Incendio al Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino: cinque persone iscritte nel registro degli indagati

Sono dipendenti della ditta che ha in appalto la gestione e la manutenzione degli impianti di condizionamento e riscaldamento all’interno dell’aeroporto. Il disastro forse innescato un condizionatore portatile d’emergenza. Stucchi (Copasir): ho chiesto di saperne di più

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Roma – Concorso in incendio colposo: è questa l’ipotesi di reato formulata dal procuratore della Repubblica di Civitavecchia Gianfranco Amendola, e dal pubblico ministero Valentina Zavatto nell’ambito dell’inchiesta sull’incendio che tra il 6 e 7 maggio scorso ha praticamente distrutto il Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino. 

Le persone iscritte nel registro degli indagati sono dipendenti della ditta che ha in appalto la gestione e la manutenzione degli impianti di condizionamento e riscaldamento all’interno dell’aeroporto. La decisione procedere all’iscrizione dei cinque nel registro degli indagati è stata presa in base ai filmati della videosorveglianza e da quanto emerso da conversazioni telefoniche acquisite dal magistrato.

In particolare è emerso che gli indagati avrebbero compiuto lavori nella sala E 9 da cui sono partite le fiamme che poi si sono sviluppate in un vero e proprio rogo di vaste proporzioni. I lavori in particolare erano stati decisi per eliminare un problema a un quadro elettrico, che tendeva a surriscaldarsi. Per risolvere l’inconveniente, i cinque tecnici avrebbero utilizzato un climatizzatore portatile, cercando di raffreddare l’ambiente. Questo apparecchio avrebbe a propria volta presentato inconvenienti, non avendo collegamento esterno con un tubo.

Intanto, sull’incendio avvenuto all’aeroporto il procuratore di Civitavecchia Amendola e il PM incaricato Zavatto hanno ascoltato l’ingegnere Marco Ghimenti, comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Roma, come persona informata sui fatti.

La convocazione si è resa necessaria per capire quale sia l’attuale situazione degli impianti antincendio 20150305-stucchi_giacomo_inf-320x215dello scalo di Fiumicino e come funzionino gli impianti stessi, considerato che – a parte qualche estintore e rilevatore di fumo/calore – non esistono porte tagliafuoco o sistemi automatici a pioggia.

Nei prossimi giorni l’ingegnere Ghimenti consegnerà al procuratore di Civitavecchia una relazione scritta sullo stato degli impianti dell’infrastruttura e si può ipotizzare che nelle prossime settimane a piovere non saranno gli ugelli dell’impianto anticendio, ma le indagini sui responsabili dello scalo e degli enti di controllo.

Nel corso della puntata di giovedì 14 maggio del programma radiofonico ‘Zapping’, condotto da Ruggero Po, Giacomo Stucchi, senatore della Lega Nord e presidente del COPASIR (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica), a precisa domanda se i retroscena di questo grave fatto di cronaca fossero del tutto chiari, ha rivelato di avere richiesto una informativa dettagliata, per escludere dal novero delle ipotesi quella di un atto di sabotaggio legato al terrorismo internazionale (ossia islamico).

(Credit: Adnkronos, You Tube, Zapping) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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