Orrore a Messina, immigrato violenta sessualmente (e non) una cavalla incinta e ne provoca la morte

Trentaduenne nato in Marocco a processo per un’inenarrabile serie di violenze, azioni sadiche, abusi sessuali. La Lav (Lega Anti Vivisezione) riconosciuta come parte civile per la serie di crimini che hanno portato alla morte la cavalla Tafna

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Messina – Sevizie e abusi sessuali ai danni di una cavalla incinta, fino a provocare un aborto che ne ha determinato la morte. Una inenarrabile serie di violenze. Di questi atti barbari è accusato un giovane marocchino di 32 anni, residente a Messina, contro il quale ieri è iniziato il processo con le fasi preliminari, tra cui le costituzioni di parte civile per i danni: una posizione cui è stata ammessa la Lav – Lega Anti Vivisezione – un fatto nuovo che peserà  sicuramente nel giudizio.

Il Pubblico Ministero Liliana Todaro ha chiesto per l’imputato la citazione diretta a giudizio davanti al giudice monocratico del Tribunale di Messina, per rispondere dei reati di cui è accusato l’immigrato nordafricano, in particolare di maltrattamento di animaliperché – si legge nel decreto di citazione a giudizio – in più occasioni, sottoponeva a sevizie una cavalla consumando rapporti sessuali con l’animale. In particolare, abusava sessualmente della cavalla, in stato di gravidanza, con il proprio organo genitale e con altri attrezzi impropri, determinando atroci sofferenze a cui è seguito il distacco della placenta, l’aborto e, infine, la morte” e danneggiamentoper avere, mediante la condotta descritta, irrimediabilmente reso inservibile la cavalla-fattrice di nome Tafna“.

La Lav in un comunicato ha definito la vicenda “di inaudita gravità ed efferata violenza“, che ha determinato un “epilogo mortale“.

L’associazione animalista ha peraltro svelato che l’incivile stalliere è stato inchiodato dalle immagini video di alcune telecamere interne all’allevamento, che avrebbero ripreso gli abusi sessuali. “Per il colpevole chiediamo il massimo della pena, sebbene nulla potrà riparare alle sofferenze e alla morte inflitte con tale sadismo“, rilevano dalla Lav.

Un fatto che lascia esterrefatti e per il quale tuttavia è ininfluente la nazionalità di questo individuo che, con tutta evidenza, ha qualche scoria barbarica ancora presente nel proprio dna educativo.

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