Fiumicino, aeroporto sotto attacco? Scalo in tilt per un incendio: “è doloso”

La procura di Civitavecchia ha aperto un’inchiesta sul rogo appiccato alla pineta di Focene. Renzi ad Alfano: situazione intollerabile. Alitalia in mattinata aveva diffuso una nota dell’Ad Cassano, molto polemico con i ritardi nel ripristino dell’operatività dello scalo dopo l’incendio al Terminal 3 del 7 Maggio scorso. Poi nel pomeriggio questo incendio su cui il sindaco di Fiumicino ha anticipato tutti nell’individuarne la natura dolosa


Roma – La procura di Civitavecchia ha aperto un’inchiesta sul rogo divampato nel pomeriggio di ieri nella pineta di Focene, nei pressi dell’aeroporto di Fiumicino, che ha portato anche al blocco dell’operatività dello scalo romano. I magistrati determineranno l’eventuale reato per cui procedere sulla base delle informative dei Vigili del Fuoco, con una considerazione di base: sembra certo che l’incendio sia divampato contemporaneamente da più punti diversi, lontani tra loro.

Meno di tre mesi dopo l’incendio che la notte tra il 6 e il 7 Maggio scorsi devastò il Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino, un nuovo evento drammatico ha sconvolto l’attività dello scalo in orario di punta e con riverberi su tutto il traffico aereo nazionale, considerato il ruolo di hub attributo dall’Alitalia al ‘Leonardo da Vinci’.

Dunque, la natura dolosa delle fiamme sarebbe quasi certa: resterà ai magistrati indagare su quali siano state le cause, quale il movente e le finalità, quali le eventuali responsabilità in un’inchiesta che si preannuncia complessa, difficile, particolarmente delicata vista la posta in gioco: mettere in discussione la vulnerabilità dell’aeroporto più importante d’Italia, il settimo nell’UE.

Le fiamme si sono sviluppate intorno alle 13 e hanno impegnato le squadre di soccorso per quasi sette ore, bloccando arrivi e partenze solo per circa tre ore: intorno alle 15.45 l’attività è ripresa lentamente, ma ai ritardi accumulatisi si è aggiunto un ulteriore rallentamento dovuto alla necessità di “non interferire con i mezzi aerei utilizzati per lo spegnimento dell’incendio”, ha riferito l’Enac in una nota in cui si spiega che “i voli in partenza sono stati interdetti in quanto la pista 2 è stata chiusa dalle ore 14:20 alle ore 15:45″, mentre la “pista 3, quella solitamente dedicata agli atterraggi, è sempre stata operativa” e la “pista 1, invece, è rimasta chiusa per consentire le attività di spegnimento dell’incendio”.

Le fiamme sono state domate dai vigili del fuoco impegnati con dieci squadre, due Canadair e tre elicotteri, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, sotto il coordinamento della “Sala Operativa Unificata della Regione Lazio” e con l’intervento ausiliare della Protezione Civile di Roma Capitale. “Nelle operazioni di spegnimento sono state coinvolte squadre dei Vigili del Fuoco, dieci associazioni di volontariato (40 volontari) con due autobotti e 6 pick-up”, ha reso noto la Regione Lazio in una nota in cui è stato preannunciato anche l’attività di vigilanza notturna affidata alla Protezione Civile del Comune di Fiumicino.

Esterino Montino, sindaco di Fiumicino, per primo ha affermato la convinzione dell’origine dolosa del rogo. “Il fuoco si è esteso per centinaia di ettari attraversando anche via Coccia di morto e interessando le prime sterpaglie all’interno del sedime aeroportuale”, ha detto Montino, rilevando come queste ultime fiamme siano state spente da una squadra dei Vigili del Fuoco di stanza all’aeroporto. “Per fortuna la strada, il canale di bonifica pulito e la nuova pista ciclabile hanno fatto da tagliafuoco all’incendio”, ha precisato il sindaco di Fiumicino, spiegando che la superficie interessata è stata di circa 40 ettari, ricadente in un’area protetta di 16mila ettari.

