Renzi scrive sul NY Times quel che non dice in Italia, mostrando così una clamorosa impreparazione

Non tutti i passeggeri sulle barche dei trafficanti sono famiglie innocenti“, ha scritto Renzi in un editoriale sul New York Times.  Ma in Parlamento non dice le stesse cose e s’inventa una schiavitù inesistente, mentre non rileva i vari profili dei migranti, alcuni dei quali hanno diritto alla protezione umanitaria e all’asilo politico perché l’Italia è un Paese civile, altri intendono scavalcare le norme sull’immigrazione, mettendo a rischio la pace e gli equilibri sociali del Paese. Ripete concetti declamati da mesi dal Centro-Destra, se ne appropria accusando le opposizioni di tenere un atteggiamento indecente. Se la situazione lo permettesse, si potrebbe evocare il Miles Gloriosus di Plauto

Il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, durante la relazione alla Camera sul Consiglio Europeo straordinario di giovedì 23 Aprile (foto credit: Governo italiano)
Il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, durante la relazione alla Camera sul Consiglio Europeo straordinario di giovedì 23 Aprile (foto credit: Governo italiano)

Roma – Il presidente del Consiglio dei ministri, in un articolo sul ‘New York Times’ ha scritto: “Non tutti i passeggeri sulle barche dei trafficanti sono famiglie innocenti“. E subito dopo, per chiarire quale sia il tema precisa: “il nostro sforzo contro il terrorismo in Nord Africa deve evolvere per battere questa minaccia, che crea un terreno fertile per il traffico di persone e interagire pericolosamente con esso”. Parole che – seguite dal solito proposito di “continuare gli sforzi politici e diplomatici per la ricostruzione della Libia” – non hanno pari in Italia, perché in Patria Renzi dice altro.

Nell’editoriale sul NYT – “Matteo Renzi: Helping the Migrants Is Everyone’s Duty” – il presidente del Consiglio ha ricordato che “almeno il 90% dei migranti passa attraverso la Libia” e che nel Paese “opera anche lo Stato Islamico“.

Not all passengers on traffickers’ boats are innocent families. Our effort to counter terrorism in North Africa must evolve to outpace this menace, which creates fertile ground for human trafficking and interacts dangerously with it. We need to continue political and diplomatic efforts for the reconstruction of Libya. “

Relazione alla Camera dei Deputati – Stamane, parlando alla Camera, Renzi aveva lanciato un nuovo appello all’Europa, affinché trovi una risposta politica contro quello che chiama il “moderno schiavismo“. E un appello ai partiti tutti, perché restino uniti senza “divisioni di parte“.

“Dobbiamo rafforzare le operazioni europee, Triton ma anche Poseidon, perché non va sottovalutato ciò che sta avvenendo in Siria e in Iraq oltre che in Africa: è arrivato il momento di dire che combattere i trafficanti di uomini è combattere gli schiavisti del XX secolo”, ha detto durante le comunicazioni in vista del Consiglio Europeo di giovedì, a tre giorni dal terribile naufragio avvenuto al largo delle acque libiche, in cui hanno perso la vita almeno 800 migranti. “Non sottovalutiamo – ha aggiunto – la forza della pressione che arriva fino ai confini libici: non è fermabile fermando gli scafisti ma in presenza di un traffico di uomini non si tratta solo di una questione di sicurezza e di terrorismo ma di giustizia e dignità umana. La storia ha già conosciuto momenti in cui si prendevano vite umane e si vendevano o compravano e si infilavano nelle stive dei barconi, era l’epoca dello schiavismo”.

“Io ritengo – ha proseguito Renzi – che non sia un’esagerazione e un azzardo sostenere che ciò che sta avvenendo nell’area del Mediterraneo, con la compravendita di uomini, è esattamente una forma di moderno schiavismo e il fatto che 1200 persone siano state in questo momento assicurate alle patrie 20150422-renzi-nytgalere per traffico di uomini non può significare che l’Ue può lasciare solo a noi ciò che è una battaglia di assoluta civiltà”.

Il ‘premier’ si è detto comunque ottimista. “Sono ottimista che l’Unione Europea possa cambiare passo: la convocazione del Consiglio Europeo di domani è un passo straordinario nelle procedure dell’Unione di fronte a quanto avviene in questi giorni”. Di fronte al flusso migratorio in atto dall’Africa, “il Parlamento ha il dovere di affermare un’idea dei prossimi vent’anni dell’Italia e del suo ruolo di ponte con l’Africa, un’idea meno angusta del dibattito da talk show: è su questo che vi chiedo un aiuto in vista del dibattito di domani. Lo chiedo a tutte le forze politiche: non c’è divisione di parte, c’è l’Italia” ha aggiunto. 

