Siria, liberazione famiglie cristiane sequestrate dall’ISIS: monsignor Zenari costretto a smentire se stesso

Il Nunzio apostolico a Damasco informa che è saltata la liberazione di tutte le famiglie prese in ostaggio il 23 febbraio scorso. Poche ore fa l’annuncio, rivelatosi intempestivo. Non tutti i cristiani ostaggi in Siria sono stati liberati. Rapite altre famiglie. I jihadisti non cessano le violenze, ma i cristiani sono rispettati dai fondamentalisti siriani, non da ceceni, sauditi e qatarioti

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Damasco – Non tutte le 52 famiglie cristiane prese in ostaggio dai miliziani jihadisti del cosiddetto Stato Islamico sono state liberate. Il Nunzio apostolico in Siria, monsignor Mario Zenari, è stato costretto in serata a smentire se stesso, correggendo in parte la notizia data da lui stesso ad AsiaNews, secondo cui tutte le famiglie erano state tratte in salvo e senza il pagamento di alcun riscatto.

Parlando in serata ad AsiaNews e al quotidiano della CEI ‘L’Avvenire’, monsignor Zenari ha dichiarato di aver ricevuto oggi la notizia che la liberazione delle famiglie è avvenuta solo in parte. “La mia fonte mi ha detto che la liberazione era stata ormai decisa e sembrava cosa fatta. Alcune decine di famiglie avevano già preso l’autobus per allontanarsi dalla zona della cattività“, mentre le restanti famiglie si preparavano a prendere altri autobus messi a disposizione.

Tuttavia, a un certo punto c’è stata un’imboscata – probabilmente da parte di alcuni combattenti curdi – e i miliziani jihadisti hanno bloccato l’operazione.

Secondo monsignor Zenari “vi sono ancora diverse famiglie nelle mani dello SI (Stato Islamico, ndr) e che anzi sono state rapite altre famiglie da tre villaggi“. Ora la situazione si è di nuovo confusa e non si sa bene come si svilupperà.

Il Nunzio a Damasco precisa che il caso di queste famiglie cristiane “non è da paragonare all’esecuzione dei giovani 21 copti uccisi in Libia. Qui si tratta di un rapimento in cui i cristiani sono stati usati come scudi umani” durante la ritirata delle milizie jihadiste, che sono incalzate dai curdi, probabilmente anche dalle forze speciali giordane e Occidentali dispiegate sul terreno per ‘segnalare’ gli obiettivi delle incursioni aeree dei velivoli della Coalizione Internazionale guidata dagli Stati Uniti.

Fonti di AsiaNews hanno rilevato che in molti casi di rapimento avvenuti in Siria, verso i cristiani è stato riservato un certo riguardo se il jihadisti del sedicente Stato Islamico sono di nazionalità siriana. Questo perché i musulmani conoscono l’impegno della Chiesa verso i poveri e verso la gioventù siriana, senza discriminazioni religiose o confessionali.

Al contrario, questo trattamento rispettoso dei cristiani non è stato registrato quanto i jihadisti provengono da Paesi islamici come Cecenia, Arabia saudita o Qatar.

(Credit: AsiaNews) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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