto che funzionari della sicurezza (MI5 e MI6) condividono la preoccupazione circa l’infiltrazione di jihadisti tra i migranti. Il quotidiano britannico cita anche il ministero dell’Interno italiano, che stima – secondo le indicazioni provenienti dall’intelligence nazionale – in 200 mila i rifugiati pronti a partire per l’Italia e a invadere l’Europa, mettendo in crisi la Sicilia, l’estremo lembo del Continente a sud.

Il The Telegraph afferma anche che “l‘anno scorso più di 170.000 sono arrivati ​​in Italia via mare, tra cui decine di migliaia di siriani in fuga dalla guerra civile nel loro paese d’origine” e cita l’incidente avvenuto a una motovedetta della Guardia Costiera il 15 febbraio scorso, attaccata da un gruppo armato di trafficanti di uomini. Il quotidiano britannico afferma che il prossimo passo potrebbe essere un’incursione armata dei jihadisti contro naviglio militare, adottando tattiche di guerriglia simili alla pirateria.

Sotto osservazione delle intelligence occidentali ci sono i porti del Mediterraneo, considerati dei veri e propri colabrodo.

Intanto il premier libico riconosciuto dalla Comunità Internazionale, Abdallah Al Thani, ha detto alla radio tunisina Express Fm, che membri dell’Isis e di Boko Haram hanno raggiunto o stanno raggiungendo i gruppi terroristici presenti in Libia, precisando che milizie di Boko Haram starebbero avvicinandosi al confine con la Tunisia.

A proposito dell’intervento militare egiziano, Al Thani ha affermato che gli attacchi aerei su postazioni Isis in Libia sono state eseguite con l’approvazione del governo libico e che il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha rifiutato di fornire armi allo Stato libico per la sua lotta contro il terrorismo.

La Tunisia ha dispiegato lungo il confine di terra e di mare con la Libia unità dell’esercito, rafforzate da unità della Guardia nazionale e della Dogana, per difendersi da “eventuali minacce contro l’integrità territoriale del Paese” ed “impedire ogni tentativo di infiltrazione da parte di terroristi”, ha detto il colonnello Belhassen Oueslati, portavoce del ministero della Difesa. Le forze armate tunisine possono contare su 27 mila uomini dell’esercito, 4.000 dell’aviazione e 4.500 di marina.

L’ambasciatore egiziano a Tunisi, Aymen Jameleddine Machrefa, ha dichiarato che dopo molte esitazioni la Tunisia assisterà l’Egitto per l’evacuazione dei lavoratori del Cairo dalla Libia. Stante a quanto riporta ‘Tunisie numerique‘, un giornale tunisino online, i lavoratori egiziani in Libia sarebbero tra 200 e 250 mila e saranno evacuati con una maxi-operazione che comprenderà colonne di autobus verso l’Egitto e la Tunisia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Se hai gradito questo articolo, clicca per favore “Mi piace” sulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie in anticipo!