Boeri propone ‘reddito minimo’ per over 55, Poletti risponde alla Catalano: “Solo per chi ha perso il lavoro”

Come il compianto filosofo dell’ovvio, Massimo Catalano, il titolare del dicastero del Lavoro ha commentato così l’annuncio della proposta del presidente dell’Inps, Tito Boeri per quella fascia di età, che resta senza occupazione. Il ridicolo (da parte del Governo) botta e risposta. Il documento dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale è atteso per “giugno”


Roma – Giuliano Poletti ha pensato di colmare il vuoto lasciato da Massimo Catalano, musicista, trombettista, noto per aver interpretato la parte del ‘filosofo dell’ovvio’, oltre monsieur de la Palice, nella ‘banda’ di ‘Quelli della notte’, trasmissione cult del 1985 firmata da Renzo Arbore. Catalano è scomparso il 2 maggio 2013, lasciando orfani i cultori delle sue battute. Ma non tutto è perduto, perché – gratuitamente – ci penserà l’attuale ministro del Lavoro a rinverdire la filosofia dell’ovvietà.

Ieri infatti Poletti è tornato sulla proposta formulata due giorni fa da Tito Boeri, presidente dell’Inps, che aveva ipotizzato un ‘reddito minimo’ per i disoccupati over 55, ossia per quella fascia di popolazione che difficilmente ritrova un lavoro quando lo perde. Solo il 10% riesce a ricollocarsi in termini occupazionali in questo Paese governato da gente che spesso non mostra pudore nel mostrare una desolante assenza di idee.

L’idea del presidente dell’INPS aveva innescato una specie di reazione di Poletti, che aveva definito “preziose” le proposte di Boeri, ma aveva rivendicato l’esclusiva competenza del Governo in materia previdenziale e di assistenza. Un ‘ghe pensi mi’ che si innesta bene nel mood governativo renziano neo-assolutista.

A questa ‘alzata di pelo’ – felinamente parlando – Boeri aveva replicato rivendicando ” il diritto di fare proposte, che non è certamente un modo di violare le regole della democrazia come qualcuno ha sostenuto”. E Boeri non aveva così risposto a Poletti di fronte a un piatto di tagliatelle della Trattoria Mariuccia, ma durante un convegno all’Università Bocconi di Milano.

Boeri aveva peraltro precisato che le proposte saranno presentate “entro giugno”, nell’ambito di una proposta “organica, che si muova su un unico asse assistenza-previdenza” in grado di “autofinanziarsi e di reggersi sulle proprie gambe”, vista la penuria di risorse con cui l’Italia si deve confrontare.

Ieri, atto finale (almeno per ora) con la geniale catalanata del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che il ministro lo sa fare (citazione: Leoluca Orlando, che il ‘sindaco lo sa fare’, recitava il claim propalato ai palermitani durante la campagna elettorale).

“Secondo noi – ha detto Poletti – il problema socialmente più rilevante è quello di chi ha perso il lavoro. Poi possiamo allargare la platea, ma il tema su cui ci applichiamo riguarda tutte le persone che hanno perso il lavoro“. Non si sa se a queste perle di filosofia dell’ovvio qualcuno sia stato preso da conati di riso, ma nel panorama di dichiarazioni al limite della comicità, quella di Poletti è sicuramente nelle posizioni di testa di un’ideale classifica.

Poletti ha poi spiegato che “il problema di lavoratori in età avanzata, che hanno perso il lavoro e non possono accedere alla pensione nonostante gli ammortizzatori sociali, è il problema socialmente più urgente che dobbiamo affrontare”, ossia ha ribadito la fondatezza delle proposte formulate da Boeri, riconoscendo peraltro che l’idea del presidente dell’Inps “va in questa direzione ed è una delle ipotesi su cui si può lavorare e va considerata”.

Insomma, meglio sposare una donna (o un uomo) bella, ricca e intelligente, che una donna brutta come la morte, povera in canna e stupida. Filosofia dell’ovvio.

In effetti, fin dall’inizio era evidente – ovvio diremmo – che Boeri si riferisse a chi ha perso il lavoro (superando la Legge Fornero?), perché per disoccupati e inoccupati servirebbe una marcia indietro sulle norme pensionistiche che impongono limiti di età ben più alti di 55 anni.

A Poletti, quindi, il “Premio Catalano” per il primo quadrimestre 2015 e una preghiera alla Conferenza dei Rettori delle Università italiane: qualcuno conferisca a Giuliano Poletti una laurea in filosofia honoris causa. Filosofia dell’ovvio, ovviamente…

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