Ilva di Taranto, rnviati a giudizio in 47 per “disastro ambientale”. C’è anche Nichi Vendola

L’ex governatore della Puglia: “vado a processo con la coscienza pulita”. A processo proprietari e dirigenti dello stabilimento. Danni per 30 miliardi di euro

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Taranto -Oggi il Gip di Taranto Vilma Gilli ha rinviato a giudizio tutti i 47 imputati del processo ‘Ambiente svenduto’, il maxi procedimento per disastro ambientale all’impianto Ilva della città pugliese. A processo anche l’ex presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che dovrà rispondere di concussione aggravata per presunte pressioni ai danni dell’Arpa in favore dell’impianto siderurgico.

Il processo sull’inquinamento dell’Ilva inizierà il 20 ottobre prossimo. A giudizio rinviati anche alcuni rappresentanti della famiglia Riva – Claudio e Nicola, ancora detenuto dopo un periodo di latitanza a Londra (il patron Emilio è morto lo scorso anno) – proprietaria dello stabilimento e dirigenti, ufficiali ed occulti che, secondo l’accusa, avrebbero spremuto lo stabilimento al massimo a scapito di salute e ambiente.

Undici imputati a processo risponderanno di associazione per delinquere, una quindicina di disastro ambientale e avvelenamento di sostanze alimentari. Delle stesse accuse di Vendola dovrà rispondere l’ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, accusato di aver fatto pressioni su due dirigenti al ministero dell’Ambiente per favorire il rilascio di autorizzazioni alle discariche dell’Ilva.

A processo anche il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, accusato di abuso d’ufficio per non aver assunto misure contro l’inquinamento, così come i dirigenti dello stabilimento per il reato di omicidio colposo per la morte di due operai deceduti nello stabilimento nel 2013.

Cinque imputati hanno chiesto processo con rito abbreviato. Per questo sono stati condannati a 3 anni e 4 mesi (la procura ne chiedeva 8) l’ex consulente della procura e dirigente Arpa Roberto Primerano, accusato di falso e concorso in disastro ed avvelenamento; a 10 mesi (la richiesta era di 2 anni) per don Marco Gerardo, all’epoca segretario del vescovo, accusato di favoreggiamento nei confronti di Girolamo Archinà, l’ex potentissimo responsabile delle pr dell’Ilva.

Assolti invece l’ex assessore regionale all’ambiente Lorenzo Nicastro ed il luogotenente dei Carabinieri Gianni Bardaro.

Più di ottocento le parti civili costituite contro gli imputati. Fra queste due ministeri, Regione Puglia, Provincia e Comune di Taranto, il partito dei Verdi, associazioni ambientaliste, cittadini residenti nei quartieri più colpiti dall’inquinamento.

Il conto dei danni presentato supera i 30 miliardi di euro.

“Sento come insopportabile la ferita che mi viene inferta da un’accusa che cancella la verità storica dei fatti: quella verità è scritta in migliaia di atti, di documenti, di fatti. Io ho rappresentato la prima e l’unica classe dirigente che ha sfidato l’onnipotenza dell’Ilva e che ha prodotto leggi regionali all’avanguardia per il contrasto dell’inquinamento ambientale a Taranto“, ha dichiarato il leader di Sel, Nichi Vendola.

Sarei insincero se dicessi, come si usa fare in queste circostanze, che sono sereno“, ha proseguito Vendola che ha sottolineato come sia pronto ad affrontare il processo “con la coscienza pulita“. “Io ho rappresentato, in un territorio colonizzato dai Riva – ha aggiunto – la politica che non ha preso soldi e non si è piegata. Io ho rappresentato la prima e unica istituzione che ha posto sotto monitoraggio i camini del grande siderurgico e che, con la produzione dei dati dell’inquinamento, ha consentito alla magistratura di procedere nei confronti dell’Ilva: la quale ha inquinato anche nei cinquant’anni precedenti al mio governo, senza che alcuna autorità se ne occupasse”.

“L’unica mia colpa – ha aggiunto – è di aver cercato di costruire un doveroso equilibrio tra diritto alla salute e diritto al lavoro: ma non credo che questo sia un reato. Mi aspettavo che l’inconsistenza del teorema accusatorio producesse il mio proscioglimento già a conclusione dell’udienza preliminare. Per chi come me crede nei valori della giustizia e della legalità – ha proseguito l’ex presidente della Puglia – oggi è un giorno di delusione e di amarezza. Ma vado a processo con la coscienza pulita di chi sa di aver sempre operato per il bene comune. Come sempre mi difenderò nel processo e non dal processo“, ha concluso Vendola, che poi ha espresso “viva soddisfazione per la piena assoluzione dell’ex Assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, che rispondeva di un’accusa che offendeva la sua storia di uomo e di magistrato”.

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