Caso Battisti. Alberto Torregiani chiede al Governo di riportare in Italia il delinquente pluriomicida

Il figlio di Pierluigi, il gioielliere ucciso per rappresaglia il 16 febbraio 1979 durante un’azione rivendicata dai ‘Proletari Armati per il Comunismo’, mostra perfino un senso di umanità che il criminale Battisti non merita. “Credo che sia fondamentale che, nel caso, non venga accolto con un mazzo di fiori ma gli venga accordata la sua pena e ne possa scontare una parte in carcere per dimostrare che la legge è uguale per tutti”. Alberto Torregiani rimase ferito alla colonna vertebrale quella tragica sera e da allora è paraplegico

Alberto Torreggiani, figlio di Pierluigi, il gioielliere assassinato da un commando dei Proletari Armati per il Comunismo di cui Cesare Battisti (nel riquadro) è stato condannato all'ergastolo come mandante
Alberto Torreggiani, figlio di Pierluigi, il gioielliere assassinato da un commando dei Proletari Armati per il Comunismo di cui Cesare Battisti (nel riquadro) è stato condannato all’ergastolo come mandante

Milano – “È una sorpresa sicuramente piacevole, ma anche da prendere con le pinze perché l’espulsione di Cesare Battisti dal Brasile non vuol dire che sarà estradato in Italia e per questo mi appello al governo e al premier Matteo Renzi affinché mostrino la giusta determinazione sul caso e tornino a chiedere” che l’ex terrorista rientri in Italia “e sconti la sua pena“.

Così Alberto Torregiani ha commentato la decisione di una corte di Brasilia di espellere Battisti, condannato in Italia per quattro omicidi fra cui quello di suo padre, avvenuto la sera del 16 febbraio 1979. Nel dicembre 2010 il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva rifiuto l’estradizione in Italia, con sommo giubilo dell’accozzaglia di pseudo intellettuali italiani, moralmente contigui con questo frutto velenoso della parte più sinistra della cultura delinquenziale italiana.

Il quotidiano ‘O globo‘ ha anticipato che un giudice federale di Brasilia – Adverci Rates Mendes de Abreu – ha accolto la richiesta della Procura federale di considerare nullo l’atto del governo per la concessione del permesso di soggiorno al pluriomicida riciclatosi come scrittore.

Il magistrato, stante a quanto riportato dalla stampa, ha deciso che può essere avviata la procedura di espulsione verso la Francia o il Messico, i Paesi attraverso cui Battisti passò dopo la fuga dall’Italia e prima di arrivare in Brasile.

La destinazione dell’omicida dovrebbe non essere l’Italia.

Per questo, Torregiani chiede all’esecutivo guidato da Renzidi mostrare sensibilità e determinazione in questa questione di giustizia” e “di attivarsi nuovamente per ottenere finalmente quello per cui ci battiamo da anni. In questo senso – aggiunge – chiedo alla stampa di spingere affinché il governo si impegni e da parte mia mi attiverò chiamando subito la Farnesina“.

Il figlio del gioielliere ucciso il 16 febbraio 1979, Pierluigi, rimase ferito alla colonna vertebrale da un colpo partito dalla pistola di uno dei componenti del commando, rimanendo da allora paraplegico. A quell’azione punitiva, mossa per colpire il commerciante milanese reo di aver reagito a un tentativo di rapina teso circa un mese prima e al termine del quale era rimasto ucciso uno dei rapinatori, non partecipò Battisti, che però fu ritenuto il mandante di quella operazione eseguita da parte dei Proletari Armati per il Comunismo e da questo gruppo rivendicata il 5 marzo 1979. Cesare Battisti è stato condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio Torreggiani, al termine di un processo cui mai partecipò, essendosi dato alla macchia prima della sentenza.

Alberto Torreggiani, che da allora (come detto) ha vissuto su una sedia a rotelle, è perfino più umano di Battisti. Se infatti non si sbilancia su un ipotetico faccia-a-faccia, mostra un inaspettato filo di umanità, che il pluriomicida finora non mostra di meritare. “Non dico nulla, facciamo un passo alla volta”, ha chiarito sull’incontro con il mandante dell’omicidio di suo padre, “credo che sia fondamentale che, nel caso, non venga accolto con un mazzo di fiori, ma gli venga accordata la sua pena e ne possa scontare una parte in carcere per dimostrare che la legge è uguale per tutti“.

Forse una parte non basta, caro Torreggiani. Battisti in carcere ci deve rimanere tanto e mostrare davvero un pentimento, che finora non ha mostrato. Purtroppo per lui. 

(Credit: Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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