Ferrari is back! Vettel riporta il Cavallino Rampante alla vittoria in Malesia. Räikkönen 4°, rimonta straordinaria

Le Mercedes di Hamilton e Rosberg capitolano contro quel mix di freddezza e intelligenza dell’unica alleanza italo-tedesca vincente nella Storia. Williams, Red Bull e Toro Rosso a punti

GP MALESIA F1 2015



Sepang – Tra Giambattista Vico e Maurizio Arrivabene, questa domenica 29 marzo dice molto di passato e di futuro. Sebastian Vettel ha vinto – alla sua gara in Ferrari – il Gran Premio della Malesia, senza ruggire, agguantando. Una vittoria su cui nessuno di noi avrebbe scommesso un centesimo di Dinaro-di-non-sappiamo-dove completata dal ‘podio-diverso’ di Kimi Räikkönen, quarto al traguardo dopo una gara che è partita male, sembrava essere sprofondata nell’horror e poi, di colpo, rigirata come un calzino per merito di tutti.

Il messaggio che arriva oggi dalla Malesia è uno solo: nessuno può vincere da solo e la vittoria – in senso lato – è il risultato finale che mette la ciliegina su una torta dove ciascuno ha fatto una parte ben precisa. E Räikkönen ha ripreso in mano una gara persa con una rimonta storica, assistito da una monoposto che ‘sente’ sua, sa dove portarla, sa come guidarla. E vive un’atmosfera nella squadra propizia per ogni risultato, non contraria a trovarlo, a inventarselo.

Se volete, la magia della vittoria di oggi per la Ferrari è proprio questa: un risultato che gli annali storici della F1 intesteranno a Vettel, che l’ha conquistata, e alla Rossa di Maranello, ma che è il frutto profumato della passione del lavoro di tutti.

Aveva ragione Marchionne? Forse non è questione di ragione o torto, ma piuttosto di decisioni che resettino situazioni bloccate. Purtroppo, Fernando Alonso è un grandissimo pilota, ma non è un team builder, che è riuscito quasi mai a creare una buona atmosfera nelle squadre in cui ha militato. Solo alla Renault di Briatore ha potuto farlo, ma perché il team era apertamente orientato a suo favore.

L’unico ‘Asse Italo-Germanico’ vincente nella Storia è quello che ha legato Maranello a Kerpen prima, ora Maranello a Heppenheim. Fantasia e precisione. Passione come minimo comun denominatore. Una miscela che si è già vista con Michael Schumacher.

Ieri via Facebook abbiamo scritto: “Domani Vettel ci farà pensare al 1996…”. Il riferimento è alla prima vittoria di Schumacher in Ferrari, in un bagnatissimo GP di Spagna. Un auspicio che il ‘discepolo’ superi il maestro e un solo rammarico: non poter vivere insieme queste sensazioni straordinarie, che avrebbero meritato di ispirare scrittori e sceneggiatori. Il Destino ha deciso diversamente.

La gara è stata decisa nelle prime fasi. In partenza, Vettel ha marcato Rosberg, prendendo subito il secondo posto. Al secondo giro, Räikkönen – che ha perso tre posizioni – ingaggia una battaglia con Nasr, rimediando una foratura dopo una toccata. Sembrava fosse finita, ma l’altro pilota della Sauber ha cambiato le sorti di questo gran premio, il 17° in Malesia.

Al quarto giro, infatti, Marcus Ericsson si è insabbiato alla prima curva, fallendo il punto di staccata. L’intervento della gru ha richiesto la Safety Car, ricompattando il gruppo e consentendo a Räikkönen di iniziare la rimonta. In quel momento, al muretto della Ferrari hanno giocato la carta vincente di non far rientrare Vettel, mentre alla Mercedes hanno pensato che la mossa opposta fosse quella vincente.

