La disoccupazione cala dello 0,1% rispetto a dicembre, ma nell’ultimo quadrimestre 2014 è cresciuta dello 0,6%

L’Istat conferma la lievissima flessione a gennaio rispetto al mese precedente, con un trend che si conferma da dicembre ma solo di uno striminzito 0,1%. Tuttavia su base annua il tasso di disoccupazione Si torna sullo stesso livello dell’inizio del 2014, che il Codacons definisce “un anno devastante” per il lavoro in Italia

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Roma – L’Istat conferma il mood ottimista e informa che a gennaio è sceso ancora il tasso di disoccupazione, che si attesta al 12,6% con una flessione ri-di-co-la di 0,1 punti percentuali. Un calo che conferma quello analogo già registrato a dicembre, riportando il tasso di disoccupazione allo stesso livello di dodici mesi fa. Luci e ombre, dunque, negli ultimi dati dell’Istat sul lavoro.

La crescita dell’occupazione interessa in misura contenuta i lavoratori a tempo indeterminato (+18.000 unità) e in modo più sostenuto i lavoratori a termine (+79.000 unità). Prosegue, invece, a ritmo meno sostenuto il calo degli indipendenti (-9.000 unità).

Nella media del 2014, tuttavia, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12,7% in confronto al 12,1% di un anno prima. L’incremento interessa entrambe le componenti di genere e tutto il territorio nazionale, in particolare il Mezzogiorno dove la disoccupazione arriva al 20,7%. Si tratta del livello più alto dal 1977.

Disoccupazione record per i giovani fra i 15 e i 24 anni che cresce di 2,6 punti percentuali, arrivando al 42,7%, con un picco del 58,5% per le giovani donne del Mezzogiorno. Nella media del 2014, i disoccupati sono aumentati di 167 mila unità (+5,5%) e l’incremento è dovuto in quasi sette casi su dieci a quanti sono alla ricerca di prima occupazione.

L’incidenza della disoccupazione di lunga durata (dodici mesi o più) sale dal 56,4% del 2013 al 60,7% del 2014. Il tasso di disoccupazione si riduce per gli stranieri, passando dal 17,2% del 2013 al 16,9% del 2014; l’indicatore scende dal 16,6% al 16,1% per gli uomini e dal 18,0% al 17,7% per le donne. La popolazione inattiva tra 15 e 64 anni torna a diminuire (-233.000 unità, pari a -1,6%). Il calo interessa esclusivamente la componente italiana, sia tra gli uomini sia, soprattutto, tra le donne. Alla riduzione degli inattivi non disponibili a lavorare (-503.000 unità) si contrappone la crescita di coloro che cercano lavoro non attivamente o pur non cercando lavoro sono disponibili a lavorare (nel complesso +293.000 unità).

Tra i motivi della mancata ricerca di lavoro crescono lo scoraggiamento e l’attesa degli esiti di passate azioni di ricerca (rispettivamente 173.000 e 94.000 persone in più). Prosegue il calo degli inattivi non interessati a lavorare o ritirati dal lavoro (-372.000 unità), concentrati in nove casi su dieci nella fascia di età tra 55 e 64 anni

Codacons, dati 2014 devastanti – “I dati sulla disoccupazione diffusi oggi dall’Istat, se da un lato vedono timidi segnali di ripresa per il mese di gennaio, sono assolutamente ‘devastanti’ per quanto riguarda il 2014, anno che si è chiuso con un tasso record di disoccupati pari al 12,7%“. Lo afferma in una nota il Codacons, commentando i dati Istat diffusi oggi.

I numeri sull’occupazione, rileva l’associazione dei consumatori, “mostrano in modo inequivocabile gli effetti dirompenti della crisi economica sul mercato del lavoro in Italia. Dal periodo pre-crisi ad oggi -sottolinea l’associazione presieduta da Carlo Rienzi – il tasso medio di disoccupazione è passato dal 6,1% del 2007 al 12,7% del 2014; il numero di cittadini senza occupazione è quindi più che raddoppiato nell’arco di pochi anni, passando da 1.506.000 disoccupati del 2007 ai 3.236.000 dello scorso anno, ossia 1.730.000 disoccupati in più per effetto della crisi economica“.

Dall’Istat, aggiunge il Codacons, “arriva un preoccupante segnale di allarme per il sud Italia, dove il tasso di disoccupazione raggiunge il 20,7% – afferma Rienzi – Questo significa che nel Mezzogiorno più di un cittadino su 5 non lavora; dati che non hanno bisogno di ulteriori commenti“.

(Fonte: agenzie) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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