Crisi Grecia/UE: Atene chiede nuovi aiuti, Juncker apre, Merkel rigida nel ‘no’

La cancelliera tedesca subordina gli eventuali aiuti allo svolgimento del referendum: “prima il referendum”. Atene scende in piazza

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Roma- Ieri sera mezzanotte Atene non ha versato al Fmi la rata da 1,6 miliardi di euro di prestiti in scadenza, la Grecia quindi entrerà in default tecnico, cioè in quella che molti considerano l’anticamera della ‘Grexit’.

Per questo ieri è scattata una serie di trattative last minute tra Bruxelles e Atene, culminata con la richiesta del premier greco, Alexis Tsipras di una terza tranche di aiuti, a cui l’Eurogruppo ha replicato rinviando a domani la sua risposta e precisando che “e’ troppo tardi per estendere il programma di aiuti alla Grecia”.

In precedenza la cancelliera Angela Merkel aveva già dettato la linea sostenendo che “Berlino non prenderà in considerazione l’ipotesi di un terzo salvataggio per la Grecia, come proposto da Atene, prima dell’esito del referendum di domenica prossima”.

La trattativa last minute era stata avviata dal presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker il quale ha detto a Tsipras di essere pronto a convocare un Eurogruppo di emergenza per stanziare nuovi aiuti alla Grecia, a patto che il premier accetti di fare campagna per il si’ al referendum. Inoltre Juncker si è impegnato a riscadenzare il debito greco se al referendum vinceranno i si’.

La risposta di Atene si è fatta attendere e nel pomeriggio Tsipras, che ha anche sentito Matteo Renzi al telefono, ha avanzato la richiesta di un programma di aiuti biennali dell’Esm, il meccanismo permanente europeo salvastati, e di una ristrutturazione del debito. Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha convocato in teleconferenza i ministri delle Finanze europei per discutere la nuova proposta di Atene, ma è stato preceduto dalla doccia gelata della Merkel, la quale ha escluso ulteriori sviluppi per oggi, precisando che Berlino non intende discutere di nuovi aiuti prima del voto greco.

Anche il Fmi ha chiarito che in “nessun modo” l’Eurogruppo potrà rilasciare finanziamenti alla Grecia che possano consentire ad Atene di evitare il default tecnico.

In serata è poi arrivata la notizia del rinvio a domani della riunione dell’Eurogruppo, condita dalla precisione che “e’ troppo tardi per un’estensione del programma di salvataggio della Grecia”, che scade stanotte a mezzanotte. Dunque, la Grecia non verrà salvata in extremis, il default, o comunque il rinvio dei pagamenti al Fmi sarà inevitabile. E il referendum si terrà con la paura di una possibile, incombente Grexit.

Intanto è intervenuto anche il presidente Usa, Barack Obama che ha incoraggiato entrambe le parti a “continuare a negoziare per trovare una soluzione” e a smussare i rischi sui mercati finanziari. Secondo Obama la crisi “non determinerà forti shock nel sistema Usa”, mentre “potrebbe avere avere significativi effetti sui tassi di crescita europei”. E, “se l’Europa non cresce, questo potrebbe avere effetti dannosi sull’economia globale”.

(AGI)

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