La lettera del vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti, che ha scatenato accese polemiche pre-elettorali

Ecco il testo integrale della lettera del vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, che ha scatenato incredibili polemiche per l’indiretto sostegno alla candidata Monica Lavarini (Lista Zaia) alle recenti Regionali. Una lettera privata e “confidenziale”, che fa “appello a tutti i candidati, di qualunque area politica” e si rivolge a un pubblico più vasto della stretta cerchia di fedeli. Lettera che monsignor Zenti ha dovuto ‘ritirare’ dopo meno di 24 ore. I lettori ne valutino il rilievo ricordando però che monsignor Zenti non ha lesinato critiche alla Laga Nord – Chiesa e politica: a Verona il vescovo Zenti bastonato, a Gela don Fausciana trionfante e osannato

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Lettera confidenziale

Come vescovo non sono mai determinato dalla politica. Resto sempre al di sopra delle parti. Non sono infatti un politico, ma un pastore d’anime. E proprio come pastore d’anime sono molto sensibile alle problematiche reali della mia gente.

Considero in particolare due problematiche: quelle che riguardano il sociale debole e quelle che riguardano la libertà educativa dei genitori. Anzitutto, sono particolarmente sensibile al sociale debole, e l’ho manifestato in tantissime occasioni. Si tratta della realtà della disabilità fisica e mentale, con particolare riferimento all’autismo; della realtà della disoccupazione e dello sfratto che umiliano troppe famiglie, fino alla disperazione.

Sono famiglie tutte in gran parte lasciate al loro destino, invece di essere adeguatamente sostenute anche in ambito economico. Quanto vorrei che tutte le persone in gravi difficoltà, autoctone e straniere, fossero accolte nel cuore di chi ne ha la possibilità, proprio in forza del rispetto e della venerazione della dignità di persone umane. A me stanno molto a cuore! Tutte le istituzioni “caritative” della diocesi sono sotto la mia responsabilità di vescovo e sono, sotto vari aspetti, il mio braccio operativo. Dunque in perfetta sintonia con il loro vescovo. Un esempio fra tutti: presidente della Caritas è il vescovo!

E, in secondo luogo, sono molto sensibile alla libertà educativa dei genitori, anche attraverso la fruizione della scuola paritaria cattolica, che, comunque resterà baluardo della difesa dei valori umani, oggi culturalmente minacciati dalle più aberranti ideologie, proprio in nome dell’ispirazione ai valori cristiani. Purtroppo, molte famiglie che pure lo vorrebbero, sono impedite di mandare i figli nelle scuole cattoliche per mancanza di sussidiarietà adeguata da parte dello Stato che, in tal modo, consuma una delle più gravi ingiustizie nei confronti dei suoi stessi cittadini, i quali regolarmente pagano le tasse. È noto il fatto che la stessa regione Veneto, privata delle scuole cattoliche, non sarebbe in grado di sopportarne il peso.

Come allora potrei io, pastore di questa diocesi che, per l’efficacia della sua opera di evangelizzazione, conta sull’apporto educativo di numerosissime scuole cattoliche, rimanere insensibile di fronte alle condizioni economiche di grave deficit che rischia di anno in anno di farne chiudere troppe, per asfissia economica? Non farei il mio dovere di pastore. Anche a tale riguardo, tengo a precisare che tutte le scuole cattoliche sono sotto la mia giurisdizione pastorale di vescovo. E come vescovo ho il dovere di difenderne i diritti. In tutti i modi. Va da sé che l’intera comunità cristiana ha il dovere di essere solidale, non a parole ma nei fatti, con le famiglie in difficoltà e con le scuole cattoliche.

Faccio pertanto appello agli stessi candidati, di qualunque area politica, a partire da chi si ritiene cattolico, a condividere tali mie preoccupazioni. Di conseguenza, voglio sperare che nessuno pregiudizialmente mi giudichi schierato” nei confronti di una candidata, la dottoressa Monica Lavarini, una coordinatrice di gruppo del “Simposio dei Laici con il Vescovo”, che si è candidata da sola. Data però la posta in gioco, ne condivido il programma che ha elaborato da sola, imperniato sulla difesa dei diritti delle famiglie in difficoltà, cioè sul sociale debole e sulle scuole cattoliche, inserendosi come altri cattolici, per maggior libertà, nella lista civica di Zaia. Nell’evidente e inviolabile libertà di scelta, sono convinto che molti ne condividano il programma formalmente e pubblicamente espresso. La candidata si è impegnata a tener viva la sensibilità verso le problematiche contenute nel programma, in vista della loro soluzione, pur non miracolistica.

Se avessi trovato altri programmi, pubblicamente e formalmente esposti, determinati nella difesa di queste questioni nevralgiche, non avrei esitato ad appoggiarli ugualmente, in quanto io non parteggio per un candidato ma ne sostengo il programma se di alto valore civile, inseparabile ovviamente dal candidato.

Consapevole del mio ministero di pastore di tutto il gregge affidatomi, del cui odore vorrei tanto essere intriso, e constatando una certa rissosità tra concittadini, prego perché il clima elettorale non sia intriso di veleni e infestato di ostilità gli uni contro gli altri, ma sia infervorato per il bene comune, in vista del raggiungimento di un medesimo risultato: far vincere i diritti della nostra popolazione, al cui servizio maggioranza e minoranza sono chiamate a mettere tutte le proprie competenze, seppur nel confronto dialettico. Candidati ora ed eletti domani mostrino nei fatti quanto sta a cuore non il potere ma il vero bene della nostra gente.

Su tutti coloro che si impegnano al servizio del bene comune, con particolare attenzione alla difesa dei diritti del sociale debole e della scuola cattolica (e, ovviamente, anche della scuola statale che pure mi sta a cuore!), assicuro apprezzamento, incoraggiamento e sostegno. Ognuno si prenda le proprie responsabilità. Ma so che posso dare un credito di fiducia al buon senso dei Veronesi. Che amo, tutti, immensamente. Sui quali riservo una speciale benedizione, mattina e sera. E per i quali celebro tutte le mie sante Messe!

Giuseppe Zenti

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