Poi ha spiegato: i bersagli dei terroristi sono “un’università, un museo, la redazione di un giornale: l’obiettivo è l’idea stessa della cultura. Se uccidi un bambino a Peshawar mentre va a scuola, dici che vuoi vincere la battaglia rovinando un’idea del mondo basata sul capitale umano, sulla cultura”. Dunque “non basta una risposta tecnica: quali barconi affondiamo, cosa fa la Guardia Costiera, se riusciamo a dare qualche profugo ad altri Paesi. Tutte cose doverose, ma questo è il Parlamento della Repubblica e ha il dovere di avere una visione“.

Una visione che però questo Governo non ha e che la maggioranza mostra di non possedere, se finisce con il sostenere tesi e col proporre soluzioni da decine di mesi proposte dal Centro-Destra, come il blocco navale – che non è un’opzione esclusa – o la distruzione delle barche nei porti libici – una soluzione difficilmente realizzabile con i mezzi attuali a disposizione dell’Italia (chi ha comprato i Predator da sorveglianza, perché non ha previsto ab initio una versione armata?).

Come ha descritto il generale Leonardo Tricarico, questo Governo mostra lacune dilettantistiche: se il Governo italiano disponesse domattina dei droni armati, necessiterebbe un anno per approntare le linee di programmazione, formazione e utilizzazione dello strumento su teatri di crisi.

Infine, non esiste alcuna tratta di schiavi, ma una marea di gente che preme per arrivare in Europa, nonostante tutto attrattiva perché terra delle libertà, che si mette nelle mani di bande criminali perché l’Europa nella sua interezza e l’Italia non hanno una politica migratoria (così come non hanno politiche demografiche, l’altra faccia della medaglia ‘interna’ del problema).

In questa moltitudine di persone si possono distinguere:

A) una massa di disperati in fuga da guerre e persecuzioni etniche, politiche e religiose: costoro hanno diritto al riconoscimento dello status di internazionale di rifugiato e il connesso asilo politico, ma deve essere l’Unione Europea a farsene carico nella sua interezza, per trasformare allo stesso tempo la propria essenza da unione economico-monetaria a comunità indissolubile di destini;

B) una massa di emigranti per motivi economici, che intendono scavalcare le legislazioni nazionali sull’immigrazione affidando la propria vita ai trafficanti di persone, invece che utilizzare i corridoi legali di accesso in Italia e in Europa (visti, permessi di soggiorno, contratti di lavoro, etc): per queste persone il rimpatrio è il futuro necessario, perché in Europa tutto il Medio Oriente, l’Asia e l’Africa semplicemente non c’entrano;

C) un’aliquota di combattenti jihadisti al servizio dell’imperialismo islamista e strumenti per portare la guerra in Europa, così come è stato più volte promesso (non minacciato) dai vari portavoce del sedicente Stato Islamico con velleità califfali e totalitarie. Queste persone mettono in conto che la propria morte sia strumento della morte devastante altrui, hanno valicato il limite della razionalità sul cui paradigma si sono svolte le guerre mondiali precedenti. Questi combattenti per il jihad globale, nell’ottica hanbalita della sottomissione del mondo all’islam, vanno snidati e combattuti con ogni mezzo, senza se, senza ma.

Questa è la realtà mistificata da Renzi e dal Governo che presiede il più impreparato ‘capo’ del Governo della storia repubblicana italiana. E forse della Storia d’Italia tout court. Ma questo è il prezzo da pagare a causa del mancato ricambio della classe dirigente, la cui responsabilità politica delle precedenti generazioni in una prospettiva storica sarà una colpa incancellabile, peggiore perfino della corruzione dilagante nella Prima e nella cosiddetta Seconda Repubblica.

Chissà che una legge elettorale dalla sinistra denominazione – Italicum, anche questo, in fondo, è il segno della ignoranza dell’attuale leadership dem al potere – non possa porre termine a un gabinetto di devastante pochezza, rispetto alle clamorose enunciazioni vanagloriose. Se non ci fosse da mettersi le mani nei capelli per i problemi della drammatica contemporaneità, si potrebbe facilmente evocare il Miles Gloriosus di Plauto. Pirgopolinice è vico e lotta insieme a noi.

(askanews)

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