Libia, jihadisti dell’Isis rapiscono anche tre immigrati cristiani a Sirte

Il rapimento è avvenuto nella zona orientale, nei pressi di Sirte. Nel mirino un cittadino egiziano, un nigeriano e un ghanese. I jihadisti hanno diffuso le foto dei loro passaporti. In passato la Libia è stata teatro della decapitazione di una ventina di cristiani copti. Sempre ieri rapiti quattro lavoratori italiani

New Beheading Video Show Major Milestone in ISIS strategy



Sirte – Miliziani jihadisti affiliati al sedicente Stato Islamico dell’Iraq e di al-Sham (ISIS) hanno rivendicato il sequestro di tre immigrati cristiani nella zona orientale della Libia. Si tratta di un cittadino di origini egiziane, di un nigeriano e di un ghanese.

La conferma è arrivata con un comunicato ufficiale diffuso dai jihadisti sul web, accompagnato dalle foto tratte dai passaporti dei rapiti. Fonti locali, sotto tutela dell’anonimato per timore di ritorsioni, hanno riferito che i tre sono stati prelevati nei pressi di Noufliyah, roccaforte dell’Isis a sud-est della città di Sirte. 

20150720-lybia-christian-kidnappedLa notizia del sequestro è stata confermata da un portavoce delle Forze Armate legittime della Libia, fedeli al governo detto ‘di Tobruk’ perché fuggito in quella città per sottrarsi all’attacco delle milizie islamiste alleate con i Fratelli Musulmani egiziani e di quelle jihadiste affiliate all’Isis. Il governo di Tobruk è l’unico riconosciuto dalla comunità internazionale. 

Questa mattina la Farnesina ha rivelato che quattro lavoratori italiani sono stati rapiti nei dell’impianto di pompaggio dell’Eni di Mellitah. I quattro sarebbero stati “prelevati” in serata a Zuaia, città sotto il controllo delle milizie islamiste che appoggiano il governo di Tripoli, nel nord-ovest del Paese, mentre stavano rientrando dalla Tunisia. 

Non è la prima volta che i cristiani (e i lavoratori stranieri) finiscono nel mirino dello Stato islamico in Nord Africa e, nello specifico, in Libia. Il 19 aprile scorso i miliziani avevano diffuso un video che mostrava l’esecuzione di una trentina di uomini, presentati come “cristiani etiopi”. 

Di questi, un primo gruppo di 12 persone veniva decapitato su una spiaggia libica; altri 16 uccisi con un colpo di pistola alla nuca in una zona desertica. Presentando le vittime, i jihadisti parlavano di “Chiesa etiope nemica”. 

In precedenza, a metà febbraio lo Stato islamico aveva diffuso un altro video con la decapitazione di 21 uomini, in maggioranza cristiani egiziani copti; anch’essi sono stati sgozzati su una spiaggia della Libia, secondo una rappresentazione scenica e un’ambientazione in tutto simile a quella che ha caratterizzato le successive decapitazioni di aprile. 

Dalla caduta del regime del colonnello Mu’ammar Gheddafi, nel 2011, la LIbia è piombata in una situazione di caos che continua a perdurare e che ha favorito l’ascesa di gruppi fondamentalisti fra cui i gruppi jihadisti che si sono affiliati all’Isis.

(Credit: AsiaNews) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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