Roma, dal Gambia al Pigneto per spacciare droga e minacciare i Carabinieri

Scene di ordinaria follia in una delle zone della Capitale d’Italia che aveva raggiunto un faticoso equilibrio ora stravolto grazie alla politica delle porte-aperte-a-chiunque del Governo. Abitanti a un passo dalla crisi di nervi si chiedono: “ma lo Stato dov’è?”. Rischi di frattura sociale

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Roma – Nella Capitale d’Italia non si canta sicuramente sulle note di Giuni Russo e non si può sentire un romano dire “voglio andare al Pigneto – e non ad Alghero – in compagnia di uno straniero”. Ieri sera ci sono state scene di ‘guerriglia urbana’ nel quartiere romano, dove una quarantina di extracomunitari (in prevalenza originari del Gambia) perlopiù già noti alle forze dell’ordine, tra cui alcuni spacciatori, hanno accerchiato e aggredito alcuni carabinieri che avevano bloccato due spacciatori di droga poco prima in via del Pigneto, nuova isola pedonale a Roma.

Il fermo ha mosso numerosi connazionali, circa una quarantina, che hanno accerchiato i militari della Benemerita e facendo leva sulla superiorità numerica hanno dato vita a una vera e propria rivolta tesa a liberare i due arrestati

I Carabinieri hanno dovuto fronteggiare l’assalto a colpi di bottiglie di birra di vetro e alcuni degli ‘insorti’ hanno affrontato fisicamente i militari impegnati nell’arresto, perché desistessero dal loro servizio.

Alcuni abitanti ed esercenti dei negozi del quartiere hanno operato una sorta di manovra diversiva che ha distratto per pochi istanti i facinorosi, consentendo ai militari dell’Arma di ‘svincolarsi’ dalla morsa e di allontanarsi insieme agli arrestati a bordo dell’auto di servizio, evitando conseguenze più gravi.

Un fatto però che è costato loro la reazione dei pusher, che hanno rivolto la propria ira e protervia verso i cittadini intervenuti a supporto dei Carabinieri. Il provvidenziale arrivo di altre ‘pantere’ dei Carabinieri ha disperso la folla e permesso ai militari di fermare cinque personaggi del gruppo, rinvenuti in possesso di dosi di hashish pronte da spacciare.

Tutti i fermati – già noti alle forze dell’ordine e di età compresa tra i 20 ed i 31 anni – devono ora rispondere di concorso in oltraggio, minaccia, resistenza e violenza a Pubblico Ufficiale, oltre che di detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti.

I sette fermati sono stati accompagnati in una caserma dell’Arma, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa del rito direttissimo.

La cittadinanza al Pigneto è però sull’orlo di una crisi di nervi. “Dov’è lo Stato se una macchina della polizia non riesce nemmeno ad arrestare due pusher?”, la domanda ricorrente nel quartiere, come riporta ‘Il Giornale’, secondo cui la situazione è al limite della rivolta popolare. Anche un personaggio pubblico come Vladimir Luxuria sembra sia stata minacciata, dopo aver sollevato il problema sicurezza al Pigneto. “Sappiamo chi sei e dove abiti”, sembra le abbiano detto.

L’esasperazione sta rapidamente salendo a livelli di guardia e presto potrebbe scattare la malsana (ma comprensibile) idea di farsi giustizia da sé. “Mandassero l’esercito o qui si arriva alla guerra civile, non aspettiamo che ci scappi il morto”, ammonisce una donna che abita nel quartiere, sentita dall’inviato del quotidiano milanese.

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Il Gambia è il Paese da cui negli ultimi mesi provengono la maggior parte dei migranti che hanno richiesto asilo politico, anche se il Paese non è classificato tra quelli in cui esistono condizioni che si concretano come cause di persecuzione, a eccezione degli omosessuali, perché l’omosessualità è considerata un reato perseguibile dalla legge (per approfondire, visitare la pagina ‘Gambia’ di ‘Viaggiare Sicuri’: qui).

(Credit: ‘l’Espresso’, Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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