Formula 1, Gran Premio di Germania cornuto e mazziato (foto, video)

La cancellazione dal calendario 2015 dell’appuntamento tedesco, ufficializzata ieri dalla FIA, smuove chi ama la Formula 1, ma pone un problema di fondo: snaturando i tracciati storici si pone la premessa della loro scomparsa. Come avvenuto per Hockenheim, come rischiava per accadere al Nürburgring (e come rischia di accadere a Monza…)

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Era dal 1960 che nel mondiale di Formula 1 non c’era un Gran Premio di Germania. Dispiace perdere una location storica dal calendario della massima serie dell’automobilismo, che accompagnava noi appassionati nelle nostre estati come parte di un trittico altrettanto sotrico:  con Francia e Inghilterra. Gara (e trittico) che spesso dava vero senso alla stagione.

Negli ultimi anni la pista di Hockenheim si alternava con quella del Nürburgring nell’ospitare la tappa tedesca della Formula 1

Il Nürburgring si sta ‘sistemando’ sotto il profilo finanziario, dopo il salvataggio con nuovi capitali arrivati lo scorso inverno dalle ‘steppe russe’: ospiterà il Wtcc (mondiale turismo, ndr) e il Wec (mondiale endurance, ndr) come eventi con validità per un campionato del mondo.

Hockenheim, che è stato il vero Gran Premio di Germania negli ultimi 35 anni (dopo l’incidente di Lauda nell’infernale Nürburgring) invece era già morto quando si decise di evirarlo dei suoi lunghi rettilinei, tagliando 3/4 del tracciato originario.

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Per far contenti gli ecologisti – che non volevano far tagliare qualche albero per creare nuove vie di fuga (necessarie a rendere più sicura la pista) e non volevano nuove tribune nella foresta – e per far contenti gli organizzatori – che volevano una mega tribuna per ospitare i dipendenti delle case automobilistiche tedesche e perché si pensava fosse più adatto alle tv – zac!, si tagliò di netto all”inizio del primo rettifilo originario e si ‘vendette l’anima a Satana’ (si fa per dire: solo a Ecclestone, la versione in miniatura…).

Il motodrom, uno stadio del motorsport, che di colpo perse la sua funzione: quella di ‘balera per le F1’, che arrivavano scariche di ali dall’ultimo lungo rettilineo immerso nella foresta e i piloti erano ‘obbligati’ a farle ‘danzare’ nel raccordo che riportava al breve rettifilo di partenza e poi di nuovo nella parte veloce del tracciato, interrotto da chicane in cui i piloti, se ci passate la metafora, si scambiavano spesso il ‘cerino’ della gara: con sorpassi al limite della fisica. E del contatto fisico, come il celeberrimo match tra Nelson Piquet e Roberto Guerrero nel drammatico 1982.

Dalla danza sul filo del rasoio al machete. Questo il destino di Hockenheim.

Se ci mettiamo anche una  non attenta gestione dei costi da parte degli organizzatori, il gioco è stato confezionato con il fiocco.

Non pensate, come leggo sui social, che Ecclestone sia contento di questa situazione. Avrà anche i suoi 80 anni, ma Zio Bernie non è stupido. Sa bene che la F1 ha bisogno dei luoghi storici, ma la F1 non può correre gratis. Non è un’associazione benefica.  È sempre stato così.

La cosa strana è però assistere alle lamentele degli appassionati sul fatto che la F1 esplora nuovi mercati esotici, ma dimentica che: A) sono anche le stesse scuderie a richiederlo; B) questi nuovi Gran Premi in registrano un successo di pubblico.  Prendete Singapore o Abu Dhabi, per esempio. Follow the money, si potrebbe dire.

I ‘nostri’ gran premi hanno un calo vertiginoso di spettatori. I biglietti costeranno anche tanto, ma anche dove i prezzi sono più popolari, non si registra il pienone: magari ci fosse… Se si riempissero prati e tribune dai costi più bassi, lasciando vuote le tribune più costose, si lancerebbe un grande messaggio.

Invece no. Forse siamo diventati snob e mentre all’estero si riempiono le manifestazioni anche per gare come la Formula E,  noi ci si lamenta che manca il sound…, che c’è questo aggeggio ma ne manca un altro, dimenticando che forse, si va, e si deve andare, ai Gran Premi per vedere all’opera quei ragazzi che guidano e che fanno cose che noi continuiamo a non essere capaci di fare, non le possiamo fare, non le faremo mai, a dispetto della playstation ci fa credere il contrario. Illudendoci.

Auf Wiedersehen Formel 1 Großer Preis von Deutschland!

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