Indagine sulla qualità degli alberghi italiani: per 40% viaggiatori sono inadeguati e arretrati rispetto a media UE

Un Convegno di Confindustria Alberghi oggi a Roma discuterà della ricettività alberghiera alla vigilia dell’apertura dell’Expo. Forse con un certo ritardo…

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Roma – Per il 40% dei viaggiatori il sistema alberghiero italiano è arretrato rispetto all’offerta media nell’Unione Europea. Per discutere di questa situazione oggi l’Associazione Italiana Confindustria Alberghi – in collaborazione con ISPO Ricerche – presenta infatti i risultati della ricerca “Turismo e ricettività alberghiera: la situazione alle porte di Expo“.

Ad illustrare i dati dell’indagine di mercato interverrà Renato Mannheimer, di ISPO Ricerche, che anticiperà il dibattito cui parteciperanno Magda Antonioli, direttore MET Università Bocconi, Maria Carmela Colaiacovo, vice Presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Costanzo Jannotti Pecci, presidente Federterme e Cristiano Radaelli, Commissario Straordinario dell’Enit. Modererà Silvia Vaccarezza, giornalista del TG2.

Sotto il profilo della ricettività, il giudizio espresso dagli italiani è generalmente positivo per tutti i tipi di strutture ricettive esaminate, anche se i voti più elevati vengono assegnati agli alberghi di fascia alta. Nonostante ciò, il confronto con la ricettività esistente negli altri Paesi europei  vede il sistema ricettivo italiano sfavorito, visto che il 40% degli intervistati viaggiatori lo ha giudicato arretrato rispetto all’offerta europea.

Su Expo Milano 2015 l’opinione della popolazione è divisa: il 51% esprime un atteggiamento positivo, mentre il restante 49% – costituito in particolar modo da giovani, da istruiti, da professionisti – manifesta un atteggiamento di sfiducia verso le opportunità offerte dall’esposizione universale.

A destare le maggiori preoccupazioni è il dopo-Expo: secondo la maggioranza degli intervistati, non esiste alcun progetto per il post-evento e non si sa che cosa rimarrà al turismo italiano.

Del resto, con la improvvida modifica del Titolo V di qualche anno fa, il turismo è diventato di competenza regionale e questo si è tradotto in una frammentazione dei progetti di promozione, che le regioni non hanno saputo o non hanno voluto coordinare tra loro, nell’illusione di guadagnare posizioni sulle altre, mentre il sistema-Paese dovrebbe giocare un piano unitario sul mercato internazionale del turismo, dandosi una strategia complessiva e volta a valorizzare le ricchezze esistenti, a migliorare l’offerta debole ma promettente (come il turismo nel Meridione d’Italia), a sviluppare una promozione sui mercati internazionali che ponga l’Italia al centro dell’attenzione dei consumatori.

In questo quadro, forse anche questo convegno avrebbe dovuto tenersi qualche mese fa…

(Fonte: askanews)  © RIPRODUZIONE RISERVATA

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