La foto di Hudea, la bimba siriana che si ‘arrende’ al fotografo, ha commosso il mondo

Twittata da Nadia Abu Shaban, fotoreporter a Gaza, il faccino impaurito della piccola Hudea ha fatto il giro dei social network. Ma il padre dello scatto è Osman Sağırlı che alla Bbc ha detto: “Pensava che le avrei sparato”. L’insensatezza della guerra negli occhi dei bambini

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Ankara – È diventata l’immagine simbolo della terribile guerra siriana. La foto della bambina che, con la paura negli occhi e le labbrucce chiuse come se trattenesse il pianto, alza le manine in segno di resa davanti all’obiettivo di un fotografo credendo che fosse un’arma, è stata condivisa da milioni di persone nel mondo. Ma qual’è la storia che c’è dietro?

Lo ha raccontato alla Bbc il vero padre della foto, il fotografo turco Osman Sağırlı, in un articolo intitolato “The photographer who broke the internet’s heart” (Il fotografo che ha spezzato il cuore di internet). L’immagine è infatti diventata virale sui social network lo scorso martedì quando è stata twittata da Nadia Abu Shaban, una fotoreporter a Gaza. “Fotografia scattata a una bambina siriana. Lei crede che ho in mano un’arma e non una macchina fotografica. Per questo si è consegnata”, si leggeva nel post.

L’immagine si è diffusa rapidamente, raccogliendo migliaia di commenti. Il post è stato ritwittato più di 16mila volte e condiviso anche su Reddit ricevendo più di 5.000 ‘Mi piace’ e 1.600 commenti. Molti su Twitter hanno chiesto chi aveva scattato la foto e perché era stata pubblicata senza credito. Tra chi sosteneva che l’immagine risaliva al 2012 e chi diceva che la bimba in realtà fosse un maschietto, alla fine si è scoperto che l’autore della foto è Osman Sağırlı, un fotoreporter turco che lavora da 25 anni per il quotidiano Türkiye.

Proprio qui, lo scorso gennaio, è stata pubblicata la foto scattata a dicembre 2014 nel campo profughi Atmeh in Siria, a circa 10 km dal confine con la Turchia, dove la piccola Hudea (questo il nome della bambina) è arrivata con la madre e due fratelli dopo un viaggio di 150 km dalla loro casa di Hama. Ampiamente condivisa sui social in lingua turca, l’immagine è però diventata virale solo dopo il tweet in inglese.

Quel giorno stavo utilizzando un teleobiettivo e la bimba ha pensato che fosse un’arma – ha raccontato il fotografo alla Bbc – Ho capito subito che si era spaventata, perché si è morsa le labbra e ha alzato le mani. Normalmente i bambini scappano, nascondono la loro faccia o sorridono quando vedono una fotocamera“.

Secondo Osman Sağırlı, le immagini dei bambini nei campi sono particolarmente rivelatrici. “Sai che ci sono persone sfollate nei campi, ma ciò che hanno sofferto si vede attraverso i bambini. Sono loro che riflettono i sentimenti con la loro innocenza“, ha commentato il photoreporter turco, riproponendo il tema che dovrebbe vergognare ogni persona razionale: l’insensatezza della guerra, atto di suicidio irrazionale di uomo che sopprime se stesso.

Una guerra, quella in Siria, alimentata dal vergognoso concorso di quelle petromonarchie del Golfo che pensano di salvare se stesse dalla furia islamista, pagando l’estorsione guerrafondaia al jihadismo islamista. Un modo per pulirsi le coscienze dal peso degli stermini indecenti degli islamisti.

E negli occhi di questa bambina c’è tutta la profondità dell’innocenza violata dalla violenza della guerra. Questa bimba potrebbe essere figlia di ciascuno di noi.

(Credit: Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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