Sinai, 30 tribù della Penisola del Sinai si schierano contro lo Stato Islamico a fianco del Cairo

La Federazione delle tribù stanziali della penisola affiancheranno le Forze Armate egiziane nella lotta contro il jihadismo islamista con due ‘battaglioni’: uno di ‘fanteria’ e uno di ‘intelligence’. La chiave per vincere è la disarticolazione dei gruppi attraverso l’infiltrazione. Una scelta che si inserisce nel quadro della resistenza musulmana contro l’orrore fondamentalista

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Il Cairo – Si rafforza lo schieramento anti-jihadista nella Penisola del Sinai, dove opera Ansar Bayt al-Maqdis (Supporter di Gersualemme), il gruppo fondamentalista islamico che ha dichiarato la propria affiliazione al sedicente Stato Islamico. Trenta tribù stanziali nel Sinai hanno raggiunto un accordo di federazione e hanno dichiarato che affiancheranno l’esercito regolare del Cairo nella guerra contro l’ISIS e nel tentativo di eradicare il fondamentalismo islamico dall’Egitto Orientale.

Lo ha annunciato la Federazione Tribale del Sinai, che ieri si è riunita per la prima volta per delineare la strategia da portare avanti contro i miliziani jihadisti. In un comunicato è stato annunciato che le milizie lavoreranno “in collaborazione con le agenzie e le istituzioni dello Stato in sostegno delle forze armate nella loro guerra contro il terrorismo” islamico.

A tal proposito la Federazione ha deciso di formare due ‘battaglioni’ di volontari combattenti, uno di ‘fanteria’, che combatterà a fianco delle truppe egiziane; l’altro di ‘intelligence’, che avrà il compito di raccogliere informazioni sui militanti, la rete di sostenitori e il monitoraggio delle vie di approvvigionamento di armi che consentono ad Ansar Bayt al-Maqdis di combattere lo Stato.

La decisione comunicata oggi fa seguito alla richiesta di sostegno formulato a fine aprile dalle tribù del Sinai all’Esercito egiziano, per combattere le reti jihadiste che hanno intensificato gli attacchi contro civili e militari nella penisola dalla destituzione di Mohammed Morsi, il 3 luglio 2013, da parte delle Forze Armate egiziane, accogliendo il robusto movimento popolare trasversale che aveva raccolto ben 33 milioni di firme contro il regime dei ‘Fratelli Musulmani’, che avevano instradato l’Egitto sulla via fondamentalista, minando le basi della convivenza tra fedeli di religioni e confessioni diverse.

Si tratta peraltro di un ulteriore segnale di rafforzamento dello Stato egiziano, che sotto la guida riformista del presidente Abdel Fattah al-Sisi ha posto l’Egitto in prima linea contro il fondamentalismo islamico, anche se l’Egitto formalmente non aderisce alla Coalizione Internazionale a guida statunitense contro l’Isis.

(Credit: Arabpress.eu, Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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