Bangladesh, crollo di Rana Plaza. Benetton fa un passo indietro e risarcirà le vittime

L’azienda italiana aveva sempre negato ogni responsabilità nel peggior incidente dell’industria tessile mai avvenuto in Bangladesh. A far capitolare il colosso una petizione online con oltre un milione di firme, che minacciava di causare disagi durante la settimana della moda milanese. Di fatto il gruppo di Treviso ha ceduto a un ricatto online, seppur compiuto con le migliori intenzioni. Nel crollo morirono 1.138 persone; i feriti furono più di 2mila

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Treviso –  – Il gruppo italiano Benetton contribuirà al fondo internazionale di risarcimento per le vittime del disastro del Rana Plaza, il cui crollo causò la morte di 1.138 persone in Bangladesh. L’azienda d’abbigliamento ha preso questa decisione dopo che una petizione online sul sito Avaaz ha raccolto oltre un milione di firme che esortavano il gruppo a pagare per non subire “proteste umilianti” durante la settimana della moda di Milano, che si terrà la prossima settimana.

Il colosso dell’abbigliamento di Treviso era uno dei marchi che faceva realizzare i propri abiti nel complesso del Rana Plaza, ma che dopo il crollo si era detto “estraneo ai fatti“. Dunque Benetton ha ceduto a un ricatto online. Un fatto che non ha molti precedenti.

Il 24 aprile 2013 il Rana Plaza, un palazzo di otto piani, collassò su se stesso. Pur essendo stato dichiarato inagibile e pericolante, al suo interno si trovavano migliaia di uomini e donne, impiegati in cinque fabbriche tessili che fornivano grandi catene internazionali d’abbigliamento.

Tra queste, marchi come Benetton, PrimarkJoe Fresh. Nel crollo morirono 1.138 persone e oltre 2mila rimasero ferite, la maggior parte delle quali ha subito amputazioni o lesioni permanenti.

Benetton non ha detto a quanto ammonterà il proprio contributo. Tuttavia, ha dichiarato di stare lavorando con “una terza parte riconosciuta a livello globale” per stabilire quanto dovrà risarcire ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime.

In seguito alla tragedia, l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) ha creato il Rana Plaza Trust Fund per organizzare un fondo internazionale di risarcimento. Per il momento ha raccolto 21 milioni di dollari, ma servono altri 9 milioni per raggiungere la cifra prestabilita.

Dopo la Cina, il Bangladesh è il secondo esportatore di vestiti al mondo. L’industria tessile rappresenta più del 10% del Pil e circa l’80% delle esportazioni, per lo più negli Stati Uniti e in Europa. Il Bangladesh ha circa 4.500 fabbriche, che danno lavoro a oltre 2 milioni di persone. 

Il crollo del Rana Plaza è considerato il peggior incidente sul lavoro mai avvenuto nel Paese. 

(AsiaNews) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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