Il cambio al vertice della Difesa: Claudio Graziano nuovo Capo di Stato Maggiore. “Mare Aperto” ai nastri di partenza

Alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, presso il Comando della Squadra Navale della Marina Militare (CINCNAV) si è svolta la cerimonia di avvicendamento con l’uscente Luigi Binelli Mantelli, che lascia il servizio attivo. Un’esercitazione nel Mediterraneo mostra la prontezza operativa dei militari e l’inadeguatezza istituzionale dei politici – Galleria Fotografica

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Roma – Il Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano è subentrato ieri all’Ammiraglio di Squadra Navale Luigi Binelli Mantelli nell’ufficio di Capo di Stato Maggiore della Difesa. Binelli Mantelli con il passaggio di consegne, avvenuto presso il Comando della Squadra Navale della Marina Militare (CINCNAV), ha lasciato l’incarico – assunto il 31 gennaio 2013 – e il servizio attivo per raggiunti limiti d’età.

La cerimonia si è svolta alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, del presidente del Senato, Pietro Grasso, della ministra della Difesa, Roberta Pinotti, che ha ringraziato l’Ammiraglio Binelli Mantelli per il lavoro svolto nel corso del suo mandato e ha rivolto al Generale Graziano gli auguri per il nuovo incarico.

“L’odierno avvicendamento – ha detto Pinotti – avviene in un momento insieme delicato e importante”. “Delicato perché la situazione internazionale si è progressivamente deteriorata nell’ultimo quinquennio e, in modo particolare, nell’ultimo anno”, ha aggiunto la titolare del dicastero di via XX Settembre, che ha spiegato come l’arco della crisi in corso coinvolga i confini meridionali e orientali dell’Unione Europea, con situazioni di particolare preoccupazione anche alle porte del nostro Paese, come è a tutti noto.

Il riferimento esplicito è alla Libia, dove la situazione è magmatica e incandescente, anche se il Governo sembra incline a prendere decisioni bypassando il Parlamento, utilizzando strumentalmente la scusa delle esercitazioni militari e dell’addestramento, ripreso dopo la chiusura dell’operazione ‘Mare Nostrum’, che ha impegnato la Marina Militare in modo quasi esclusivo.

Il momento è anche importante, ha aggiunto Pinotti, “perché per garantire una cornice di sicurezza adeguata alla portata di questi rischi e di queste minacce, il Governo si è impegnato lo scorso anno nell’elaborazione di un ‘Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa’ che – ha ricordato la ministra della Difesa – attendo di poter presentare al prossimo Consiglio Supremo di Difesa e, successivamente, al Parlamento e all’opinione pubblica”. 

Va detto che il “Libro Bianco” dovrebbe essere un documento di programmazione della difesa nazionale, ma il Governo Renzi e la ministra Pinotti si sono dati una prospettiva “internazionale” che è del tutto illusoria con i livelli di spesa militare (sotto lo 0,9% del Pil reale) attuali, frutto di erosioni al bilancio impressi da tutti i governi degli ultimi 30 anni. Al massimo Renzi & Pinotti possono fare finte nozze con finte fichi secchi.

Nonostante i tagli, è vero che le Forze Armate hanno avuto la capacità di consolidare un patrimonio di credibilità internazionale, di esperienza e di capacità, all’altezza dei colleghi militari alleati in ambito Nato, oltre che il rispetto dell’opinione pubblica nazionale, a parte la solita francia di contestatori antimilitaristi, pacifinti in servizio permanente effettivo

Alla cerimonia, svoltasi davanti a un reparto interforze, hanno presenziato anche i sottosegretari alla Difesa Domenico Rossi e Gioacchino Alfano, alcuni ex ministri della Difesa, personalità politiche, civili, religiose e militari.

Per il nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa subito un impegno non indifferente: l’esercitazione ‘Mare Aperto’ nel Mediterraneo Centrale, con il dispiegamento di unità della Marina Militare in proiezione di protezione degli interessi economici nazionali e, in questo quadro, con operazioni di sicurezza marittima, lotta antisommergibile, antiaerea e antinave.

Tutto questo giro di parole, al di là dell’ufficialità, significa prontezza operativa per difendere le piattaforme petrolifere che assicurano una parte importante del fabbisogno petrolifero italiano, oltre che la centrale di compressione di Mellitah della Western Libyan Gas Projects, la Joint Venture tra National Oil Corporation libica e l’Eni.

Questioni vitali per l’Italia, ma l’esercitazione farlocca “Mare Aperto” (che scatta alla mezzanotte del 2 marzo) mostra ancora una volta da un lato la capacità dello strumento militare ad agire nonostante i tagli, dall’altro l’inadeguatezza della politica, ancora una volta incapace di prendere decisioni chiare, trasparenti e decise in un quadro di serietà (anche verbale) e di legalità parlamentare: nessuno alla Camera e al Senato sa quando e come è stata decisa questa esercitazione, mentre sarebbe stato più serio informare maggioranza e opposizione della decisione di inviare in zona di operazioni (Golfo della Sirte, per chiamare le cose con il loro nome) una foza di dissuasione in grado di intervenire per cordonare con un dispiegamento militare sufficiente le piattaforme petrolifere di cui sopra. 

Renzismo, con la V maiuscola (V come Vergogna).

Galleria Fotografica (Fonte Stato Maggiore della Difesa)

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