California, scoperto l’ormone in grado di simulare gli effetti dell’attività fisica

Ricercatori della University of Southern California di Los Angeles hanno pubblicato i risultati della ricerca sulla rivista ‘Cell Metabolism’. La scoperta apre nuovi scenari nella lotta all’obesità e al diabete

scientist working at the laboratory


Los Angeles – Dimagrire non facendo niente, il sogno di molti, soprattutto quando obbligati ad attività sedentarie (come lottare con i computer che non funzionano, con reti internet da savana africana e altre amenità: ogni riferimento…).

Quindi, di fatto, uno scenario in cui si potrebbero trarre i vantaggi dell’attività fisica, senza alzare il deretano dalla sedia …o giù di lì… Diciamocelo in confidenza, il sogno di molti (di noi…).

Questo scenario può diventare realtà in poco tempo, perché è possibile prevederlo. Un gruppo di ricercatori della University of Southern California di Los Angeles ha infatti scoperto un ormone che simula gli effetti dell’esercizio fisico sul nostro corpo. Si tratta di MOTS-c e sembra essere in grado di combattere l’aumento di peso e a stabilizzare il metabolismo.

Una scoperta che apre davvero prospettive straordinarie e importanti nella lotta a tante malattie e i cui 20150306-mots-c-obesity-diabetics-340x340risultasi sono stati pubblicati sulla rivista ‘Cell Metabolism‘.

L’azione di MOTS-c è rivolta ai tessuti muscolari, perché l’ormone ripristina la sensibilità all’insulina favorendo la sua azione di distruzione del glucosio nel sangue. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno condotto una serie di test su topolini nutriti con una dieta ricca di grassi, responsabile della resistenza all’insulina e dello sviluppo dell’obesità.

Alle cavie poi è stato iniettato il MOTS-c. Dalla successiva osservazione è emerso che l’ormone è stato in grado di eliminare gli effetti della dieta ricca di grassi seguita, agendo a livello del mitocondrio e invertendo l’insulino-resistenza, riducendo così l’accumolo di grassi nell’organismo e abbassando il tasso di glicemia nel sangue.

Questa scoperta potrebbe cambiare il nostro modo di curare malattie come il diabete e l’obesità“, hanno ammesso dall’équipe dei ricercatori, costituita da Changhan Lee, Jennifer Zeng, Brian G. Drew, Tamer Sallam, Alejandro Martin-Montalvo, Junxiang Wan, Su-Jeong Kim, Hemal Mehta, Andrea L. Hevener, Rafael de Cabo e Pinchas Cohen.

(Credit: AGI) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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