Generale Tricarico: “Droni per bombardare barche su spiagge libiche. Così si riducono sbarchi senza versare sangue”

L’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica ha proposto l’adozione dei velivoli senza pilota comandati da sistemi remoti per neutralizzare le potenzialità di trasporto delle bande criminali che gestiscono il ‘mercato’ dei cosiddetti ‘nuovi schiavi’. Obiettivo è l’abbattimento del rischio che si verifichino di nuovo tragedie come quella di due giorni fa

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Roma – Droni armati per distruggere le navi degli scafisti tirate in seccosulle spiagge libiche ridurre così i flussi migratori verso l’Europa: una soluzione praticabile “senza alcuna difficoltà tecnico operativa e senza che una goccia di sangue venga versata,neanche quello dei criminali che gestiscono il traffico”. La proposta arriva dal generale Leonardo Tricaricoex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e attuale presidente della Fondazione Icsa, think-tank che si occupa di difesa, sicurezza e intelligence.

Per evitare il ripetersi di nuove tragedie del mare, spiega Tricarico, “sarebbe sufficiente avviare un’attività ininterrotta di ricognizione armata delle coste e distruggere i natanti prima che prendano il mare, quando sono ancora vuoti: un’operazione che sarebbe tra l’altro molto semplice da condurre (anche con armamento inerte, per contenere ulteriormente il 20150421-leonardo_tricarico_320x213rischio di danni collaterali), per chi con questi mezzi ha operato per anni in Iraq, Afghanistan, Libia ed anche sul territorio nazionale in contrasto alla criminalità organizzata”.

Per armare i droni, però, è necessaria la collaborazione degli Stati Uniti: “Sono anni – sottolinea Tricarico – che gli Usa negano all’Aeronautica italiana i kit di armamento per i Predator, nonostante ci avviamo all’undicesimo anno di impiego in teatri operativi. Forse, al di là delle belle parole di cui ci gratificano sempre i nostri amici di oltre oceano, nei fatti siamo un alleato poco affidabile?“, si chiede con vis polemica l’ex Capo di Stato Maggiore. “Per gli inglesi invece il problema non si è posto”, aggiunge “il loro grilletto è stato armato senza tante storie“.

“Se è genuina – continua Tricarico – l’affermazione statunitense, sentita più volte, di un ruolo guida dell’Italia per la Libia, perché lasciare ‘carica a salve’ una delle sue principali armi utilizzabili in quel teatro?“, torna a domandarsi. “Anche i meno esperti hanno consapevolezza della irrinunciabilità degli Uav (Unmanned aerial vehicle), in un ipotetico e sempre meno inverosimile scenario libico”, rileva con la consueta arguzia e senza giri di parole. “Ciò nonostante, però, si recidono gli artigli al nostro Paese – rilancia – che, in questa materia, vanta la professionalità più affidabile e capace di tutta Europa, comparabile solo a quella di Stati Uniti ed Israele“.

“Sarebbe interessante sapere – continua l’attuale presidente della Fondazione Icsa – se una richiesta di armare i droni sia stata formalmente avanzata nell’incontro di Washington, da parte del nostro Paese, o se – dopo aver atteso invano per anni – ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di una interlocuzione al massimo livello, per presentare parte di un conto che ci vede, con gli Usa, sempre creditori“, aggiunge Tricarico facendo riferimento alla recentissima visita di Matteo Renzi alla Casa Bianca.

Nel caso questa richiesta formale non fosse stata presentata, continua l’analisi il generale che nel 2011 restituì la Legion d’Onore per i sorrisi sbeffeggianti di Sarkozy a vertice di Cannes nei confronti dell’allora presidente del Consiglio Berlusconi (“e quindi degli Italiani tutti“, scrisse nella lettera). “soprattutto ora, tra l’altro, la richiesta andava fatta visto che, da mesi ormai, il Governo non si lascia scappare occasione per evocare l’opzione militare quale ‘piano b’ ai negoziati Onu, in permanente stallo da più di un anno”. Un riferimento neanche tanto velato ai 5.000 uomini evocati dalla ministra della Difesa, Roberta Pinotti, o alle dichiarazioni ‘movimentiste’ del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.

Come se Tricarico – di cui è nota la schiettezza al limite della rudezza – intendesse dire al Governo: ‘con che cosa vogliamo fare le operazioni militari, con le belle parole a effetto? Non si può!

E in effetti, Tricarico mette nel mirino la capacità di programmazione di via XX Settembre e perfino di Palazzo Chigi, libero come è ora di dire ‘pane-al-pane, vino-al-vino’. “Al ‘rullare dei tamburi’, però, non fa seguito una messa a punto dello strumento militare, Predator in primis: per rendere i droni operativi come ‘shooters’ (cannoniere, ndr), è necessario circa un anno, mentre manca perfino la copertura finanziaria per farli semplicemente continuare a volare“, denuncia Tricarico.

Escluse le complicazioni tecniche, prosegue Tricarico, qualche perplessità potrebbe riguardare l’aspetto politico, “anche se non sarebbe niente di irrisolvibile con un buon negoziato: sarebbe troppo pretendere, quale dividendo per il contributo decisivo dato alla liberazione della Libia da Gheddafi, chiedendo di avviare su una piccola porzione del territorio libico una serrata lotta alla criminalità e forse anche al terrorismo radicale?”.

Tra le soluzioni praticabili, spiega l’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, anche quella di “offrire alla controparte libica, ora in seduta negoziale permanente a Rabat, di condurre le operazioni in maniera congiunta, in affiancamento ai nostri militari nella stanza dei bottoni, fugando così ogni ipotesi di violazione della sovranità territoriale”.

Ma al di là degli aspetti tecnici e dell’individuazione dei droni armati come strumento ideale per un’operazione di sorveglianza armata attiva, Tricarico ha tutta l’aria di voler rivolgere al Governo alcune critiche puntuali, che immaginiamo possano anche subire una escalation nel prossimo futuro, in corrispondenza con l’aggravarsi della situazione nel Mediterraneo centrale e in Libia. E non ci vuole un eccesso di immaginazione per pensare future tirate d’orecchie a un Governo che mostra un dilettantismo e una impreparazione grave in molti ambiti, ma che in politica estera e di difesa rasenta il velleitarismo.

ULTIMO AGGIORNAMENTO 21/04/2015, ORE 04:40:18 | (Credit: Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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