Ashya King, la fuga e la speranza. I genitori: “guarito da tumore”, recupero miracoloso. “Parla di nuovo”

I genitori del piccolo, che hanno dovuto fronteggiare mille traversie, hanno annunciato l’evoluzione del quadro clinico del bimbo. Arrestati e poi rilasciati, per avere portato via Ashya dall’ospedale di Southampton, contro le indicazioni dei medici, fuggendo fino in Spagna, i genitori avevano dovuto affrontare da soli la protonterapia, non disponibile nel Servizio Sanitario Nazionale della Gran Bretagna (Nhs). Poi anche su quel fronte la svolta: entro il 2018 due centri saranno costruiti in GB sul modello di quelli esistenti nella Repubblica Ceca

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Londra – Ashya King – il bimbo britannico che i genitori avevano prelevato senza autorizzazione da un ospedale britannico di Southampton, portandolo in Spagna per cercare una cura alternativa – non ha più il cancro.

Lo hanno rivelato i suoi genitori al tabloid britannico Sun.

Il bimbo, che ha cinque anni ed era stato ricoverato lo scorso settembre in una clinica di Praga per sottoporsi a una terapia mediante radiazione con protoni, è guarito dal cancro al cervello.

Brett e Naghemeh King, i genitori del piccolo, sostengono che gli ultimi esami medici hanno rivelato che “non c’è traccia” del tumore. Il padre ha raccontato che il piccolo è ora in fase di convalescenza, sta ricominciando a parlare e trascorre la riabilitazione nella casa di famiglia in Spagna, insieme ai suoi fratelli.

“È una notizia incredibile. Siamo assolutamente felicissimi. Vale tutto quello che abbiamo passato, perché le cose per Ashya stanno funzionando”. La famiglia King prelevò il bimbo dall’ospedale generale di Southampton, lo scorso agosto, perché non condivideva la chemioterapia che i medici avevano scelto per il bimbo e che invece loro ritenevano eccessivamente debilitante.

Ma i medici non avevano previsto un piano alternativo, perché ritenevano che la malattia fosse ormai arrivata a un punto di non ritorno.

Dopo la fuga a Madrid, i genitori furono arrestati su richiesta della magistratura britannica, mentre il figlio era temporaneamente accudito in un ospedale. Grazie all’intervento del Governo britannico, la coppia fu rimessa in libertà e poté raggiungere Praga, per sottoporre Ashya alla terapia protonica.

L’Nhs (National Health Service, ndr), il Servizio Sanitario Nazionale britannico, all’inizio si rifiutò di rimborsare i genitori per le costose cure, poi fece un passo indietro – probabilmente di fronte ai primi successi della terapia – e cominciò a farsi carico del trattamento.

Nel frattempo è emerso che anche il Nhs sta costruendo due centri per la terapia protonica nel Regno Unito, che dovrebbero essere pronti per il 2018

(Credit: AGI)

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