La gara ha dimostrato (anche perché non sono accaduti altri eventi analoghi) che la scelta della Ferrari e di Vettel fosse quella esatta, proiettata su due soste: partito con le P Zero White Medium, montate le stesse gomme nella prima sosta e le P Zero Orange Hard riservate all’ultimo stint. Scelta vincente. Per Räikkönen invece la partenza dall’11° posto – poi riformulata dal fondo, per la foratura rimediata – ha imposto una scelta analoga, ma allungata sulle tre soste, con le P Zero White Medium alla partenza, due stint con le stesse gomme e finale con le Hard.

Allo stesso tempo, le due Mercedes hanno mostrato una debolezza senza reazione. La mossa di rientrare durante la fase di Safety Car si sarebbe rivelata giusta se anche la Ferrari l’avesse adottata, poi due strategie diverse. Hamilton è partito con le medie, alla prima sosta ha montato le hard, poi di nuovo le medie e l’ultimo stint l’ha percorso con le hard, segno che con le medie non avrebbe potuto tentare di riacciuffare Vettel. Rosberg, invece, ha corso di rimessa. Lo si può evincere anche dalle comunicazioni radio – sul filo della violazione del regolamento, visto che hanno toccato di striscio la strategia – con cui Rosberg di fatto ha abdicato a combattere per prendere Hamilton. Con i due stint centrali sulle hard e il finale sulle medium, Nico Rosberg non è riuscito a riprendere Hamilton e avrebbe capitolato al ritorno di Räikkönen, se il finlandese non avesse patito i guai che ha avuto.

Fuori da questo quartetto, Williams con Bottas davanti a Massa, al quinto e sesto posto, davanti al Quartetto Bollicine di Toro Rosso e Red Bull, i cui alfieri in diverse occasioni se le sono suonate di santa ragione. Alla fine ha prevalso il ragazzino Verstappen, che ha preceduto il compagno di squadra Sainz, autore di un’altra ottima rimonta,Kvyat e Ricciardo, che l’anno scorso aveva vinto a sorpresa.

Fuori dai punti Grosjean (partito 10° e non ottavo perché penalizzato per superamento del limite di velocità in pitlane) autoeliminatosi in un sorpasso su Perez (13°), per il quale il messicano si è beccato una penalizzazione di 10”. Poi Nasr 12°, Hülkenberg 14° e Mehri, che con la Marussia è arrivato in fondo anche se con tre giri di distacco. Il compagno di squadra Stevens non è partito neanche.

Ritirati Maldonado (motore), Button e Alonso (idem) ed Ericsson, che merita il “Premio Pitollo” (sciocco in dialetto siciliano), avendo vanificato le ottime qualifiche con un errore stupido. Senza il quale però la corsa di Vettel forse sarebbe stata un po’ più difficile.

Quando si dice ironia della sorte…

Finito il dominio Mercedes? “Ma io non credo”, citando il senatore Razzi. Però tutto può accadere, perché il lavoro fatto a Maranello è davvero straordinario, ma soprattutto – ripetiamo – l’atmosfera interna favorisce il risultato. Arrivabene ha un modo di parlare da calma quieta, di chi sa che cosa vuole, ma sa anche che la polemica non costruisce la necessaria chimica necessaria a produrre la vittoria. Scusate se è poco…

ULTIMO AGGIORNAMENTO 29/03/2015, ORE 12:16:04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

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2_malaysian_flag_100-50  2015 FORMULA 1 PETRONAS MALAYSIA GRAND PRIX – GARA

