Roma, stazione Termini: sudanese insieme a 2 nordafricani sequestra e violenta 30enne per ore. Un arresto, 2 ricercati

Il 30enne aveva raggiunto la stazione centrale di Roma insieme al suo compagno. Perso il treno, è stato avvicinato alla stazione dal suo aguzzino, un finto disabile, che si è offerto di dargli un passaggio. Poi lo ha sequestrato e violentato per ore. Fermato, stava per lasciare l’Italia. Ricercati i due complici. Residenti della città storica: “Preoccupati per la sicurezza”

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Roma – Storia di incredibile violenza a Roma, dove un 36enne sudanese è stato arrestato per violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni personali ai danni di un giovane trentenne. Insieme al sudanese sono ricercati due nordafricani, che hanno partecipato a tutti i reati contestati.

I fatti. Tutto accade di sera. La vittima, un giovane di 30 anni, dopo aver trascorso la giornata a Roma con il suo compagno, è diretto al binario 16 della stazione Termini per prendere il treno e tornare a casa. Ma il suo treno è soppresso.

A questo punto inizia il suo calvario, come ha raccontato il giorno dopo ai poliziotti del Commissariato Esquilino, diretto da Agnese Cedrone. Poco distante da lui infatti, un uomo ben vestito, con una stampella per aiutarsi a camminare, notando lo sconforto del ragazzo, gli si avvicina e gli offre un passaggio in macchina. Così, dopo aver accettato l’offerta dello sconosciuto i due, insieme ad altri due nord africani, si dirigono al parcheggio in via Giovanni Giolitti.

Uno dei tre si mette alla guida, mentre l’uomo con la stampella si siede sui sedili posteriori accanto al ragazzo. Poco dopo essere partiti il giovane, mentre risponde alla telefonata del compagno, si sente puntare un coltello al fianco dall’uomo con la stampella, che gli ‘consiglia’ di parlare tranquillamente e di rispondere che fosse tutto a posto e che fosse arrivato a destinazione.

Arrivati in zona Pigneto, un forte colpo alla nuca gli fa perdere i sensi. Il 30enne si sveglia poco dopo a terra in un parco, con le mani e le caviglie legate, con un coltello puntato dall’uomo con la stampella, mentre gli altri due lo derubano dei soldi, del cellulare e di un bancomat.

Viene minacciato con una pistola puntata alla tempia per avere i codici della carta, ma una volta appurato che non vi fosse alcuna disponibilità di denaro, i tre iniziano a violentare il ragazzo.

Ripresosi dopo oltre un’ora dalla ripetuta violenza carnale, quando si accorge che i suoi aguzzini sono scappati, abbandona il parco e raggiunge un esercizio commerciale, dove contatta il compagno che lo raggiunge subito dopo. Insieme vanno al commissariato Esquilino per denunciare alla polizia l’accaduto.

Scattano così le indagini: gli agenti riescono a risalire a un bar, in zona San Lorenzo, del quale il giovane aveva sentito parlare ai suoi aguzzini. All’interno dell’esercizio commerciale il ragazzo riconosce un individuo, che aveva visto la sera precedente all’interno della stazione, intento a parlare con uno dei suoi sequestratori. Gli agenti riescono a risalire al cellulare, poi anche all’identità dell’uomo e – tramite la banca dati della polizia scientifica – ottengono una foto di M.Y., sudanese di 36 anni, che la vittima subito riconosce.

Il cellulare del 36enne viene localizzato nei pressi della stazione Termini e poco dopo gli agenti lo fermano in via di Santa Bibbiana. Addosso l’uomo ha un coltello e due lame per taglierino. Il sudanese, che secondo quanto ricostruito dalla polizia usava la stampella solo per fingersi inoffensivo, era pronto a lasciare la Capitale.

Accompagnato negli uffici del Commissariato, al termine delle indagini l’uomo viene sottoposto a fermo di indiziato di delitto per sequestro di persona, rapina e violenza sessuale. Gli altri due complici sono ricercati.

(Adnkronos)

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