Probabile svolta nella cura dell’Alzheimer: nuovo farmaco rallenta l’evoluzione della malattia

Nuove speranze nella lotta alla malattia neurodegenerativa che ogni anno colpisce migliaia di persone. Entro tre anni potrebbe essere disponibile un farmaco che promette rallentare la progressione della patologia. Era stato sviluppato per la cura della demenza senile, ma si era rivelato inefficace

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Londra – Il primo farmaco in grado di rallentare il morbo di Alzheimer potrebbe essere disponibile nel giro di 3 anni, dopo i risultati positivi dei trial clinici, che mostrano una riduzione del declino mentale di un terzo. Risultati raggiunti in persone con sintomi iniziali e lievi della malattia – ha annunciato Eli Lilly, l’azienda produttrice di solanezumab – la molecola su cui sono riposte ora tante speranze contro il morbo ruba-memoria.

Per la prima volta un farmaco si è mostrato efficace nel modificare i processi alla base della malattia, e non solo nell’agire sui sintomi rallentando il declino cognitivo. Gli studi clinici sono ancora in corso e non termineranno prima della fine dell’anno. Ma il trattamento potrebbe essere disponibile già nel 2018 – come anticipato dal quotidiano britannico ‘The Telegraph’ – se arriverà in tempi rapidi il via libera dell’Agenzia dei farmaci della Gran Bretagna (Mhra) e dell’Istituto nazionale per l’eccellenza clinica (Nice, National Institute for Health and Care Excellence). L’annuncio dell’azienda è stato intanto accolto dall’entusiasmo di medici e associazioni di pazienti.

“Non stiamo parlando di uno studio condotto sui topi, ma su malati. E questo conta”, commenta Richard Morris, professore di neuroscienze all’università di Edimburgo. La molecola è un anticorpo che si lega all’amiloide, sostanza proteica patologica, quando è ancora allo stadio solubile permettendo all’organismo di spazzarla via prima che formi le pericolose placche.

Il farmaco era stato sviluppato inizialmente per le persone con demenza avanzata, ma si era rivelato inefficace a questo fine. I ricercatori hanno notato però che aveva un effetto sui pazienti con sintomi lievi.

La sperimentazione clinica ha seguito 1.322 malati iniziali di Alzheimer per 3 anni e mezzo: il farmaco ha ridotto di un terzo il declino mentale rispetto al placebo. Si aspettano ora i risultati della Fase 3 dei test, per comprendere le fasi successive dalla produzione e della commercializzazione del farmaco.

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