Libia, stampa algerina: tra milizie di Misurata e Zintan accordo preliminare per stop a combattimenti

Secondo il quotidiano algerino ‘El Khabar’, l’intesa prevede anzitutto “l’apertura dei valichi di transito per agevolare il passaggio di aiuti umanitari e lo scambio di prigionieri”. La tregua è stata mediata dal Consiglio dei notabili della Libia

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Malta – Le milizie di Misurata (tra cui anche gli esponenti salafiti e islamisti di Libyan Shield) e quelle di Zintan (laiche e supportanti il governo legittimo di Abdullah al-Thani, l’unico eletto e disarcionato da una sentenza della Corte Costituzionale sotto minaccia islamista), le principali forze in campo sulla scena libica, avrebbero raggiunto un accordo preliminare per fermare i combattimenti nella parte occidentale della Libia. Una tregua, non un accordo di pacificazione. 

Lo riferisce il quotidiano algerino ‘El Khabar, secondo cui l’accordo prevederebbe anzitutto “l’apertura dei valichi di transito per agevolare il passaggio di aiuti umanitari e lo scambio di prigionieri“.

Questa sarebbe la “premessa alla fine dei combattimenti e al lancio di un progetto di riconciliazione globale nell’ovest del Paese“, prosegue il quotidiano algerino, che spiega come il raggiungimento della tregua è stata possibile “grazie agli sforzi compiuti dal Consiglio dei notabili della Libia, di cui fanno parte personalità di spicco di Zintan, e dal Comitato di dialogo di Misurata“.

Sono previste altre sedute di negoziati per discutere “le garanzie offerte dalle due parti per non violare l’accordo“, come ha spiegato al giornale algerino il sindaco di al-Asabia, Saad al-Shartaa.

Il Consiglio dei notabili si era riunito venerdì ad al-Asabia, a ovest di Tripoli, nel tentativo di riconciliare le fazioni di Zintan e Misurata.

Questa decisione avvalorerebbe gli sforzi negoziali diplomatici condotti dal mediatore Onu Bernardino León, ma per affermare questo con certezza occorre verificare la reale volontà delle milizie islamiste – legate ai Fratelli Musulmani egiziani, fuorilegge in patria – di allearsi con il governo eletto e riconosciuto dalla Comunità Internazionale, cui sono alleate le Milizie di Zintan, per neutralizzare la minaccia proveniente dai radicali di Ansar al-Sharia e Libya Dawn, affiliate al cosiddetto e autoproclamato Stato Islamico. 

Quel che appare certo è che la Libia sarà nell’agenda politica e militare dei Paesi del Mediterraneo per i prossimi anni e l’Italia – con tutte le cautele e i distinguo del caso per il passato coloniale – non può e non deve sminuire i rischi, né abbandonare la parte laica della Libia che al nostro Paese guarda con la speranza di trovare il più lucido interlocutore tra gli Stati alleati naturali. 

(Credit: Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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