Allarme della Cgia di Mestre sulla ipotesi di ‘local tax’: 26 mld nella casse dei comuni in un’unica soluzione

Bortolussi: “Dal 2011 botteghe, negozi e uffici hanno subito un incremento del prelievo fiscale superiore al 100 per cento”

20150308-local-tax-2-655x436


L’eventuale sostituzione di una serie di tasse comunali con la ‘local tax‘ porterebbe in una soluzione “unica” ben 26 miliardi di euro nelle casse dei Comuni italiani. A calcolarlo è l’Ufficio studi della Cgia, l’associazione degli artigiani di Mestre, che ha elencato le principali imposte/tasse comunali e i relativi gettiti che potrebbero essere sostituiti dalla nuova “tassa unica” che i sindaci dovrebbero applicare a partire dal 2016.

Ebbene, tra Imu Tasi (21,1 miliardi di euro), l’addizionale comunaleIrpef (4,1 miliardi di euro), l’imposta sulla pubblicità (426 milioni di euro), la tassa sull’occupazione degli spazi e aree pubbliche (218 milioni di euro), l’imposta di soggiorno (105 milioni di euro) e l’imposta di scopo (14 milioni di euro), il gettito totale si aggira sui 26 miliardi di euro: soldi che i Sindaci dovrebbero incassare con la ‘local tax’.

20140913-giuseppe-bortolussi-312Ovviamente, fanno notare dalla Cgia, siamo ancora nel campo delle ipotesi: certezze non ce ne sono, ma, sottolinea l’associazione, le indiscrezioni che sono emerse in questi ultimi giorni, dopo il ‘question time’ alla Camera tenuto mercoledì scorso dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, lasciano presagire che dal prossimo primo gennaio l’Imu, la Tasi, l’addizionale comunale Irpef e una serie di piccole imposte minori dovrebbero andare definitivamente in “soffitta” per lasciare il posto alla ‘tassa unica’.

“L’eventuale semplificazione della tassazione comunale – segnala il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – renderebbe più facile pagare le tasse: una richiesta che i cittadini e le imprese invocano da tempo. Ma oltre a semplificare bisogna anche ridurne il peso, visto che a partire dal 2011, ultimo anno in cui gli italiani hanno pagato l’Ici, la tassazione su botteghe, piccoli negozi e uffici ha subito un’ impennata spaventosa, a causa dell’introduzione dell’Imu e, successivamente, della Tasi”.

Su botteghe e negozi, fa sapere l’Ufficio studi della Cgia, il gettito complessivo è più che raddoppiato: + 108 per cento. Se nel 2011 ammontava a 796 milioni di euro, nel 2014 ha toccato 1,65 miliardi di euro. Altrettanto pesante è stato l’aggravio fiscale subito dagli uffici: sempre tra il 2011 e il 2014, il gettito incassato dai Comuni è salito del 105 per cento; se 4 anni fa i Comuni avevano incassato 533 milioni di euro, nel 2014 hanno riscosso poco più di un miliardo di euro.

20150308-local-tax

I laboratori, invece, hanno visto aumentare il peso fiscale dell’81 per cento: se con l’Ici i primi cittadini avevano incassato 229 milioni di euro, nel 2014 hanno “alleggerito” le tasche degli imprenditori di 414 milioni di euro. Sui capannoni, infine, l’incremento del prelievo è stato del 66 per cento: a fronte di 3,3 miliardi di euro riscossi dai sindaci nel 2011, tre anni dopo il gettito complessivo è salito a 5,5 miliardi di euro.

(Credit: Cgia Mestre) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Se hai gradito questo articolo, clicca per favore “Mi piace” sulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie in anticipo!