Un pattuglia del Corpo Forestale dello Stato in azione sul luogo dell'incendio (foto AGI)
Un pattuglia del Corpo Forestale dello Stato in azione sul luogo dell’incendio (foto AGI)

Nella mattinata di ieri, per ironia della sorte, Alitalia aveva quantificato i danni subiti in conseguenza dell’incendio divampato il 7 Maggio in 80 milioni di euro, spiegando però che l’ammontare definitivo dei danni potrà essere rilevato con precisione quando lo scalo romano tornerà a pieno regime, ossia ai livelli pre-incendio.

Alitalia è l’unica compagnia aerea a utilizzare Fiumicino come hub, facendo transitare sul ‘Leonardo da Vinci’ il 50% circa del totale dei voli dell’aeroporto. “Abbiamo passato un periodo difficilissimo a causa di un evento che ci ha colpiti profondamente”, aveva detto l’ad Silvano Cassano, spiegando che “in questo periodo abbiamo rinunciato a qualsiasi polemica e ci siamo concentrati interamente sul servizio ai passeggeri, per ridurne i disagi”.

La recente riapertura del Terminal 3 ha infatti decretato la fine della fase emergenziale, ma non ha interrotto i problemi di fruizione della struttura e le limitazioni che pesano sulle operazioni aeroportuali.  Tuttavia Alitalia si è detta determinata a ottenere il risarcimento dei danni subiti. “Il nostro è un piano di rilancio complesso, in uno dei settori a maggiore competizione in Italia e nel mondo”. “L’aeroporto di Fiumicino non è ancora un’infrastruttura adeguata a fungere da hub di una compagnia con le nostre ambizioni”, ha aggiunto l’ad, evidenziando gli investimenti inadeguati che hanno generato inadeguatezza strutturale. “Auspichiamo meno attenzione alla finanza e più attenzione al mercato e alle esigenze dei passeggeri”, ha sottolineato polemicamente Cassano, precisando però che “se Fiumicino continuerà a puntare su compagnie low cost e servizi mediocri, Alitalia sarà costretta a spostare la sua crescita altrove”. Una minaccia neanche tanto velata di spostare il centro operativo su Malpensa.

Dati che sembrano per essere discordanti da quelli ricordati da Vito Riggio, presidente dell’Enac. Intervenendo al telefono durante la trasmissione ‘TG24 Pomeriggio’, su Sky, per commentare l’incendio scoppiato nella pineta di Focene, Riggio ha commentato le dichiarazioni di Cassano rivelando che nei primi sei mesi del 2015 il traffico del ‘Leonardo da Vinci’ ha superato quello dell’analogo periodo del 2014, nonostante l’incendio.

Che la pista dolosa sia quella battuta  è confermato dalla presa di posizione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Fonti di Palazzo Chigi hanno infatti trapelare che Renzi ha telefonato al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per chiedere un’immediata verifica delle cause del rogo. Se l’incendio fosse effettivamente doloso sarebbe un atto gravissimo e che il presidente del Consiglio riterrebbe un fatto intollerabile anche per le conseguenze sul turismo e sull’economia del Paese.

Quel che dal Governo non si fanno scappare sono le implicazioni oggettive sulla sicurezza nazionale. Bloccare Fiumicino significa gettare nel caos tutto il traffico aereo italiano, con riflessi anche sulla congestione delle rotte civili e su eventuale fluidità delle rotte militari in caso di emergenza. A mezza bocca anche Riggio ha riflettuto a Sky che le indagini devono appurare velocemente la causa dell’incendio: ma è la cautela di un tecnico che ha servito con grande efficienza e senso della misura anche alla Protezione Civile e che con la sicurezza nazionale ha bazzicato in tutti i ruoli esercitati nella Pubblica Amministrazione.

Quale sarà il terzo episodio di questa telenovela che potrebbe rivelarsi un incubo?

(Credit: AGI, Youreporter.it) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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