Renzi, visita a sorpresa in Afghanistan. La ‘segretezza’ rotta da Bonavitacola, vice-governatore campano in pectore

Il premier a Herat alle truppe italiane: “Vi chiedo uno sforzo in più per la pace” (spintaneamente…) – FOTO/VIDEO

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Herat – Visita a sorpresa del presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi a Herat, al contingente italiano in Afghanistan, cui ha reso omaggio in occasione della Festa della Repubblica che ricorre domani, 2 Giugno. La data celebra il Referendum Istituzionale del 2 Giugno 1946 con cui gli italiani furono chiamati a scegliere tra il mantenimento della forma di Stato monarchica e la Repubblica. Consultazione che fu macchiata da brogli elettorali, di fronte ai quali però il Re Umberto II di Savoia decise di non agire e accettò il risultato del referendum, scegliendo la via dell’esilio.

“Sono onorato di essere accanto a voi in un momento importante, la festa della Repubblica, un appuntamento in cui il Paese ricorda la grandezza dell’Italia“, ha detto Renzi, ignorando forse la storia dei brogli (acclarati).

Ho avvertito il bisogno di guardarvi negli occhi e di essere al vostro fianco per festeggiare con voi, per ricordare il passato e dire una parola di gratitudine a chi porta con orgoglio e determinazione i valori e i colori dell’Italia“, ha aggiunto, spiegando che al contingente italiano è chiesto “uno sforzo in più, perché la fase finale della missione è la più difficile” e serve a “non disperdere il lavoro fatto da voi e da chi vi ha preceduto. Abbiamo il dovere di concludere una transizione che permetta all’Afghanistan di godere della pace e della stabilità“, ha sottolineato Renzi, che ha fatto riferimento a un accordo con il presidente americano Obama, quando lo sanno pure le pietre che l’Italia ha deciso di prolungare la missione in Asia spintaneamente.

La stabilità internazionale – ha poi detto ancora – è connessa a quella interna, non possiamo pensare che la nostra sicurezza sia solo dentro i confini“. “L’ho detto e lo ripeto, apprezzo molto il modo, la qualità, lo stile delle nostre forze armate e posso sostenere con cognizione di causa che il grande sentimento di orgoglio che gli italiani hanno nei vostri confronti è ben riposto“, ha detto il ‘premier’, del quale sfuggono all’osservatore le competenze di politica internazionale, di relazioni internazionali e di politica militare. Anzi, al contrario, dai risultati finora raggiunti finora (italiani ‘sequestrati’ in ogni parte del mondo: Latorre e Girone in India, Bosio nelle Filippine, Liberati in Gambia, Roberto Berardi ancora in carcere nella Guinea Equatoriale) sembra tutto il contrario.

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Renzi comunque ha sottolineato nel suo discorso di essere orgoglioso per quello che le Forze Armate stanno facendo in Afghanistan: “non siete qui per una esigenza organizzativa ma per un ideale che rende onorata la comunità italiana“, ha precisato.

Ad accogliere Renzi al proprio arrivo a Herat è giunto il presidente afghano Ashraf Ghani. “Le vostre attività hanno il sostegno dell’intera Nazione“, ha detto Ghani, mentendo e sapendo di mentire, perché è solo una parte del Paese ad accogliere la presenza del contingente italiano come forma di speranza per un futuro migliore: dipendesse da altri, i nostri militari tornerebbero a casa a pezzetti. In ogni caso, Ghani ha sottolineato che la politica ufficiale dell’Afghanistan sostiene la presenza italiana. “Il Paese vive meglio grazie ai vostri sacrifici. Siete i tutori dell’unità nazionale”, ha detto Ghani, eletto lo scorso settembre dopo una movimentata e lunga procedura elettorale conclusa con un compromesso costituzionale tra due fazioni politiche principali.

Ghani ha poi incontrato Renzi, che ha firmato un registro delle visite. Per il presidente afghano è la seconda visita a Herat da quando ha assunto i poteri presidenziali, mentre per Renzi è la prima visita.

Alcune polemiche si sono sollevate in Italia, perché Renzi – proprio all’indomani della tornata elettorale amministrativa – è scomparso dalla circolazione e il mancato arrivo a Napoli, per salutare la vittoria di Vincenzo De Luca era stata intepretata come freddezza verso l’esito elettorale.

A rompere la riservatezza/segretezza il deputato PD Fulvio Bonavitacola, collaboratore del neo-forse-governatore della Campania, De Luca. A un giornalista che aveva rilevato l’assenza del ‘premier’, Bonavitacola ha risposto che Renzi e De Luca si fossero sentiti al telefono, ma che Renzi non poteva essere a Napoli perché in viaggio verso l’Afghanistan sul Boeing 737 del 31° Stormo di Pisa.

Renzi è stato accompagnato per l’occasione dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano.

Una circostanza che dimostra quanto meno la leggerezza con cui si cordonano le informazioni riguardanti il presidente del Consiglio dei Ministri, ma anche l’infausta collocazione della scadenza elettorale a ridosso del ‘ponte’ del 2 Giugno. Menti eccelse all’opera, si direbbe…