Cgia Mestre denuncia il flop delle liberalizzazioni già promosse: “tariffe più alte. In 20 anni Rc Auto alle stelle”

L’obiettivo di favorire i consumatori non è stato raggiunto, denuncia l’associazione all’indomani del cdm che ha varato anche alcune norme in materia. “Ad eccezione di medicinali e telefonia i prezzi e le tariffe sono aumentati in misura maggiore dell’inflazione”

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Mestre – L’obiettivo delle liberalizzazioni già promosse dai Governi italiani era di favorire i consumatori: si può dire che l’obiettivo è fallito, non è stato raggiunto. Questo è quanto sostiene la Cgia di Mestre, che denuncia come “ad eccezione di quelle dei medicinali e della telefonia, nei settori che negli ultimi 20 anni sono stati interessati dal processo di apertura alla concorrenza, i prezzi e le tariffe sono aumentati in misura maggiore dell’inflazione“.

La situazione più “clamorosa“, continua l’organismo presieduto da Giuseppe Bortolussi, è quella che si è verificata nel campo della assicurazioni dei mezzi di trasporto: dal 1994 a oggi le tariffe sono aumentate del 189,3%, a fronte di un incremento dell’inflazione del 50,1%. “In questi vent’anni – afferma la nota della Cgia – le assicurazioni sono aumentate 3,8 volte in più del costo della vita“.

Altrettanto preoccupante, continua la Cgia, è il quadro emerso dall’analisi dei servizi bancari e 20150207-cgia-mestrefinanziari. Sempre dal 1994 al 2014, le tariffe sono cresciute del 115,6%, mentre l’inflazione sempre del 50,1%. “Ciò vuol dire – spiega l’associazione – che le prime sono aumentate 2,3 volte in più rispetto alla seconda“.

Anche i trasporti aerei, secondo le stime della Cgia, hanno fatto segnare un incremento dei prezzi molto consistente: tra il 1997 ed il 2014 sono aumentati del 71,7%. Nello stesso periodo, il costo della vita è salito del 41,5%. I pedaggi autostradali, invece, sono stati interessati dalle liberalizzazioni a partire dal 1999: in questi ultimi 15 anni le tariffe sono mediamente cresciute del 69,9%, mentre l’inflazione del 36,5%.

Dal 2000, anche il settore del trasporto ferroviario è stato aperto alle aziende private, ma secondo la Cgia i prezzi dei biglietti sono aumentati mediamente del 58,3%, a fronte di un incremento dell’inflazione del 33,1%.

A partire dal 2003, anno in cui ebbe inizio il processo di liberalizzazione, il settore del gas ha subito un ritocco all’insù del prezzo medio del 43,2%: l’inflazione, invece, è salita del 23,1% (quasi la metà). I servizi postali, liberalizzati a partire dal 1999, hanno fatto registrare un incremento delle tariffe del 40,4%, mentre il costo della vita è salito del 36,5%.

Sul fronte dei trasporti urbani, che hanno conosciuto l’apertura del settore alle aziende private nel 2009, in appena cinque anni l’aumento medio dei biglietti è stato del 27,3%, ma la dinamica dei prezzi è cresciuta del 9%.

L’energia elettrica, infine, è l’ultimo settore dove il costo della vita è cresciuto meno20140913-giuseppe-bortolussi-312 dell’incremento della tariffa. Dal 2007 ad oggi, i prezzi sono saliti del 13,6%, mentre le bollette elettriche del 21%.

Le uniche note positive, sostiene la Cgia, sono quelle rilevate nei settori della telefonia (-23%) e dei medicinali (-12,1%), con l’inflazione che è aumentata rispettivamente del 38,8% e del 50,1% e quindi un decremento reale di oltre il 70% per la telefonia e di oltre il 60% per i medicinali.

“Premesso che noi siamo a favore di un’economia più aperta che combatta le rendite corporative e parassitarie – afferma il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussinon possiamo nascondere la preoccupazione per l’esito che le liberalizzazioni hanno avuto nel nostro Paese. In molti casi, i settori interessati da questo processo sono passati da un monopolio pubblico che funzionava poco e male a vere e proprie oligarchie di privati che hanno fatto pagare il conto di questa operazione ai consumatori finali”.

Tuttavia alla CGIA precisano anche che la dinamica delle tariffe dell’energia e dei trasporti è stata parzialmente condizionata da alcune specificità settoriali, di cui però non è stato possibile tenere conto.

I rincari avvenuti nel settore del gas – conclude Giuseppe Bortolussi – hanno sicuramente risentito del costo della materia prima, mentre l’energia elettrica è stata influenzata dall’andamento delle quotazioni petrolifere e dall’aumento degli oneri generali di sistema, in particolare per la copertura degli schemi di incentivazione delle fonti rinnovabili. I trasporti urbani, invece, hanno subito gli aumenti del costo del carburante e quello del lavoro. Non va dimenticato che molti rincari sono stati condizionati anche, e qualche volta soprattutto, dall’ aggravio fiscale. Tuttavia, nonostante i processi di liberalizzazione avvenuti negli ultimi decenni abbiano interessato gran parte di questi settori, irisultati ottenuti sono stati deludenti. In linea di massima, oggi siamo chiamati a pagare di più, ma la qualità dei servizi resi non ha subito miglioramenti sensibili, anzi in molti casi è addirittura peggiorata“.

Il che significa che non solo le liberalizzazioni sono fallite sotto il profilo economico, sono anche fallite sotto quello del rapporto costo/benefici in termini qualitativi.

La ministra dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, li conosce questi dati? 

(Credit: Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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