Pellicole pornografiche olandesi dal 1910 al 1928 al 22° FilmForum di Gorizia

Nell’edizione 2015 della kermesse spazion anche alle ‘pornografie vintage’ e ai problemi legati alle forme di archiviazione e reperimento di rari materiali ‘espliciti’ del passato, con studiosi come John Mercer e Oliver Carter della ‘Birmingham City University’

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Gorizia – Oggi doppio appuntamento alla XXII edizione di ‘FilmForum Festival’ di Gorizia. Clarissa Smith e Feona Attwood, fondatrici ed editors della rivista accademica internazionale ‘Porn studies‘, intervenute 20150322-clarissa_smith-320x232questa mattina alla ‘Spring School 2015‘ alle 9.30 a Palazzo della Torre sui risultati della ricerca sulla definizione di ‘pornografia mainstream’ fra nuovi media e produzioni di genere.

Questa sera alle 21 è in programma la proiezione di ‘Erotismi vintage‘ al Kinemax, con una selezione dalle pellicole pornografiche dal 1910 al 1928 dell‘archivio del museo nazionale del cinema olandese, ‘Eye Film Institute of Amsterdam’.

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Da alcuni anni, il percorso di ricerca attraverso i ‘Porn Studies’ ha avviato a Gorizia un progetto legato alla ‘cartografia di genere’, a cura degli studiosi Federico Zecca e Giovanna Maina. Oggi il tema è stato quelle delle ‘pornografie vintage’ e dei problemi legati alle forme di archiviazione e al reperimento di rari materiali ‘espliciti’ del passato.

Protagonisti studiosi come John Mercer e Oliver Carter della ‘Birmingham City University’, Frédéric Tachou20150322-Feona Attwood-320x213 dell”Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne’, insieme a esponenti di importanti istituzioni archivistiche europee, come il museo nazionale del cinema olandese, ‘Eye Film Institute of Amsterdam’ e l’’Österreichisches Filmmuseum’ di Vienna.

Domani, lunedì 23 marzo, ‘FilmForum festival 2015’ aprirà inoltre le porte alla realtà virtuale: per la prima volta in Italia si potrà assistere a ‘Be another‘, il viaggio virtuale nell’altro con la tecnologia ‘Oculus Rift’.

Aperta al test del pubblico alla Mediateca Casiraghi fra le 13.00 e le 14 e fra le 18 e le 20, la ‘Machine to Be Another‘, un’installazione sviluppata da un collettivo spagnolo, con l’intento di creare una connessione virtuale tra esseri umani di genere differente, per generare empatia e identificazione con l’altro. Una riflessione, dunque, sulla inter-soggettività nell’era della connessione digitale.

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(Adnkronos)

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