Renzi anticipa un Def “senza tagli né tasse” e con “crescita allo 0,7%, ma prudenti”. La magia al potere… (video)

Nella conferenza stampa di anticipazione dei punti salienti del Documento di programmazione Economica e Finanziaria il presidente del Consiglio ha usato termini che a molti sono sembrati incompatibili con la realtà

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Roma – Il Def non conterrà nessuna nuova tassa e nessuna riduzione dei servizi per i cittadini, anzi, se la crescita si rivelerà superiore al “prudente” 0,7% stimato dal governo, l’anno prossimo potrebbe esserci addirittura spazio per abbassare le imposte. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri che ha preso in esame il Def, in attesa dell’approvazione prevista per venerdì prossimo.

Prima di tale data, ha fatto sapere lo stesso Renzi, ci sarà l’incontro chiesto dai sindaci, allarmati dalla possibilità di nuovi tagli. “C’è bisogno di dimagrire un po’ la macchina pubblica, ma se i sacrifici li fanno i politici male non fa”, ha sottolineato Renzi, assicurando che il Def non comporterà “né aumenti di tassazione né tagli alle prestazioni che i cittadini ricevono”. “È finito il tempo in cui i politici chiedevano sacrifici ai cittadini. I cittadini oggi sanno che dal governo non vengono richieste di nuove tasse”, ha spiegato il presidente del Consiglio.

Continueremo con la detassazione delle misure che serviranno per creare crescita e occupazione“, ha proseguito il ‘premier’, che si è detto “pronto a un confronto all’americana con i sindaci” e si è rivolto direttamente al primo cittadino di Torino, Piero Fassino, il quale in un’intervista a ‘la Repubblica’ aveva chiesto con urgenza un confronto tra Palazzo Chigi, nella qualità di presidente dell’Anci.

È del tutto naturale che un amministratore di una città metropolitana come Fassino lamenti” le difficoltà della propria città, ha affermato Renzi, pur riconoscendo che “la città metropolitana di Torino si trova a dover scontare la violazione del Patto di Stabilità lo scorso anno”. “La revisione della spesa non è il tentativo di fare del male ai cittadini ma il tentativo di utilizzare meglio i soldi dei cittadini, tagliare le partecipate è fare un favore ai cittadini, non fare dei tagli”, ha ribadito Renzi, che ha calcolato “prudenzialmente”, nello 0,6% del Pil il margine di riduzione della spesa (la destinazione dei risparmi verrà poi discussa “a settembre”) e rivendica “una riduzione delle tasse per 18 miliardi di euro nel 2014: 10 dagli 80 euro e 8 dai provvedimenti sul lavoro” oltre ai “3 miliardi di clausole di salvaguardia”. Tasse che potrebbero essere ridotte ulteriormente nel 2016“se ci saranno le condizioni”.

Sulle stime economiche maggiori dettagli sono stati forniti dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che ha parlato di un Pil in crescita dello 0,7% quest’anno, dell’1,4% nel 2016 e dell’1,5% nel 2017, laddove il deficit è previsto scenda “al 2,6% del Pil nel 2015, all’1,8% nel 2016 e allo 0,8% nel 2017” mentre il debito si attende cali “al 132,5% del Pil nel 2015, al 130,9% nel 2016 e al 123,4% nel 2018”, anno nel quale, pertanto, “la regola del debito sarà pienamente soddisfatta”.

“Questo incubo della montagna di debito che può attivare regole di tagli a ghigliottina sarà andato veramente via e per le prospettive dell’Italia è un fatto molto importante”, sottolinea il ministro, che parla di “un treno delle riforme” che è stato attivato e che consentirà anche quest’anno di ottenere dalla Ue un maggiore spazio di manovra sui conti tramite la cosiddetta “clausola delle riforme”, grazie alla quale quest’anno l’aggiustamento strutturale dovrà essere pari solo allo 0,1% del Pil e non allo 0,5%.

Un miglioramento delle prospettive economiche del Paese al quale contribuiranno anche le privatizzazioni che, ha spiegato Padoan, frutteranno 1,7-1,8 punti di Pil spalmati in 4 anni. Il governo sta “lavorando intensamente” per la privatizzazione di Poste, e ha “in cantiere” la privatizzazione di Enav e Ferrovie, ha aggiunto Padoan, ribadendo che i tempi sono dettati dall’andamento dei mercati e dalla necessità che le aziende che saranno collocate sul mercato possano illustrare “al meglio” le loro caratteristiche.

A molti osservatori – va detto senza infingimenti – le dichiarazioni di Renzi sono sembrate fuori dalla grazia di Dio e perfino mendaci, ma si aspetta la delibera del CdM di venerdì prossimo per capire la magia di Renzi.

In un contesto che, in generale, sta vedendo un “ritorno degli investimenti privati”, è pero’ “fondamentale”, ha avvertito l’inquilino di via XX settembre, “disinnescare la clausola di salvaguardia”, ovvero l’incremento automatico dell’Iva che scatterà in assenza di risparmi sufficienti.

L’appuntamento è quindi al Consiglio dei Ministri di venerdì prossimo, non solo per l’approvazione del Def ma anche, ha ricordato Renzi, per la nomina de “il nuovo, o la nuova, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio” che sostituirà Graziano Delrio, neo ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture.

(Credit: AGI)

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