Il simbolo dell’Italia è la passera

L’osservatorio uccelli dell’associazione di birdwatchers Ebn Italia ha votato l’animale che meglio rappresenta il Paese. Dietro il passerotto (nome scientifico ‘passera d’Italia), si è piazzato il Cavaliere d’Italia (che però non ha nulla a che fare con la politica…)

Una femmina di Passer italiae (foto Wikipedia)
Una femmina di Passer italiae (foto Wikipedia)

Roma – Malpensanti! Chissà cosa avete pensato leggendo il titolo. Effettivamente scritto in quel modo può dar adito a un pensiero malizioso. Però qui si narra un’altra storia, perché il tema è l’uccello simbolo del Belpaese.

Secondo i birdwatchers di Ebn Italia, il passerotto   nome scientifico Passera d’Italia – è stato eletto uccello simbolo dell’Italia Belpaese nella consultazione tra gli associati. Il precedente è britannico: infatti, il 7 maggio scorso in Gran Bretagna è stato scelto il National Bird, attraverso la scelta tra una rosa di dieci finalisti. 

Anche da noi in Italia, Ebn Italia – associazione no profit che propone la diffusione dell’attività di osservazione e di riconoscimento in natura degli uccelli – ha chiesto ai propri iscritti di pronunciarsi sulla specie che più rappresentasse l’Italia.

20150519-Passer_italiae_male-320x276Nel forum dei birdwatchers, il dibattito è stato appassionato e alla fine sono state individuate due specie degne di rappresentare il Belpaese: il cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) e la passera d’Italia (Passer italiae). Nel ‘ballottaggio’ fra le due specie ha però prevalso nettamente (68% dei votanti) il piccolo passeriforme.

La qualifica di ‘Uccello simbolo dell’Italia’ è una bella vittoria per quella che è l’unica specie endemica della penisola (presente anche in Corsica). Un uccello non raro, ma comunque minacciato. La Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Italia considera infatti la specie vulnerabile per il rischio di estinzione.

“Nonostante ancora abbondante – rileva Ebn – la Passera d’Italia sta subendo una contrazione di popolazione marcata: per il Nord Italia è stato stimato un calo del 50% dal 1996 al 2006. Le cause sono molteplici, ma determinante sembra essere la carenza di insetti, essenziali nella dieta dei nidiacei. Una dieta quasi solo vegetale ne fa morire molti già nel nido e, quelli che sopravvivono, sono deboli e facili vittime di malattie infettive”.

Viva la passera (d’Italia s’intende)!

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