Milano, terzo fermo per l’aggressione ai ferrovieri. La gang MS-13, quel che c’è da sapere

Nata negli anni ’80 da immigrati salvadoregni negli Usa, ora si è diffusa in tutto il mondo

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Milano – Un terzo uomo è stato fermato a Milano perché sospettato dell’aggressione con un machete al capotreno Carlo Di Napoli e al collega macchinista alla stazione di Villapizzone. È un giovane di 19 anni, originario di El Salvador e fa parte della gang di latinos MS-13. Si chiama Alexis Ernesto Garcia Rojas. La Polizia lo ha rintracciato nella zona di Porta Genova.

È già noto alla forze dell’ordine: nel 2013 era stato arrestato nell’ambito dell’operazione della squadra mobile di Milano ‘Mareros’, che aveva sgominato una serie di baby gang latino americane, e a suo carico risultano precedenti per associazione a delinquere, lesioni e rapina.

Il provvedimento di fermo nei suoi confronti è stato emesso dal Lucia Minutella, sostituto procuratore della Repubblica di Milano che segue il caso. Garcia Rojas era stato affidato in prova a una comunità. È stato individuato grazie alle immagini della videosorveglianza presenti sul convoglio.

MS-13, UNA GANG TRANSNAZIONALE

la Mara Salvatrucha 13, comunemente conosciuta come MS-13, la gang internazionale cui apparterrebbero gli aggressori del capotreno ferito a colpi di machete a Milano, è una banda criminale conosciuta in tutto il mondo e tra le più pericolose è considerata dall’Fb. Ha almeno 50 mila affiliati, diecimila dei quali negli Stati Unit, un vero e proprio esercito transnazionale che va sciolto prima possibile.

Tatuaggi dei 'meresos' (foto da Wikipedia)
Tatuaggi dei ‘meresos’ (foto da Wikipedia)

L’organizzazione ha molto in comune con la mafia italiana. La MS-13 è nata infatti negli anni Ottanta a Los Angeles da immigrati salvadoregni fuggiti dalla guerra civile e inizialmente il suo scopo era proprio quello di proteggere i propri connazionali dagli altri immigrati, principalmente messicani e afroamericani.

Noti per la loro crudeltà e per i corpi letteralmente coperti da tatuaggi, i “mareros” sono finiti nel mirino delle autorità statunitensi dopo la loro affiliazione con il cartello di Sinaloa e con la banda di narcotrafficanti messicani dei Los Zetas. Le deportazioni di coloro che venivano arrestati hanno contribuito tuttavia ad accrescere l’influenza della gang, visto che i rimpatriati avevano modo di recutare nuovi affiliati nella loro terra di origine.

Nel 2004, l’FBI ha fondato addirittura una task force dedicata alla lotta contro l’MS-13, in collaborazione con le autorità di El Salvador, Honduras, Guatemala e Messico: da allora sono stati oltre tremila gli arresti di presunti membri della gang.

L’etimologia del nome non è chiara: alcuni pensano che derivi da La Mara, una banda di strada di San Salvador, e dai “salvatruchas”, i guerriglieri del Fronte di Liberazione Nazionale Farabundo Martì. La parola “mara” significa “gruppo” in dialetto Caliche (quello più diffuso nell’America Centrale) e proviene dalla “marabunta”, un tipo di formica particolarmente aggressiva.

Il 13 proverrebbe dalla 13ma strada di Los Angeles dove si pensa sia nato il gruppo. Dediti a omicidi, furti, narcotraffico e commercio di armi, gli adepti devono superare delle durissime prove per la loro affiliazione, che prevedono duri pestaggi per i ragazzi e addirittura stupri di gruppo per le ragazze. Oltre ai tatuaggi con il nome della gang e il simbolo delle corna del diavolo, i “mareros” si distinguono anche per una bandana bianca e azzurra (i colori del Salvador).

In Italia il primo segnale di allarme della loro presenza si è avuto nel 2006, con i primi fermi effettuati da polizia e magistratura. Gli ultimi episodi nel 2013, con venticinque arresti di persone provenienti da El Salvador ed Ecuador, responsabili di vari reati tra cui associazione per delinquere, rapina, lesioni personali aggravate e porto illegale di armi da taglio.

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