Un tribunale, van der Garde e poi… Lettera a Giedo, tra Battisti e il legalismo alla “Di Battista”

Di diatribe contrattuali è zeppa la storia della F1 e, più in generale, del motorsport. E sotto il profilo meramente giudiziario, una vittoria in tribunale non si può mai tradurre in una bella figura in pista. Non si tratta di omertà, ma di “saper vivere” in un mondo in cui “il più pulito ha la rogna” o giù di lì…

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Melbourne – “Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?” Tra Lucio Battisti e il legalismo inconcludente alla Alessandro Di Battista, Diba per gli amici ‘cittadini’ a 5 Stelle, sulla situazione che vede protagonisti la Sauber e Giedo van der Garde sovvengono alcune riflessioni.

Hai vinto tutti gli appelli. Avevi, hai, tutte le ragioni del mondo per fare causa a Sauber, perché un contratto firmato è un contratto firmato (se lo sa Sutil però…).

Tuttavia, metti il caso che veramente tu scenda in pista, caro Giedo, ma sei sicuro di aver fatto la cosa giusta? Una monoposto mai provata prima. Un ambiente sicuramente ostile, con un ingegnere di macchina che non conosci, con meccanici non certo a far festa per lavorare con te, dopo tutto questo caos giudiziario, le minacce di confisca delle attrezzature del team e un surplus di tensione in un team dove non c’è quella serenità di fondo che ti consente di superare le impasse.

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Sei sicuro Giedo sia la mossa giusta? Sicuro che far sequestrare il team dalle autorità valga la pena?

Varrà la pena essere ricordato così?

Abbiamo qualche dubbio, anche se hai tutte le ragioni di questo mondo.

In F1 il “più pulito ha la rogna” e chi si stupisce non sa cosa sia la F1 o mostra di non saperlo a sufficienza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA – THE WASTEGATE

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