Sensazionale scoperta a Bratislava: ritrovato il busto di Paolo V scolpito da Bernini: se ne erano perse le tracce nel 1893

Il busto era stato venduto a un’asta a a Roma nel 1893, poi ceduta a un collezionista privato di Vienna. L’ha scoperta l’anno scorso Francesco Petrucci, conservatore – tra l’altro – di Palazzo Chigi di Ariccia, che racconterà i dettagli della riscoperta nel prossimo numero di ‘Paragone’

Il busto di Paolo V, opera di Gian Lorenzo Bernini del 1621 (foto di Daniele Petrucci via AdnKronos)
Il busto di Paolo V, opera di Gian Lorenzo Bernini del 1621 (foto di Daniele Petrucci via AdnKronos)

Roma – A distanza di circa 120 anni dall’ultima apparizione, è ricomparso il busto di Papa Paolo V scolpito da Gian Lorenzo Bernini nel 1621. La preziosa scultura, che è stata recentemente acquistata dal Getty Museum di Los Angeles, è stata rintracciata l’anno scorso a Bratislava dallo studioso e direttore del Museo del Barocco nonché conservatore di Palazzo Chigi di Ariccia, Francesco Petrucci. Si tratta della più importante opera di Bernini negli Usa e di uno dei maggiori ritrovamenti artistici degli ultimi 50 anni.

La storia della scoperta del capolavoro, scomparso da Roma a seguito di un’asta di opere d’arte della collezione Borghese, tenuta nella Capitale nel 1893, sta per raccontarla lo stesso Petrucci in un approfondito articolo che verrà pubblicato sulla rivista ‘Paragone’, diretta da Mina Gregori. Subito dopo l’asta, la scultura, primo busto papale scolpito da Bernini, passò in una collezione privata a Vienna. Poi se ne persero le tracce finché l’anno scorso Petrucci venne contattato da un collezionista privato di Bratislava per un giudizio sulla supposta autografia berniniana del busto, che aveva acquistato il 23 settembre del 2014 presso la casa d’aste Soga della capitale slovacca, al ridicolo prezzo di 47mila euro.

Petrucci lo esaminò in uno scantinato alla periferia di Bratislava e, come racconta lui stesso, rimase “colpito dalla straordinaria qualità e dalla forza espressiva del ritratto, di indiscutibile autografia berniniana, riscontrandone la coincidenza con quello perduto di provenienza Borghese”.

“Il ritratto – prosegue lo studioso – si pone come l’immagine ufficiale e più rappresentativa dell’intera ritrattistica paolina, restituendo al pontefice, visivamente, la sua alta dignità morale e umana. Esso assurge quindi ad un valore emblematico delle caratteristiche psicologiche e di temperamento di Paolo V, qui magistralmente espresse. Infatti, sia le immagini dipinte che quelle scultoree, non raggiungono l’intensità espressiva e comunicativa dell’effigie berniniana“.

Secondo Petrucci, Bernini “in questo innovativo ritratto non persegue alcuna idealizzazione, ma l’intento di evocare gli aspetti fondamentali della personalità di Paolo V e le sue caratteristiche fisiche, senza indulgenza e timore reverenziale per l’altissima dignità del soggetto. Basti osservare la rappresentazione del grosso porro sotto il sopracciglio destro, assente in tutti gli altri ritratti noti del papa, compresa la versione in piccolo della Galleria Borghese”, evidenzia lo studioso.

La sola cosa che resta ancora da scoprire è la destinazione originaria del busto, perché la sua presenza alla Galleria Borghese è documentata dal 1650. Si suppone possa essere stato ospitato prima a Palazzo Borghese, magari in una nicchia della biblioteca, come avvenne per i ritratti di Urbano VIII e Clemente X. Ma non si esclude neppure che si potesse trovare nella Chiesa del Gesù, ipotesi indimostrabile, secondo Petrucci, perché sostenuta soltanto da un elenco delle opere di Bernini stilato da Baldinucci, primo biografo del grande artista.

(AdnKronos)

Se hai gradito questo articolo, clicca per favoreMi piacesulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie.