Il figlio di Harrison Ford tranquillizza: “malconcio, ma sta bene”

L’interprete di Indiana Jones e di Jack Ryan, nella saga di Tom Clancy, è appassionato di volo. È caduto mentre era alla guida di un monomotore d’epoca per un’avaria al motore, schiantandosi su un campo da golf nei pressi del piccolo aeroporto di Santa Monica da dove era partito

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Los Angeles  – “Papà sta bene, è malconcio, ma è ok. È l’uomo tutto d’un pezzo che pensiate sia. È un uomo straordinariamente forte”. Poi ha aggiunto un ringraziamento: “Grazie a tutti per i pensieri e gli auguri per mio padre”.



Così Ben Harrison, il figlio dell’attore interprete di tanti personaggi di azione sul grande schermo, ha aggiornato qualche ora fa via Twitter sulle condizioni del padre, ricoverato in ospedale dopo essersi schiantato al suolo mentre era ai comandi del suo aereo sul Penmar Golf course di Venice, vicino a Los Angeles.

L’attore settantaduenne ha riportato tagli al volto e anche alcune fratture, quando il motore del suo aereo ad elica – un rarissimo velivolo d’addestramento militare americano del 1942, un Ryan Pt-22 – lo ha piantato in asso subito dopo il decollo dall’aeroporto di Santa Monica, non lontano proprio dal campo da golf in cui poi ha tentato un atterraggio di emergenza.

Inizialmente sembrava che l’interprete di Indiana Jones, stante a quanto riportato dal sito Tmz (il primo a dare la notizia dell’incidente), fosse grave. Ma in seguito i firemen (vigili del fuoco) locali hanno ridimensionato la gravità dell’incidente: le sue “condizioni sono discrete e le ferite molto limitate”, hanno dichiarato qualche ora dopo il crash, avvenuto intorno alle .

“L’incidente è avvenuto alle 14,25 locali (le 23,25 in Italia) a causa di un malfunzionamento meccanico che ha causato l’accaduto”, ha riferito la polizia. Ford, celebre per i ruoli di azione – tra cui Indiana Jones, Ian Solo in ‘Guerre Stellari’ e Jack Ryan nella saga tratta tratta dai romanzi di Tom Clancy – è un patito di aerei.

Aveva già sperimentato ‘l’ebbrezza’ di precipitare nel 1999, quando era caduto mentre era alla guida di un di un elicottero Bell 206L6 LongRanger con un istruttore, il 23 ottobre del 1999. In quel caso, però, entrambi furono molto fortunati. L’attore era al secondo tentativo di una manovra classica di emergenza cui i piloti di elicottero si addestrano sempre: l’autorotazione. Quando la si effettua, si simula lo spegnimento dei motori, ma grazie alle pale che continuano a ruotare e all’aria che le colpisce mentre si perde quota, chi pilota può riuscre ad atterrare contenendo i danni.

Quella volta però Ford doveva spegnere i motori e riaccenderli dopo aver perso solo 100 metri di quota, ma i motori non ripartirono e la manovra da simulata divenne reale. L’elicottero precipitò effettivamente, ma non a sasso come avrebbe fatto un aereo che stalla, nessuno si ferì. Ad attutire l’urto anche il caso fortuito che l’elicottero si posò sul letto di un fiume in California, vicino al lago Piru nei pressi di Santa Clarita.

Il Ryan-Pt 22, il biposto ad elica con cui è caduto ieri, era stato immatricolato nel 1942 e Ford l’aveva acquistato a settembre del 2013.