P # NAME TLA GAP INT LAP S1 S2 S3 PIT
1 5 S. VETTEL VET LAP 56 1:47.634 26.373 36.530 44.731 2
2 44 L. HAMILTON HAM 8.5 8.5 1:46.109 26.401 36.529 43.179 3
3 6 N. ROSBERG ROS 12.3 3.7 1:44.898 26.328 35.858 42.712 3
4 7 K. RAIKKONEN RAI 53.8 41.5 1:46.455 26.492 36.561 43.402 3
5 77 V. BOTTAS BOT 70.4 16.5 1:46.360 26.306 36.272 43.782 3
6 19 F. MASSA MAS 73.5 3.1 1:47.734 26.630 37.155 43.949 3
7 33 M. VERSTAPPEN VES 97.7 24.1 1:46.311 26.852 36.215 43.244 3
8 55 C. SAINZ SAI 1L 10.6 1:47.242 26.840 37.052 43.350 2
9 26 D. KVYAT KVY 1L 1.0 1:46.719 26.862 36.679 43.178 3
10 3 D. RICCIARDO RIC 1L 7.9 1:51.259 26.989 37.164 47.106 3
11 8 R. GROSJEAN GRO 1L 17.6 1:47.649 26.679 37.350 43.620 3
12 12 F. NASR NAS 1L 2.5 1:45.666 26.178 36.447 43.041 4
13 11 S. PEREZ PER 1L 17.1 1:47.553 26.712 37.360 43.481 2
14 27 N. HULKENBERG HUL 1L 0.4 1:47.604 26.617 37.430 43.557 3
15 98 R. MERHI MER 3L 1L 1:49.739 27.463 37.870 44.406 3
13 P. MALDONADO MAL STOP 4
22 J. BUTTON BUT STOP 4
14 F. ALONSO ALO STOP 2
9 M. ERICSSON ERI STOP 0

 


20150326-EVENT2_GP_PETRONAS_MALAYSIA-730

Sepang International Circuit, Kuala Lumpur, Malaysia
Tipo di circuito: permanente | Lunghezza: 5,543 Km | Numero Curve: 15 | Direzione di Marcia: orario 
Capacità pubblico: 133.000 | Anno di inaugurazione: 1999 | Progettista: Hermann Tilke
Numero di giri in gara: 56 | Distanza di gara: Km 310,408

Primati
In prova: Fernando Alonso (2005), Renault R25), 1’32’’582 a 215,536 km/h di media
In gara: Juan Pablo Montoya (2004), Williams FW26-BMW, 1’34’’223 a 211,782 km/h di media
Sulla distanza: Giancarlo Fisichella (2006), Renault R26, 1h30’40’’529 a 205,397 km/h di media
Limite di velocità in Pitlane: 80 km/h durante prove, qualifiche e gara
DRS: I settori DRS saranno uguali a quelli usati nel 2014. I settori DRS sono collocati tra le curve 14 e 15 e tra la Curva 15 e la Curva 1, sul rettilineo di partenza arrivo. La Zona DRS 1 ha il punto di rilevazione del distacco 54 metri dopo la Curva 12 e il punto di attivazione 104 metri dopo la Curva 14. La Zona DRS 2 ha il punto di rilevazione del distacco 16 metri dopo la Curva 15 e l’attivazione 28 metri dopo la stessa Curva 15.

Timing ufficiale

Venerdì 27 Marzo 2015
Prove Libere 1: 03.00 – 04.30 (10.00 – 11.30 locali)

Sky Sport F1 HD Canale 207: diretta – RaiSport1: sintesi in differita alle 8.30

Prove Libere 2: 07.00 – 08.30 (14.00 – 15.30 locali)

Sky Sport F1 HD Canale 207: diretta – RaiSport1: sintesi in differita alle 11.30


Sabato 28 Marzo 2015
Prove Libere 3: 07.00 – 08.00 (14.00 – 15.00 locali)Sky Sport F1 HD Canale 207: diretta – RaiSport1: sintesi in differita alle 11.00
Qualifiche: 10.00 (17.00 locali)Sky Sport F1 HD Canale 207: diretta – Rai2/HD: differita alle 13.45

Domenica 29 Marzo 2014
Gara: 09.00 (15.00 locali): ATTENZIONE, LA NOTTE TRA SABATO E DOMENICA SCATTA L’ORA LEGALE IN EUROPA Sky Sport F1 HD Canale 207: diretta – Rai1/HD: differita alle 14.00

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.