Cento anni fa il genocidio armeno. Il presidente Sargsyan: “Pronti a rapporti con Turchia”

Nella capitale armena le cerimonie per celebrare il centenario del massacro di un milione e mezzo di armeni da parte dell’Impero ottomano. Presenti i presidenti russo Putin e francese Hollande. Erdogan: “Celebrare le vittime di ogni etnia e fede”. Il presidente Usa Obama: “Fu un’atrocità di massa”. Giovedì la più grande canonizzazione di massa della Storia: proclamati 1,5 milioni di santi

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Erevan – Nella capitale armena ieri grande cerimonia per celebrare il Centenario del genocidio armeno, il  massacro di un 1,5 milioni di armeni da parte dell’Impero Ottomano. Il presidente Serzh Sargsyan, accompagnato dalla moglie, ha visitato il memoriale di Tsitsernakaberd in onore delle vittime del genocidio e ha deposto una corona di fiori.

Siamo pronti per la normalizzazione delle relazioni con la Turchia, per l’inizio di un processo di riavvicinamento tra le nazioni armena e turca senza alcuna precondizione“, ha affermato Sargsyan, auspicando l’apertura dei confini tra Turchia e Armenia e sottolineando gli effetti positivi che questa decisione avrebbe sui commerci, sullo sviluppo delle province della Turchia orientale e nel creare un’atmosfera di fiducia tra i due paesi. “Aprire il confine produrrà anche contatti tra le nostre società civili – ha dichiarato il presidente armeno – rendendole più consapevoli delle reciproche percezioni e ciò, credo, avrà un impatto positivo sul riavvicinamento tra le due nazioni“.

Centinaia di migliaia di cittadini hanno visitato il Memoriale.

Numerose le delegazioni straniere, tra cui anche il presidente russo Vladimir Putin e quello francese François Hollande. Nei giorni scorsi, entrambi i leader hanno riconosciuto il genocidio ma, secondo la stampa turca, Ankara non valuta una reazione diplomatica dura come quella che ha avuto nei confronti della Santa Sede e dell’Austria.

A Erevan, il presidente francese ha invocato “la pace e la riconciliazione” tra Armenia e Turchia e ha auspicato che “la frontiera tra i due paesi possa riaprire nel prossimo futuro“. Lo scorso gennaio, pur riconoscendo lo “sforzo di verità” del governo turco, Hollande aveva affermato che è “tempo di infrangere i tabù“. 

Putin ha invece sottolineato che “non c’è e non ci sarà mai alcuna giustificazione per gli omicidi di massa, oggi siamo in lutto insieme al popolo armeno”. Oltre Francia e Russia, presenti anche deputati e ministri di Paesi come Stati Uniti, Israele e Germania, il cui presidente ha giovedì riconosciuto il massacro come genocidio.

Il presidente Usa Barack Obama ha ricordato che “a partire dal 1915, il popolo armeno dell’Impero Ottomano è stato deportato, massacrato e costretto a marciare verso la morte, la loro cultura e l’eredità della loro antica madrepatria fu cancellata“. Obama ha definito il massacro di 1,5 milioni di armeniun’atrocità di massa“, senza usare il sostantivo “genocidio“.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoganin un messaggio inviato al Patriarcato armeno di Istanbul – ha affermato: “Desidero celebrare con compassione e rispetto tutti i cittadini ottomani, a prescindere dalla loro identità etnica e religiosa, che hanno perso la vita durante la Prima Guerra Mondiale e porgo le mie condoglianze ai loro figli e nipoti“. “Durante la Prima Guerra Mondiale, che si colloca tra le principali catastrofi dell’umanità, milioni di persone di tutte le nazioni perirono anche entro i confini dell’Impero Ottomano“, ha aggiunto Erdogan.

Giovedì nella cattedrale di Echmiadzin la più grande cerimonia di canonizzazione nella storia della cristianità, la Chiesa armena ha proclamato santi circa 1,5 milioni di persone uccise dalle forze dell’Impero Ottomano un secolo fa.

(CREDIT: ADNKRONOS) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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