Jihadi John è Mohammed Emwazi: dalla borghesia di Londra alle esecuzioni dell’ISIS, sulle ali di Satana

Secondo la BBC è stato identificato il boia jihadista: ha 27 anni e smentisce tutte le letture sociologiche di sinistra sulle motivazioni sociali dei jihadisti. Contro questa ideologia abbiamo solo un’opzione: combattere per la Libertà e la sopravvivenza della nostra civilità

Mohammed Emwazi con Haruna Yakawa e Kenji Goto, le sue ultime due vittime note
Mohammed Emwazi con Haruna Yakawa e Kenji Goto, le sue ultime due vittime note

Londra – È stato identificato ‘Jihadi John’, il boia del sedicente Stato Islamico apparso nei video in cui si mostravano le decapitazioni di ostaggi occidentali. Lo ha rivelato la Bbc, secondo cui si tratterebbe di Mohammed Emwazi, un cittadino britannico che risiedeva nella zona occidentale di Londra, già noto ai servizi di intelligence.

Emwazi – ribattezzato ‘Jihadi John’ per via del suo accento britannico – aveva fatto la sua comparsa per la prima volta nell’agosto scorso, nel video in cui l’autoproclamato Stato Islamico ha mostrato la decapitazione del giornalista americano James Foley. Poi ha replicato, uccidendo con le proprie mani – come agnelli sacrificali sull’altare del Maligno –  Steven Sotloff, David Haines, Alan Henning, Peter Kassig, Haruna Yakawa e Kenji Goto

Vestito tutto di nero con il volto coperto da un niqab in formato maschile, gli occhi gelidi, il coltello sguainato, finora di lui si conosceva solo il timbro della voce e, naturalmente, la sua ferocia. Adesso sappiamo chi è questo rifiuto dell’Umanità

Mohammed Emwazi, ha 27 anni, è nato nel Kuwait ed è cresciuto nei quartieri occidentali di Londra in una famiglia benestante, frequentando la moschea di Greenwich. La BBC – che ha dato la notizia, citando fonti di Scotland Yard – ha precisato che la sua identità fosse nota da tempo, ma che l’MI6 (il controspionaggio britannico) non ne aveva rivelato l’identità per non compromettere le indagini.

Emwazi è stato identificato e riconosciuto da amici e conoscenti anche al Washington Post, al quale una fonte ha assicurato: “Non ho dubbi che Mohammed sia Jihadi John. Per me era come un fratello“.

Jihadi John è crescito im una famiglia del ceto medio, si è laureato in informatica prima di partire per la Siria, nel 2012.Ha cominciato a radicalizzarsi dopo essere stato arrestato perché organizzava un viaggio per un safari in Tanzania, accusato dagli agenti dell’intelligence di voler recarsi in Somalia.

Le sue origini e il suo retroterra sociale smentiscono le farneticanti e socialisteggianti tesi dei maitres-à-penser di sinistra, che hanno attribuito alle diseguaglianze nel mondo – che sempre sono esistite e sempre esisteranno – la natura rivoluzionaria del movimento jihadista.

Il movimento jihadista ha invece una solida base teorica e filosofica nelle teorie hanbalite e mira a instaurare il dominio della sharia al mondo intero. Per questo è un progetto imperialista, geopolitico e georeligioso, imposto se necessario con la violenza. 

Oggi più che mai è necessario coagulare le forze democratiche che si oppongono a questo orrore, a questa deriva satanica postasi fuori dal consesso umano. 

Non funzionò l’appeasement di Nevile Chamberlain con Hitler e i nazisti, non funzionerà mai il cedimento morale verso la minaccia alla propria Libertà. E per questo motivo occorre stringersi tutti insieme – a prescindere dalla religione – per rigettare questo tentativo di far scivolare il mondo indietro di 500 anni. 

La nostra Libertà, di uomini del mondo, necessita della nostra difesa attiva e della nostra determinazione. Mollare significherà perire. 

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