Il pluriomicida Cesare Battisti la mette in filosofia, ricorrerà in appello: Ennesimo tentativo di destabilizzazione’

Raggiunto telefonicamente da ‘Le Monde’, il condannato a quattro ergastoli terrorista conferma l’intenzione di impugnare la sentenza della giudice federale brasiliana che gli ha revocato il permesso di soggiorno, premessa per la sua espulsione dal Brasile che ne ha coperto finora la latitanza. Chi è Cesare Battisti?

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Cesare Battisti ha confermato l’intenzione di ricorrere in appello contro la decisione di espulsione presa dalla giudice federale brasiliana Adverci Mendes de Abreu, secondo la quale Battisti “non ha il diritto” di restare nel Paese.

Raggiunto telefonicamente da ‘Le Monde’, il pluriomicida, condannato a quattro ergastoli per la partecipazione a omicidi quale membro del gruppo terrorista PAC (Proletari armati per il comunismo), ha annunciato di voler ricorrere contro questo “ennesimo tentativo di destabilizzazione orchestrato contro di lui“. Un modo per metterla in filosofia, che non tiene conto della destabilizzazione delle vite distrutte dalle sue vittime.

Un modo sbrigativo noto in certi ambienti pseudo-intellettuali di sinistra, inclini a perdonare le proprie nefandezze, ma pronti sempre a puntare il dito contro quelle altrui. Vomitevole, come il suo personaggio.

Chi è Cesare Battisti e quali sono le tappe della sua vicenda?

Cesare Battisti è nato il 18 dicembre 1954 a Cisterna di Latina, ed è stato leader dei PAC (Proletari Armati per il Comunismo). È stato condannato a quattro ergastoli per altrettanti omicidi, compiuti tra il 1978 e il 1979.

Nel giugno 2011 ottenne il permesso di soggiorno in Brasile grazie all’illuminato (e altrettanto vomitevole) presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva. In Brasile ha risieduto con il permesso di soggiorno concesso come rifugiato politico, risiedendo con quasi tutti di diritti di un cittadino brasiliano.

Di seguito le tappe principali della sua vicenda giudiziaria:

– 1979: L’ex militante ‘rossò viene arrestato per banda armata.

– Anni ’80: Detenuto nel carcere di Frosinone, mentre è in corso l’istruttoria, il 4 ottobre 1981 Battisti riesce ad evadere e a fuggire in Francia. Per un anno vive da clandestino a Parigi, dove conosce la sua futura moglie. Poi si trasferisce in Messico, dove nasce la sua prima figlia. Durante il soggiorno messicano i giudici di uno Stato democratico – l’Italia – lo condannano in contumacia all’ergastolo per quattro omicidi.

– 1990: Battisti torna a Parigi dove, nel frattempo, sono andate a vivere la moglie e la figlia. Nella capitale francese, fa il portiere di uno stabile, ma frequenta la comunità di rifugiati italiani che lì vive grazie alla cosiddetta ‘dottrina Mitterrand‘ (un altro compagno…): l’impegno dell’allora presidente francese a dare ospitalità ai ricercati della giustizia italiana negli anni di piombo, in cambio della rinuncia alla violenza. Intanto, Battisti termina un romanzo e si guadagna da vivere traducendo in italiano racconti di autori noir francesi. Poco tempo dopo viene però arrestato a seguito di una richiesta di estradizione del governo italiano.

– 1991: in aprile, dopo quattro mesi di detenzione, la Chambre d’accusation di Parigi lo dichiara non estradabile: Battisti torna libero.

– 1999: Gallimard pubblica nella Serie Noir il suo libro ‘Travestito da uomo’. Titolo significativo per uno che uomo non è stato mai, al massimo ominicchio.

– 2002: riparte la richiesta del governo italiano per l’estradizione. In Francia il mondo degli intellettuali della ‘gauche’ si schiera a suo favore con numerose manifestazioni.

– 2004: a febbraio ottiene la cittadinanza francese. Pochi giorni dopo viene arrestato e la gauche organizza una campagna contro l’estradizione, una decisione che tradirebbe la ‘dottrina Mitterrand’. L’estradizione viene concessa dalle autorità d’Oltralpe il 30 giugno 2004. A seguito di tale provvedimento, Battisti, ad agosto, fugge e torna in clandestinità.

– 2007: viene arrestato in Brasile il 18 marzo, ma il leader dei Pac si rivolge allo Stato brasiliano e chiede lo status di rifugiato politico.

– 2008: il 28 novembre il Comitato nazionale per i rifugiati del governo brasiliano, organo di prima istanza per le richieste di asilo politico, respinge la richiesta dell’ex terrorista. L’estradizione sembra più vicina.

– 2009: “Se torno in Italia mi ammazzano” avverte Battisti, dal carcere di Papuda, Brasilia, augurandosi che il ministro della giustizia brasiliano, Tarso Genro, “che ha vissuto sulla sua pelle gli effetti della repressione politica (durante la giunta militare al potere in Brasile dal 1964 al 1984) rigetti le argomentazioni del governo italiano”. Pochi giorni dopo Genro gli concede lo status di rifugiato politico. La concessione dello status di rifugiato politico ha creato forti dissapori tra Italia e Brasile, tanto che il governo italiano, all’indomani della decisione di Genro, ha richiamato l’ambasciatore in segno di protesta. Ma il Tribunale supremo federale (Stf) brasiliano, il 18 novembre, dichiara illegittimo lo status di rifugiato politico concesso dal governo. La pronuncia, 5 voti favorevoli e 4 contrari, è favorevole all’estradizione di Battisti in Italia, anche se lascia al presidente Luiz Inacio Lula da Silva la parola definitiva sulla sua effettiva esecuzione.

– 2010: il 5 marzo il Tribunale di Rio de Janeiro condanna Battisti a due anni da scontare in regime di semilibertà per uso di passaporto falso. Il 16 aprile il Tribunale supremo pubblica il testo della sentenza con la quale aveva dato il via all’estradizione. La decisione finale rimane nelle mani di Lula che, nell’ultimo giorno della sua presidenza, il 31 dicembre, annuncia di non voler concedere l’estradizione sulla scia di quanto scritto dall’Avvocatura generale dello Stato che citava “clausole del trattato di estradizione in vigore tra Brasile e Italia”. Critiche da parte dell’Italia. Per il premier Silvio Berlusconi “la vicenda non è chiusa”.

– 2011: Dilma Roussef subentra alla presidenza e ribadisce quanto deciso dal suo predecessore con una lettera al capo di Stato italiano Napolitano. Il 3 febbraio i legali italiani presentano all’Alta Corte due azioni giuridiche contro il ‘nò all’estradizione, ma il 12 maggio la Procura generale brasiliana conferma il ‘nò e invia il parere al Tribunale Supremo. Il 14 maggio la difesa di Battisti chiede al Tribunale la scarcerazione dell’ex brigatista. L’8 giugno il Tribunale federale respinge la richiesta dell’Italia di estradizione di Battisti. Il 22 giugno il Brasile concede all’ex terrorista il permesso di soggiorno nel Paese.

(Credit: AGI) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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