I ‘guerriglieri del nulla’ hanno devastato, ma non spezzato, il centro di Milano: 11 agenti feriti, 10 fermi (italiani)

Alfano, massima durezza contro i farabutti con il cappuccio. Napolitano: “grottesco parlare di ‘Milano devastatà dagli scontri, non c’è “solo la zona delle violenze”

La guerriglia urbana venerdì 1° Maggio a Milano (photo credit: AGI/REUTERS/Stefano Rellandini )
La guerriglia urbana venerdì 1° Maggio a Milano (photo credit: AGI/REUTERS/Stefano Rellandini )

Milano – La festa di Milano colorata dalle mille bandiere di Expo 2015 si è tinta di nero, come le tute e i cappucci indossati da alcune centinaia di cosiddetti ‘antagonisti’, inflitrati nel #NoExpoMayDay – che protestava contro l’Esposizione Universale – per devastare il centro della città.

Decine di auto incendiate, soprattutto di grossa cilindrata, vetrine di banche, ma anche di pasticcerie e parrucchieri e altri negozi, tutti ‘centri di propaganda del neoliberismo’ ovviamente (le virgolette sono nostre), distrutti o imbrattati di vernice. Il pomeriggio di imbecillità si è concluso con 11 agenti feriti e una decina di fermati, tutti italiani.  Chi intendeva mostrare la propria contrarietà all’Esposizione Universale in modo pacifico o chi pensava di rivendicare la propria condizione di ‘precarietà’ ha dovuto soccombere ai violenti , perché i ‘black bloc’ sono riusciti a togliere la parola alla protesta festosa e motivata di migliaia di manifestanti arrivati da tutta Italia e incentrata soprattutto sui temi del lavoro e della povertà.

Temi condivisibili o meno, ma che i manifestanti non intendevano presentare con metodi violenti, dando corpo alla ricchezza vera della democrazia, la differenza di opinioni e il diritto di esprimerle in modo sicuro.

All’angolo tra via De Amicis e Piazza Resistenza Partigiana, i ‘black bloc’ hanno cominciato la loro opera di devastazione contro i negozi e le banche. lanciando sassi, bombe carta e fumogeni contro le forze dell’ordine, che avevano creato una barriera – anche con lo schieramento di blindati – per impedire l’accesso al centro cittadino e alla zona della Scala, obiettivo dichiarato dei ‘guerriglieri in servizio permanente effettivo’ fin dalle manifestazioni analoghe a Francoforte, lo scorso mese.

Tutto il resto è venuto come conseguenza. Incendi di autovetture, pericolo asfissia in alcuni stabili, intervento degli idranti della Polizia, sostituitisi ai Vigili del Fuoco, stranamente non schierati in via preventiva e intervenuti successivamente. Poliziotti, carabinieri e finanzieri bersagli mobili di molotov e destinatari di ogni oggetto che potesse essere usato come arma, se ci fossero stati scontri diretti.

Scontri diretti evitati per l’arretramento delle Forze dell’Ordine, che hanno cinto la zona della guerriglia urbana in quella che è stata definita una “strategia di devastazione controllata”: andatelo a dire a chi ha avuto l’auto distrutta e lunedì avrà mille difficoltà a muoversi, a lasciare i figli a scuola o a recarsi al lavoro, aggiungendo rabbia alle difficoltà della crisi.

Dall’altra parte, i ‘black bloc’ hanno usato la tecnica ‘hit and run’ – colpisci e scappa – già sperimentata in altre contro-manifestazioni in tutto il mondo. Così, dopo aver incendiato una sede di Unicredit a largo Cadorna, questi ‘terroristi di bassa intensità’ si sono cambiati d’abito e come camaleonti si sono mischiati alla gente per le vie della città. Tecniche militari ben studiate, testimoniate dalle decine di tute, caschi neri, maschere antigas, bastoni tutti uguali abbandonati per terra.

Una infiltrazione che diviene evidente quando – nei pressi di via Giotto – una giovane donna viene ammanettata tra le proteste degli amici, che prima cercano di ‘dialogare’ con i poliziotti – chiedendone la liberazione, argomentando la sua estraneità alle proteste (“stava solo camminando”) – poi, non soddisfatte le proprie pretese di superiorità intellettuale sui tutori dell’ordine (alcuni anche inferociti) – passano al ‘Piano B’: insulti e sputi. Guerriglia contrastata da gente in guanti bianchi. Assurdo.

Le perquisizioni e le espulsioni (tentate) dagli investigatori e dalla polizia di prevenzione non hanno avuto effetto, anche per una certa inclinazione della magistratura a giudicare su basi teoriche comportamenti che poi hanno un’applicazione pratica che ricade sulle forze dell’ordine. Poliziotti, carabinieri e finanzieri impegnati in una lotta impari, con norme che favoriscono i delinquenti di ogni risma e minacciano invece di mandare in galera per anni chi – al termine di una giornata di guerriglia urbana condotta con un braccio legato dietro la schiena – deve perfino beccarsi gli sputi della marmaglia senza cervello. 

“Un grande grazie alle forze dell’ordine e a tutto il sistema della sicurezza milanese: dal prefetto al questore e a tutti quelli che hanno cooperato. Hanno evitato il peggio con intelligenza e fermezza”. Queste le parole del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dopo la guerriglia pomeridiana.

“La tattica di ordine pubblico adottata a Milano ha infatti evitato il peggio”, ha spiegato Alfano,  “la giornata inaugurale di Expo non è stata macchiata dal sangue né dei manifestanti, né delle forze dell’ordine”. “Abbiamo fermato molti delinquenti preventivamente e altri ancora oggi pomeriggio – ha dichiarato Alfano ieri pomeriggio, evocando “massima durezza contro questi farabutti col cappuccio”. “Nessuno si sogni di liberarli subito”, ha poi ammonito con un tono evidentemente elettoralistico. Per fortuna la sera nessun incidente alla Scala, per la Turandot di Puccini.

Sui fatti di Milano si è espresso il senatore a vita Giorgio Napolitano, per il quale è “grottesca” la rappresentazione fornita da alcune testate online di una “Milano devastata“. “So – ha detto Napolitano in visita all’Expo – che addirittura ci sono quotidiani online che ieri sera hanno fatto il titolo ‘Milano devastata’. Siamo al grottesco perché Milano non è quello spazio abbastanza limitato in cui sono avvenute queste violenze“. Violenze che sono “insensate”, per l’ex presidente della Repubblica, che spesso sono identificate “molto genericamente espressione di disagio, ma sono soprattutto espressione di una cultura della violenza“.

Napolitano ha poi aggiunto che queste violenze sono “una cosa spiacevole e negativa“, ma ormai “avviene dappertutto nel mondo con eventi di particolare rilievo“, sottolineando piuttosto che ieri è “stata anche la giornata di una splendida inaugurazione“.

La risposta più vera, concreta e immediata l’hanno fornita – già pochi minuti dopo le devastazioni – i milanesi, che hanno cominciato a ripulire con olio di gomito e a riparare quanto distrutto. Una lezione di ‘saper fare’. Tra corso Magenta e via Carducci – dove i black bloc sono usciti dal corteo autorizzato per iniziare le devastazioni – questa attività è iniziata e l’indignazione della gente rappresenta i sentimenti di buona parte della popolazione meneghina. E non solo.

(Credit: AGI, agenzie) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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