Panama, partito il summit dell’Organizzazione degli Stati Americani con la storica stretta di mano Obama-Castro

L’incontro bilaterale è stato confermato dal numero due del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti – Papa: il dialogo sia sincero e si fermi l’ingiustizia sociale

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Panama – Storica stretta di mano tra Barack Obama e Raul Castro. Il presidente degli Stati Uniti e il capo della giunta al potere a Cuba si sono incontrati e scambiati un saluto prima della cerimonia di apertura del Vertice. Lo ha riferito il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Bernadette Meehan. Il numero due del CSN statunitense, Ben Rhodes, ha peraltro confermato che l’incontro bilaterale di cui si vociferava avrà effettivamente luogo in giornata, a margine del vertice dell’OSA, Organizzazione degli Stati Americani. “Possiamo senza dubbio anticipare che (Obama e Castro) avranno un’opportunità di vedersi al summit e di discutere tra di loro”, ha detto Rhodes.

Rodhes non ha potuto fare previsioni sulla durata dell’incontro a due, ma – ha aggiunto – i due leader “faranno il punto della situazione” sui negoziati in corso per la ripresa delle relazioni diplomatiche e discuteranno dellepersistenti” divergenze. I due leader avevano avuto un primo fugace scambio di saluti al funerale di Nelson Mandela, nel dicembre del 2013 in Sudafrica, con un gesto che aveva di fatto aperto pubblicamente un processo avviato con la mediazione della Santa Sede.

Oggi alla cerimonia di apertura del VII summit dell’Osa, dove Cuba è stata invitata per la prima volta, Obama e Castro si sono stretti la mano, hanno chiacchierato e riso insieme scambiando un primo saluto in presenza di Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, che peraltro ha commentato: “la presenza qui, oggi, del presidente cubano Raul Castro incarna un desiderio espresso da molti nella regione“.

La presenza di Cuba è stata salutata da Obama, che ha detto: “Sono felice che Cuba sia rappresentata assieme a noi in questo vertice per la prima volta“. Un modo per riaffermare che i giorni delle interferenze e delle ingerenze degli Stati Uniti negli affari della regione sudamericana appartengono al passato.

Nel suo discorso, rilanciato dall’account Twitter della Casa Bianca, il presidente americano ha sottolineato che “come voi lavorate per il cambiamento, gli Stati Uniti vi saranno vicini in ogni passo di questo cammino“. “Sappiamo – ha ribadito Obama – che le nostre società hanno maggiori probabilità di successo quando tutte le persone sono libere di vivere e pregare e amare come vogliono“.

Obama e Castro sono seduti nella stessa fila tra i 35 capi di Stato americani, separati solo da due posti, dagli omologhi di Ecuador e El Salvador (nell’ordine alfabetico in spagnolo gli Usa sono Estados Unidos).

L’incontro di oggi, decisivo dopo l’avvio del disgelo il 17 dicembre scorso, rappresenta il primo incontro tra un presidente americano ed un leader cubano (anche se dittatore). L’ultima volta era stato nel 1956, quando il grande Dwight Einsenhower aveva incontrato Fulgencio Batista, tre anni prima della ‘revolucion’ di Fidel Castro e cinque prima della rottura delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cuba, che intervenne il 3 gennaio del 1961. Un fatto che da oggi Obama e Castro tenteranno di chiudere e di riportare nel solco delle relazioni civili tra nazioni civili (anche se a Cuba la strada da fare è tanta).

La normalizzazione delle relazioni tra Stati Uniti e Cuba dovrà necessariamente seguire i passi graduali della diplomazia e potrebbe richiedere anni, anche se la globalizzazione della diplomazia mediatica può accelerare questo processo come mai avvenuto nel mondo-che-fu. Tuttavia, il passaggio propedeutico – che oggi blocca la ripresa ‘ufficiale’ delle relazioni – è costituito dalla rimozione di Cuba dalla lista dei Paesi sostenitori del terrorismo del Dipartimento di Stato.

Come ha segnalato il ‘Washington Post’, la diplomazia americana avrebbe già consigliato a Obama ti togliere Cuba dalla ‘black list‘, un annuncio che potrebbe anche arrivare oggi. Poi saranno necessarie almeno sei settimane perché entri effettivamente in vigore (è la burocrazia, bellezza!), infine da parte cubana ci sarebbe il passaggio di reciprocità e l’iter di riapertura delle rispettive rappresentanze diplomatiche sarà avviato.

Con tutti gli annessi e connessi relativi alle misure reciproche di sicurezza, regno degli appassionati di spy story e di diavolerie elettroniche. In questo caso vige sempre la regola internazionale che amico o meno, spiarsi è un po’ amarsi…

(Credit: AGI, agenzie) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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