Il devastante terremoto in Nepal: a Kathmandu edifici crollati e centinaia di morti

Sisma del 7.9 grado Richter, crollata la Torre di Dharahara patrimonio dell’umanità protetta dall’Unesco. Paura a New Delhi, valanghe sull’Everest: devastato campo base. Italiani sull’Everest in Salvo. Claudio Tessarolo, giornalista di Vicenza, ha chiamato ‘Il Giornale di Vicenza’: “è un disastro, ci sono centinaia di morti”

La Torre di Dharahara del 1832, dichiarata patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, prima e dopo il terremoto
La Torre di Dharahara del 1832, dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, prima e dopo il terremoto

Kathmandu – Il terremoto di magnitudo 7,9 sulla scala Richter che ha fatto tremare il Nepal e il nord-est dell’India, e ha portato al crollo di molti edifici nella capitale nepalese, Kathmandu, e in altre località a cavallo della frontiera, ha fatto finora 1.000 morti, ma il bilancio è purtroppo destinato ad aumentare man mano che passano le ore. Il sisma è stato registrato quando era l’ora di pranzo, circostanza che fa ritenere probabile un bilancio terrificante di migliaia di persone rimaste sotto le macerie.

Il ministro dell’Interno del paese himalayano ha parlato inizalmente di almeno 758 morti accertati (467 nella valle di Kathmandu), ma sono ancora moltissime le zone da raggiungere. In questo momento i morti sono oltre 1.000.

L’epicentro è stato localizzato nel Nepal centrale, 80 chilometri a est della località turistica di Pokhara e a una profondità di appena 2.000 metri, come ha riferito l’Istituto geologico Usa. Dopo la prima scossa, protrattasi per lunghissimi 90 secondi, ce ne sono state altre otto di assestamento. Il ministro dell’Informazione nepalese, Minendra Rijal, ha riferito di “danni immensi” nella zona dell’epicentro e ha lanciato un appello alle agenzie internazionale per un aiuto nel gestire l’emergenza.

A Kathmandu, città di un milione di abitanti, il terremoto ha fatto crollare la Torre di Dharahara del 1832, dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Una decina i morti accertati ma altre 50 persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie. La torre, conosciuta anche come Bhimsen Tower, era alta quasi 62 metri e si sviluppava su nove piani.

Devastata l’antica piazza di Durbar, il centro monumentale della capitale su cui si affaccia il Palazzo reale e anche molti templi antichi sarebbero stati rasi al suolo nella capitale e nella vallata di Kathmandu dove sorgono le città medievali di Patan e Bhaktapur, rinomate mete turistiche. La Farnesina sta verificando l’eventuale coinvolgimento di connazionali e la presenza di turisti italiani nelle aree colpite.

Il sisma ha causato un’interruzione delle comunicazioni telefoniche per cellulari e linee fisse e la chiusura dell’aeroporto ddella capitale, che probabilmente sarà riaperto solo lunedì prossimo.

Tra le prime vittime sono state segnalate due ragazze: una quindicenne in India, vicino al confine con il Nepal, deceduta nel crollo di un muro di casa. Un’altra ragazza è deceduta in una parco di Kathmandu, schiacciata da una statua crollata.

Il sisma è stato avvertito anche nel nord, nell’est dell’India, in Pakistan e in Bangladesh. A New Delhi gli edifici hanno tremato per oltre un minuto e la gente si è riversata per le strade. Il servizio della metropolitana è stato sospeso per alcuni minuti.

Si teme che il numero delle vittime in Nepal possa essere molto piu’ alto anche perche’ il Paese himalayano non è attrezzato per i terremoti e la maggior parte delle case sono decrepite e sovraffollate, con interi piani costruiti su edifici preesistenti.

I primi soccorsi a Kathmandu (Foto AGI)
I primi soccorsi a Kathmandu (Foto AGI)

Il Nepal e l’India erano già stati teatro di un devastante terremoto il 15 gennaio del 1934, quando un sisma di magnitudo 8 devastò le città di Kathmandu, Munger e Muzaffarpur, con piu’ di 11.000 morti, e lo Stato indiano del Bihar, dove persero la vita in oltre 7.000. Un altro terremoto in Nepal, nel 2011, aveva causato cinque morti.

Valanghe su campi base 1 e 2 sull’Everest, dispersi – Il terremoto ha anche innescato una serie di valanghe nella regione del monte Everest. Molti alpinisti coinvolti nelle varie spedizioni sul “tetto del mondo” sono stati costretti a cercarsi un riparo e si teme ci possano essere vittime anche se sulla zona c’era maltempo.

Le valanghe innescate dal terremoto in Nepal hanno investito i campi base 1 e 2 sul Monte Everest e molti alpinisti sono dispersi. Lo riferiscono i media indiani e testimoni sul posto che parlando di gravi danni. “Molti” alpinisti sono stati sorpresi dal sisma e dalle valanghe mentre erano impegnati in una scalata, ha riferito l’alpinista romeno Alex Gavan.

Sui social media sono rimbalzate notizie della caduta di sassi, ghiaccio e nuove valanghe mentre nella zona continua a nevicare. L’italiana Annalisa Fioretti, al campo base Everest per la salita al Lhotse insieme al collega Mario Vielmo, ha riferito che gli italiani della spedizione stanno tutti bene. Il terremoto ha fatto crollare seracchi dalla zona del Pumori, ha spiegato. Tra gli alpinisti bloccati ci sono anche il vicentino Mario Vielmo, che era impegnato in una spedizione di italiani di cui fanno parte anche il parroco di Asiago, don Roberto Bonomo, il giornalista vicentino Claudio Tessarolo e il bellunese Marco Sala. In particolare il collega Tessarolo ha chiamato ‘Il Giornale di Vicenza’ per dare conferma della messa in sicurezza degli italiani, confermando però il disastro: “ci sono centinaia di morti”, ha detto al quotidiano vicentino.

Aprile è uno dei mesi in cui partono piu’ spedizioni sull’Everest. Proprio l’anno scorso di questi tempi una valanga aveva travolto e ucciso 14 guide nepalesi. A Kathmandu dovevano arrivare anche Giampaolo Corona, guida alpina trentina e Francois Cazzanelli, guida alpina valdostana del Centro Sportivo Esercito, partiti proprio ieri dall’Italia alla volta del Kimshung, una montagna di 6700 metri mai salita prima. Corona ha tranquillizzato: “Stiamo bene. Fermi all’aeroporto di Mascate in Oman in attesa di ulteriori informazioni”.

Secondo la Cnn piu’ di 150 persone sono morte solo nella città di Kathmandu. Un bilancio “iniziale” dato dalla polizia nepalese parla invece di 108 vittime.

Ma il numero sono ancora molto incerti. Il ministero dell’interno nepalese ha fornito un bilancio provvisorio di 114 morti: 71 a Kathmandu “fino q questo momento”, ha riferito il portavoce del ministero dell’Interno, Laxmi Prasad Dhakal, e 43 nella zona circostante di Bhaktapur.

(Credit: AGI) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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